Dopo un lungo sonno dalle
parti del Palazzo di vetro, la Risoluzione n. 2170 del Consiglio di sicurezza dell’ONU finalmente condanna chiunque
aiuti e fornisca armi all’ISIL [Stato (Emirato) Islamico dell'Iraq e del
Levante] e ad altre entità jihadiste. Benissimo. Dunque la domanda da fare adesso
all’ONU è molto semplice, ed è la stessa che fanno anche i politici
iracheni: «Chi è che sta comprando il petrolio siriano all’Emirato
Islamico del Califfo, e come fa questo petrolio ad arrivare sui mercati europei?».
Sarebbero in tanti ad
ammutolirsi.
Il sedicente
Califfo che abbiamo visto nelle foto con John McCain,
assieme ai suoi tagliagole che scorrazzano su fiammanti mezzi Made in USA, si è
impossessato di parecchi pozzi petroliferi in Siria e in Iraq, e ricava dalle
vendite – secondo fonti irachene - circa tre milioni di dollari al giorno.
La domanda può da qui articolarsi in tante sottodomande altrettanto cruciali.
Come mai un’organizzazione
terrorista (oggi definita così anche dall’ONU, dopo che da sempre in quel modo la
definiva anche – inascoltato - il presidente siriano Assad, quando ne subiva gli
attacchi finanziati da Occidente, Turchia e petromonarchie arabe) ottiene di poter
smerciare senza impedimenti l’oro nero rubato?
Il traffico passa per la
Turchia, paese membro della NATO. Chi protegge questo traffico se non le alte
sfere turche sotto l’occhio onnisciente di spie e satelliti occidentali? I
turchi hanno consentito per anni che la galassia jihadista saccheggiasse intere
fabbriche siriane, smontate pezzo per pezzo, e poi contrabbandate attraverso i
suoi confini. Erdoğan non ha da dire nulla sulle fabbriche di ieri e sul
petrolio di oggi?
E perché Abu Bakr
al-Baghdadi e i suoi apostoli non figurano nella lista nera dei banditi per
terrorismo internazionale? Perché i loro patrimoni non sono stati congelati?
Perché non sono stati denunciati presso la Corte penale internazionale? Forse perché
un processo risulterebbe compromettente per gli eminenti oligarchi statunitensi
fotografati in compagnia di Al Baghdadi? Il sospetto viene quando la
risoluzione specifica che Abu Bakr al-Baghdadi non viene messo in lista perché è
già sulla lista dei terroristi sin dal 2011. Uau. Eppure ha incontrato
allegramente McCain nel maggio 2013. Qualche giornalone ha voglia di rivolgere
qualche domandina al senatore americano?
Più passano le ore e più la pretesa di
Obama di intervenire in Siria contro l’ISIS non appare ai danni dell’ISIS ma della
Siria: un modo per aggirare i mille ostacoli che gli si erano frapposti rispetto
a un implacabile obiettivo di vecchia data: conquistare Damasco, o almeno
seminarvi il Caos.
A questo serviva lo spettacolo hollywoodiano e grandguignolesco imbastito intorno alla testa del giornalista americano in tuta arancione.
Assad, giustamente, non si fida dei bombardamenti USA sul suo suolo. In ogni caso, si apre per lui una nuova fase, ad altissimo rischio.
A questo serviva lo spettacolo hollywoodiano e grandguignolesco imbastito intorno alla testa del giornalista americano in tuta arancione.
Assad, giustamente, non si fida dei bombardamenti USA sul suo suolo. In ogni caso, si apre per lui una nuova fase, ad altissimo rischio.
AGGIORNAMENTO del 27 agosto 2014:
Un
troll che interviene spesso nei nostri forum seminando valanghe di
notizie false in nome dei sacri interessi USA, per una volta ha
portato un link utile che può emendare in modo significativo il mio
articolo sulla innegabile liaison
fra il senatore statunitense John McCain e gli jihadisti. Il troll mi
ha perfino sfidato a correggermi, pensando che non lo farò. Ma egli
non sa che io cerco la verità con tanto entusiasmo da apprezzarne i
barlumi anche quando passano miracolosamente per le mani di qualche
troll mentitore come lui. Il link in questione porta a un articolo di
un sito web che non conoscevo, Breizitao,
riconducibile a degli indipendentisti bretoni cattolici integralisti
e antisemiti, ammiratori di Goebbels (ossia non esattamente il tipico
sito che frequento sulla Rete). Il troll in questione, evidentemente,
oltre che i nazisti dell'Illinois ama anche quelli della Bretagna.
L'autorevole
sito nazi-bretone illustra una serie di immagini che appaiono
smentire l'identità del sedicente Califfo recentemente attribuita da
Thierry Meyssan a una delle persone che appare assieme ai maggiorenti
jihadisti incontrati clandestinamente da McCain in Siria. Non è
sempre facile riconoscere un viso, ma in effetti la persona indicata
da Meyssan come Abu Bakr al-Baghdadi, pur somigliando al barbuto
pagliaccio corvino che guiderebbe l'ISIS, in base alle nuove foto
appare corrispondere a tale Abu Yussef, un funzionario dell'ESL,
un'altra delle formazioni paramilitari armate da potenze straniere
per aggredire lo stato siriano.
Dunque
le foto non sembrano bastare a confermare definitivamente la presenza
di Abu Bakr al-Baghdadi agli incontri di McCain. Bastano solo a
confermare, scusate se è poco, che un importante politico americano
che partecipa a tutte le possibili ingerenze a danno di stati guidati
da governi sgraditi a Washington, ha partecipato anche a incontri in
territorio siriano con gruppi di combattenti estremisti foraggiati da
governi alleati degli USA, poi in gran parte confluiti nell'ISIS. Un
altro senatore repubblicano statunitense, Rand Paul, impegnato in una
direzione opposta all'ingerenza del collega, è molto chiaro sul
fatto che armare e combattere a fianco dei ribelli più integralisti
ed estremisti, ISIS inclusa, è stata una scelta disastrosa
interamente imputabile agli USA.
Le domande da rivolgere al senatore McCain rimangono tutte.
Nessun commento:
Posta un commento