26 marzo 2010

Le carriole della Tv mutante

di Pino Cabras – da Megachip.


Raiperunanotte, la trasmissione-manifestazione condotta da Michele Santoro contro il blocco dell'informazione televisiva, va registrata già ora come un evento importante nella storia dei media. Le luci e il ritmo apparivano in perfetta continuità con il tipico format di Santoro. Ma c'era qualcosa di più. Si avvertiva la scioltezza di chi non ha più il fiato sul collo dei volenterosi schiavi di Berlusconi. Quel fiato, se ancora ci fosse, non avrebbe più una legittimazione in grado di farlo soffiare come un tempo.

E poi c'è una novità ancora più importante. Questa è la prima trasmissione multi-piattaforma nella storia della Tv italiana, il primo esperimento in grado di raggiungere dimensioni di massa e capace di rompere il limite tecnologico del broadcasting televisivo tradizionale. Si è dimostrato tecnicamente fattibile, nonché sorretto da una risposta politica di massa tempestiva. La gente che ha dato vita all'esperimento di questa Tv mutante ci sarà ancora per altre battaglie sull'informazione.

A suo tempo noi di Megachip avevamo buttato il cuore oltre l'ostacolo nel tentativo di creare un format televisivo paragonabile, Pandora. Eravamo troppo pochi, e il modello di sostenibilità economica era troppo embrionale. Fatta la tara autocritica ai nostri limiti, possiamo dire però che avevamo individuato la questione centrale, ignorata per anni da chi avrebbe dovuto contrapporsi al padrone delle Tv che si faceva padrone del Paese. La questione era: provarci. Provare a creare uno spazio autonomo, trovare le risorse, rompere il tabù, e farlo nel luogo che domina ancora la comunicazione e la formazione dell'agenda politica, la televisione.

I saperi e le volontà ci sono. E possono essere di massa. Molti cittadini stavolta hanno fatto come gli aquilani. Hanno preso le carriole, ma prima di andare a rimuovere anche un solo detrito, hanno dedicato il passo numero uno a violare la zona proibita, e – per dirla come Santoro, con un giuramento - «a farla fuori dal vaso». Ancora un vaso, come Pandora. La Tv mutante uscita dall'esperimento non tornerà più dentro il vaso.

La passione politica è in questa capacità di mobilitazione dal basso, per anni mortificata. Che è anche uno sporcarsi le mani, necessario, non delegabile. Funziona se un pezzo di classe dirigente capisce che la comunicazione televisiva è importantissima per reggere l'urto e salvare la nostra Costituzione, rimuovere in modo più sistematico le macerie della Casta, e comprendere come costruire la nuova città. Il lavoro è lungo, ma i mezzi sono usciti fuori.


23 marzo 2010

Gli attentati alle sinagoghe? Roba da provocatori dell'FBI

di Kurt Nimmo - Infowars.com.




Dalla NBC New York:

«Secondo gli avvocati della difesa un informatore federale ha ordito e diretto un complotto per far saltare in aria le sinagoghe di New York.
I legali di quattro uomini di Newburgh hanno presentato un'istanza di archiviazione dell'accusa di terrorismo contro di essi.
Hanno sostenuto che l'informatore li ha assillati fino a quando non si sono lasciati coinvolgere nel complotto.
Hanno affermato che l'informatore aveva scelto gli obiettivi, fornito false bombe per le sinagoghe e un falso missile contraereo.
Nell'istanza si sostiene che costui si è anche offerto di pagare gli imputati, che gli avvocati ritengono non fossero inclini ad alcun crimine fino a quando non sono stati reclutati dall'informatore.
"Il governo sapeva bene che il loro caso non fu altro che una manovra ispirata dal governo fin dal primo giorno, e che gli imputati non avevano cercato per conto proprio armi o obiettivi" si legge nell'istanza.»



Il "patsy" David Williams. L'FBI promise di assicurare a suo fratello un trapianto di fegato se egli si fosse unito al gruppo al-Qai'da creato dal governo

Ci scorgete una trama?

In un numero preponderante di casi federali di terrorismo, l'FBI scova persone influenzabili e mentalmente deficienti, e cerca poi di incastrarle accusandole di terrorismo al fine di gonfiare la guerra al terrore creata a tavolino e convincere gli  americani a rinunciare ai loro diritti costituzionali, spiare i vicini, a tollerare di essere spiati, e dare sostegno incondizionato a guerre combattute all'estero responsabili della morte di milioni di persone.

Gli imputati nel caso di terrore alla base militare di Fort Dix nel New Jersey descrissero un quadro simile a quello di New York .
"La sola cospirazione terroristica è stata quella creata e coltivata dall'informatore" ha dichiarato il difensore Rocco Cip durante il processo.
Il ruolo dell'FBI nel caso è stato ammesso da un agente provocatore. "L'informatore dell'FBI pagato per infiltrarsi in una banda di presunti terroristi nel Sud Jersey ha detto ieri di essersi offerto di organizzare il loro attentato contro soldati USA, ma solo perché voleva creare fiducia e imparare di più sul gruppo" riporta lo Star-Ledger dell'11 novembre 2008.

A Miami, il caso dell'FBI contro il cosiddetto Miami Seven è crollato quando si è scoperto che un provocatore governativo aveva fornito denaro, videocamere di sorveglianza, cellulari, e aveva suggerito ai "patsy" l'obiettivo dell'Ufficio FBI di Miami.

Nel corso del processo del 2006 si scoprì che Narseal Batiste, il presunto capobanda, non si era incontrato con un reale terrorista, non aveva ricevuto bonifici o e-mails dal medio Oriente, non possedeva materiali scritti collegabili ad al-Qa'ida e neppure era in possesso di una foto di Osama bin Laden, secondo il Washington Post.

"L'intera operazione è stata un insensato spreco di tempo e denaro" ha detto a Times Online. Terence Kidlon, avvocato di un imputato nel caso delle sinagoghe di New York. "È quasi come se l'FBI avesse cucinato il complotto e trovato quattro idioti da installare come colpevoli".
È emerso nel 2009 che l'informatore-provocatore FBI coinvolto nel caso era un uomo chiamato Shaled Hussain, già proprietario di un motel nello stato di New York, divenuto informatore FBI nel 2002 per evitare la deportazione in Pakistan dopo un arresto per frode.
Hussain e l'FBI erano così disperatamente in cerca di confezionare un caso che promisero un trapianto di fegato per il fratello malato terminale di David Williams, uno degli imputati, come riferisce il New York Daily News.

L'FBI ha una lunga tradizione nell'impiego di sporchi trucchi per intrappolare e gettare discredito su cittadini americani.
Sotto COINTELPRO, l'Agenzia non solo si è impegnata in campagne di disinformazione e aggressione di organizzazioni di protesta, movimenti per i diritti civili e pacifisti inclusi, ma ha anche regolarmente usato agenti provocatori.
"A quel tempo, i pacifisti non avevano realizzato in quale misura le autorità stavano distruggendo il loro movimento dall'interno usando agenti provocatori e informatori, e dall'esterno tramite accuse inventate, denunce anonime e soffiate, bugie mediatiche" scrive Daniel Brandt.

COINTELPRO non finì dopo che le malefatte dell'FBI (e quelle della CIA, del Pentagono e di numerose altre agenzie delle forze dell'ordine nel Paese) furono scoperte negli anni '70.
"Considerato il corrente clima politico (sull'onda dell'11 settembre 2001), la legalizzazione di COINTELPRO, la riabilitazione di FBI e polizia, e l'espansione del ruolo di CIA e Forze Armate, le recenti rivelazioni ci lasciano solo un'ipotesi praticabile: che massicce operazioni segrete governative siano già in corso per neutralizzare gli attuali movimenti di opposizione prima che raggiungano l'elevato livello di quelli degli anni '60", scrive Brian Glick.

COINTELPRO e la sovversione governativa del dissenso politico sono vivi e vegeti, come il caso di Hal Turner rivela. Durante il processo a Turner, emerse che operava in qualità di risorsa della ‘National Security Intelligence’. Il suo nome in codice era "Valhalla", e "ricevette migliaia di dollari dall'FBI per riferire su gruppi come l'Arian Nations e quello di supremazia bianca National Alliance", stando a quanto riferiva la stampa.
Il Department della Homeland Security, nel lavorare a stretto contatto con il Southern Poverty Law Center e la Anti-Defamation League, ha tentato di combinare la white supremacy con il crescente movimento patriottico negli Stati Uniti.

Recenti rivelazioni nel caso dell'attacco alle sinagoghe di New York mostrano che il governo è disposto a passi estremi per creare inesistenti minacce terroristiche e iinquadrare individui influenzabili. Fin dall'11 settembre 2001 il pubblico americano ha subito incessante propaganda su al-Qa'ida e su una minaccia largamente immaginaria proveniente da estremisti musulmani.

Dalla nascita del movimento del Tea Party e dall'emergere dei gruppi patriottici che chiedono il ritorno alla Costituzione, il governo e i “corporate media” si sono impegnati a dipingere i gruppi patriottici come potenziali terroristi. Sostenitori di Ron Paul, Chuck Baldwin, Bob Barr, the Oath Keepers, e del conduttore di talk shows Alex Jones nonché altri ancora sono stati costantemente demonizzati..

I grandi media, sotto la direzione di Pentagono e CIA, devono ancora demonizzare disparati gruppi patriottici del Paese al livello in cui hanno demonizzato i Musulmani.
Dal farlo li separa solo un evento "false flag" (evento “sotto falsa bandiera”, NdT).

Fonte: http://www.infowars.com/synagogue-bomb-plot-directed-by-federal-provocateur.
Traduzione per Megachip di Giuseppe Pepe e Manlio Caciopo: QUI
Articolo correlato: Pino Cabras, Retroscena di un falso attentato, 27 maggio 2009.

21 marzo 2010

Il flop di Silvio e l'Italia alternativa

di Pino Cabras – da Megachip.


L'uomo è il più spregiudicato nel campo politico italiano, e quindi mai scommettere a cuor leggero sulle sorti di Silvio. Eppure questa volta i limiti dell'avventura berlusconiana sono evidentissimi. La prova di forza della piazza è fallita. Lo spettro del suo declino manda odori e segnali fortissimi.

Certo, il cronista del Tg1 ha definito piazza San Giovanni «stracolma». Difficile per lui contraddire l'uomo che comanda a bacchetta il suo direttore, anche quando spara che «siamo un milione».

La piazza era però in versione ridotta, transennata. Se fosse stata piena come un uovo, con cinque persone per metro quadro, avrebbe potuto ospitare circa 150mila persone: il dato poi fornito dalla Questura, ma per l'intero corteo, non per la concentrazione in piazza. Il punto è che non erano affatto cinque persone a metro quadro, neanche presso il palco, mentre c'erano grandi vuoti nel resto della piazza.

Erano insomma 50mila persone, a essere generosi. Ma più di ogni altra cosa era la qualità della partecipazione a rivelare il flop e l'aria da fine impero.

In troppi, fra i pochi manifestanti, non rientravano nello schema dei militanti o portatori d'interessi del blocco sociale del centrodestra. C'erano un po' troppi figuranti, persino certi spaesati ragazzi reclutati tramite liste di lavoratori interinali. O pensionati in gita rimborsata, gratificati dal sentire l'eloquio del venditore di pentole non sul bus ma dal palco e con doppiopetto da premier.

Quelli che non erano figuranti, anche i più cinici, non potevano comunque scaldarsi davanti alla gragnuola di cazzate che sentivano sulla questione delle liste – il cuore della manifestazione - dal loro peraltro adorato Capo.
Uno che non sia un idiota o non sia Gasparri semplicemente sa che non è colpa dei sovietici se il Pdl non ha una sua lista a Roma. Le ambizioni di riscrittura orwelliana della realtà possono essere le più megalomani, ma certi fatti hanno una loro durezza incontrovertibile.
Uno può recitare per convenienza una parte, può essere lì perché sostiene i suoi candidati e le sue cordate, può tenere famiglia, può stringersi al suo partito in un momento di difficoltà, perché ci tiene. Uno può fare tutto questo. Ma se non gli hanno reciso le connessioni della corteccia prefrontale dell'encefalo tramite la loro asportazione o distruzione diretta, non può credere a quelle cazzate: sa che le liste sono monche per responsabilità del suo partito, e non di altri. Gli basta aver letto con un po' di buon senso i giornali, persino i suoi quotidiani borchiati. E allora rimane tiepidino, vive e applaude alla giornata, e si guarda intorno per capire come si riorganizzerà il suo blocco politico e sociale quando il capo del regime personale dovrà farsi da parte, forse fra poco tempo. E intanto sa che una bugia così palese non la può vivere come un'intima verità. Entusiasmarsi sarebbe proprio troppo.

Non che la piazza sia stata solo questa disperazione. Il Caimandrillo riesce ancora a far scomparire nei media quanto esce dal suo campo.

Mentre discutiamo di questa manifestazione, infatti, altre due – e pure belle imponenti, molto ben riuscite – hanno attraversato Roma e Milano nella stessa giornata del 20 marzo, rispettivamente per dire no alla privatizzazione dell'acqua e per commemorare le vittime delle mafie.
Il Tg1 le ha oscurate: non c'è da stupirsi, c'è solo da guardare in cagnesco il bollettino del canone Rai.
Ma anche le testate non arrendevoli a Berlusconi si sono comunque sintonizzate sulla sua agenda, e hanno messo quelle manifestazioni in secondo piano. Peccato, perché lì non c'erano comparse a gettone. E non c'erano – come è invece accaduto al livoroso corteo del Partito dell'Amore – orribili cartelli che irridevano alla memoria di Borsellino.
Lì c'è un'altra Italia, attenta a un'ideale civico e a un senso di bene comune ancora radicato - la legalità, l'acqua - che i principali media non sanno raccontare e i principali partiti non sanno più rappresentare. Quel mondo c'è, è proprio corposo, e da lì si dovrà ripartire quando le contraddizioni della crisi e il carico della corruzione butteranno giù il sistema della Seconda Repubblica. Il passaggio non è indolore, e richiederà inventiva politica e culturale.

19 marzo 2010

11/9: aerei tutti a terra, tranne il volo El Al

di Wayne Madsen - waynemadsenreport.com (WMR).
Traduzione per Megachip a cura di Bonaria Todima.



WMR apprende da due fonti della El Al che lavoravano per la compagnia aerea israeliana all'aeroporto newyorkese JFK che l'11 settembre - ore dopo che la Federal Aviation Administration (FAA) aveva fatto restare a terra tutti i voli sia interni che internazionali, in arrivo e in partenza da e per gli Stati Uniti - un Boeing 747 della El Al a pieno carico decollò da JFK con destinazione l'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv.

I due dipendenti della El Al nostre fonti non sono cittadini israeliani ma immigrati regolari dell'Ecuador che lavoravano per la compagnia aerea negli Stati Uniti. Il volo decollò da JFK alle 16.11 e la sua partenza fu autorizzata, secondo le fonti El Al, dal diretto intervento del Dipartimento della Difesa USA. Ufficiali militari USA erano presenti al JFK e si attivarono di persona nei confronti delle autorità aeroportuali e del traffico aereo per consentire il decollo.
Secondo il rapporto della Commissione sull'11/9, il Segretario ai Trasporti Norman Mineta ordinò che tutti i voli civili restassero a terra alle 9,45 dell'11 settembre.
I nastri audio del centro di controllo del Traffico Aereo di New York con la registrazione delle comunicazioni dei controllori di volo a partire da un'ora e mezzo dopo gli attacchi dell'11/9 sono stati distrutti da un funzionario del controllo del traffico aereo che non subì alcuna imputazione per aver distrutto prove tangibili del peggiore attacco terroristico mai subito nella storia americana. Il Dipartimento dei Trasporti in seguitò affermò che la distruzione del nastro era da addebitare a una banale «scarsa avvedutezza».
Il volo El Al decollò due giorni primi che ai voli commerciali fosse consentito di riprendere il traffico, il 13 settembre. Ai voli privati fu permesso il traffico il 14 settembre. Il giorno 13 di settembre un Learjet trasportò tre sauditi, fra i quali un membro della famiglia reale saudita, da Tampa (Florida) a Lexington (Kentucky). Il giorno 14 settembre un charter Northstar Aviation trasportò quattro sauditi da Providence (Rhode Island) a Parigi.

Il 22 agosto 2005, WMR riportava: «Quattro americani hanno accompagnato su un volo della ‘Air Bin Laden’ membri della famiglia Bin Laden in Arabia Saudita e in Europa nove giorni dopo l'11/9. I voli interni post 11/9 di membri della famiglia Bin Laden fuori dagli Stati Uniti con il permesso dell'amministrazione Bush, non sono gli unici esempi in cui cittadini statunitensi hanno volato con la famiglia che ha covato il leader di “al-Qa'ida” Osama Bin Laden. WMR ha ottenuto una lista di passeggeri da un charter privato Aero Services del 20 settembre 2001 dall'aeroporto Le Bourget, a nord di Parigi, a Ginevra e quindi a Jeddah, Arabia Saudita, (Aeroporto Internazionale Re Abdulaziz - OEJN). Nella lista ci sono diversi Bin Laden oltre che quattro statunitensi, fra cui un funzionario del Dipartimento di Polizia di Los Angeles di nome Jason Blum che ha viaggiato a Le Bourget da Los Angeles.
Una lista precedentemente pervenuta al senatore Frank Lautenberg mostrava che Blum partì dal “Bin Laden party” di Boston. La lista appena ottenuta dimostra che egli accompagnò i Bin Laden a Parigi Le Bourget. Gli altri tre statunitensi sulla lista passeggeri sono J.P. Buonono, Joseph Allen Wyka e Ricardo V. Pascetta.»
Nonostante parecchio sia stato scritto circa i voli "Bin Laden" e gli altri voli sauditi nei giorni successivi all'11/9, il volo El Al del pomeriggio dell'11/9 è il primo caso di israeliani in partenza dagli Stati Uniti durante lo stop ai voli civili e commerciali.
Esistono inoltre documenti che dimostrano come l'FBI sequestrò le registrazioni della FAA relative agli eventi dell'11/9 dal Centro di Controllo di New York del traffico aereo (ARTCC) presso Islip, Long Island. L' ARTCC ha la responsabilità dei voli in partenza dall'aeroporto JFK.

Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_5691.shtml.



Nota
Wayne Madsen, ex analista della National Security Agency (NSA), è ora un giornalista investigativo con molte fonti interne all'intelligence statunitense. Cura il «Wayne Madsen Report» (WMR)

15 marzo 2010

A Tblisi va in onda l'Unreality Show

di Pino Cabras - da Megachip.


Tutti scomoderanno "La guerra dei mondi" di Orson Welles per descrivere il terribile “scherzo” consumato da una TV georgiana a danno dei suoi telespettatori, che hanno subito per un'ora l'annuncio e la descrizione di un'invasione russa, senza che nel mentre ci fossero suggerimenti utili a capire che era tutto falso: i carri armati, la morte del presidente, le stragi e tutto il resto.

Lo sceneggiato radiofonico trasmesso il 30 ottobre 1938 – quando gli “invasori” non venivano da Mosca ma da Marte - era finora il caso più clamoroso di una fiction che prima di svelarsi come tale arrivava a provocare panico e putiferio.

Ma per provare a capire le vere ragioni dell'episodio di oggi non occorrerà tornare così indietro nel tempo. Forse basterà tornare a gennaio 2010, quando il presidente georgiano Saakashvili ha affidato la cura dell'immagine del suo governo a una società statunitense, Podesta group, specializzata in azioni di pressione e persuasione a favore di politici e governi.

Il contratto si aggiunge all'incarico affidato dal governo di Tblisi a un'altra società americana, la Gephardt Government Affairs.

Cosa succede con questo particolare tipo di società di pubbliche relazioni?

Le guerre degli ultimi vent'anni offrono molti precedenti. I lobbysti-manipolatori inseriscono nei circuiti delle notizie una massa enorme di informazioni adulterate, spesso totalmente false. Un classico: la figlia dell'ambasciatore del Kuwait che nel 1991 finse di essere un’infermiera, e rifilò fra le lacrime alle TV statunitensi la storia che i soldati iracheni rubavano le incubatrici da un ospedale kuwaitiano, fino a far morire i bambini prematuri sul pavimento. La pietanza mediatica – cucinata nell'agenzia Hill & Knowlton – fu digerita senza obiezioni dai media occidentali in blocco, e alimentò in modo efficacissimo la demonizzazione degli iracheni.

Agenzie di questo tipo sono ricomparse per “vendere” la guerra jugoslava, la “Guerra al Terrorismo”, le rivoluzioni colorate e l'immagine di diversi governi, tra cui quello di Mikheil Saakashvili, che finora aveva puntato su agenzie vicine ai repubblicani USA.

I risultati cominciavano però a essere scarsi. La sconfitta di Saakashvili, dopo che aveva invaso l'Ossetia del Sud nel 2008, unitamente alla perdita dei vecchi referenti alla Casa Bianca, avevano compromesso un'entrata rapida nella NATO. La cosa più urgente era ricostruirsi un'immagine diversa da quella acclarata (lo stupido invasore crudele che scatena la Russia) e avere dei ponti verso l'amministrazione Obama (Podesta e Gephardt sono espressione della classe dirigente del partito democratico).

Sul primo fronte, più che la verità dei fatti conta l'imprinting di un messaggio forte. Il messaggio d'impatto internazionale è quello della “plausibilità” di un'invasione russa, come a dire: vedete, la trasmissione ha funzionato perché un'invasione russa opererebbe davvero così, è credibile. E se una cosa è credibile, è anche probabile. Ergo, la Georgia è davvero in pericolo, va difesa, e chi la può difendere è la NATO.

Il canale televisivo che ha realizzato la trasmissione sulla falsa invasione russa è la Imedi, posseduta da una proprietà abbastanza nebulosa, ma riconducibile alla mafia ebraica georgiana e attualmente vicina al presidente Saakashvili.

La provocazione è stata percepita con ovvia gravità da Mosca. È auspicabile che lo sia anche nelle capitali occidentali, prima di assecondare le ossessioni dello squilibrato che imperversa a Tblisi. I suoi continui tentativi di alimentare una Grande Paura antirussa, tuttavia, dopo questo episodio potrebbero rivoltarsi contro di lui.

Il caso di manipolazione televisiva commentato da Russia Today:

13 marzo 2010

11/9, Un nuovo studio delle onde sismiche: c'erano esplosivi

da Megachip.




I segnali sismici registrati l’11 settembre 2001 rivelano l'uso di potenti esplosivi al WTC, secondo uno studio del geofisico francese André Rousseau. Si tratta di una ricerca clamorosa, fatta da un esperto di grande preparazione e lunga esperienza, e basata su dati pubblici già disponibili.

Il Dott. André Rousseau, ex ricercatore del CNRS in geologia-geofisica e specialista in onde acustiche, ha dato il suo consenso a pubblicare un articolo che condensa le sue ricerche e le sue risposte alle domande di ReOpen911.

Ci offre qui il suo punto di vista di specialista sulla questione della distruzione del World Trade Center avvenuta martedì 11 settembre 2001.


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Un nuovo studio dei segnali sismici l'11 settembre 2001 a New York
di André Rousseau (*), 20 febbraio 2010


L’11 settembre 2001 sono stati emessi dei segnali sismici durante il lasso di tempo in cui le Torri Gemelle del World Trade Center (la torre nord chiamata WTC1 e la torre sud WTC2 ) furono colpite dagli aerei e sono crollate, nonché durante il collasso dell'edificio 7 del WTC (conosciuto anche come WTC7) che non era stato colpito da alcun aereo.

Tra i numerosi dati sismici pubblicati su questo evento, sono quelli della stazione di registrazione sismica di Palisades, che si trova 34 km a nordest di Manhattan, che sembrano fornire i treni d'onda più adatti a essere interpretati, soprattutto per la precisa determinazione delle loro fonti. I tracciati di questi impulsi di treni di onde, tratti dalle pubblicazioni del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University, sono rappresentati nelle figure 1 e le figure 2.

I sismologi però a tutt’oggi si mostrano perplessi nelle loro analisi dei segnali registrati in quell’occasione, tanto grandi sono le contraddizioni, e risultano intrigati in modo particolare dalla presenza di "picchi" sismici prima dei crolli... (vedi Figura 4). Il presente lavoro dunque è dedicato allo studio di questi segnali sismici e ha l'obiettivo di dimostrare che solo se ci si discosta dalle spiegazioni ufficiali è possibile attribuire ai dati in esame una lettura scientifica coerente. Ciò dà luogo a una nuova interpretazione che rende caduche le asserzioni della “versione ufficiale”

Studio della composizione dei differenti treni d’onda

I treni d'onda di cui disponiamo sono:

  1. i segnali delle figure 1a e 1b relativi rispettivamente al momento degli impatti degli aerei contro il WTC1 e il WTC2
  2. i segnali delle figure 2a e 2b, rispettivamente contemporanei ai crolli del WTC1 e del WTC2,
  3. il segnale della Figura 2c contemporaneo al crollo del WTC7.


Determinazione/ indeterminazione dell’esatto momento temporale di origine dei segnali

Nei cinque casi, l’origine dei segnali è stata attribuita dai sismologhi che pubblicano tali dati agli impatti aerei o ai successivi crolli riportati dai video (Kim et al., 2001; Irvine, 2001; Hoffman, 2006).

Lo studio della propagazione di tali segnali sismici rientra, per distanze di propagazione e per natura delle fonti, nel campo della geofisica applicata.

Però, in questo tipo di ricerche, i tempi di origine devono essere noti con grande precisione (almeno al millisecondo) per poter calcolare le velocità di propagazione delle differenti onde sismiche.

Questa condizione qui non è presente. Infatti nei nostri casi specifici il riferimento e stato calcolato - per la Torre Nord (WTC1) – utilizzando il video registrato dalla CNN grazie al banner continuo dell’orologio sullo schermo (Hoffman, 2006) e i risultati sono stati comparati a quelli ottenuti con il metodo utilizzato da Lamont (Kim et al., 2001).

Quest’ultimo è consistito nel fissare approssimativamente una velocità di 2 km/s per un’onda di Rayleigh che attraversa più stazioni (vedi figura 3) poste a distanze crescenti dal punto di origine.

Il principale inconveniente di questo procedimento però deriva dal fatto che queste stazioni non si trovano su una linea retta, che i terreni affioranti - in cui si propagano le onde di superficie - sono diversi e quindi non producono la stessa velocità di propagazione.

Infatti, il fiume Hudson si trova su una linea di faglia che separa ad ovest i terreni sedimentari del Triassico e Giurassico con intrusioni di dolerite, il tutto sormontato da sedimenti recenti dell'Olocene, e ad est dall’affioramento di formazioni cristalline e metamorfiche del Proterozoico, del Cambriano e dell’Ordoviciano.

Queste ultime formazioni sono più rapide rispetto a quelle ad occidente, il che spiega come il percorso WTC-MANY, l'unico situato a est dell’Hudson, sia più veloce di tutti gli altri percorsi, situati ad ovest e strettamente legati alla velocità di propagazione della diversa copertura sedimentaria attraversata.

In altre parole, dato che sono situate su formazioni geologiche simili, non sorprende che solo le stazioni di Pasadena a 34 km, di Arny a 67,5 km e di TBR a 51 km abbiano fornito un risultato simile.

Inoltre l'enorme indeterminazione di 2 secondi, attribuita dagli stessi autori dei calcoli (Kim et al. 2001) per la determinazione del momento d’origine di ciascun segnale sismico ci obbliga fin d'ora a prendere le distanze dalle conclusioni ufficiali.



Treni d'onda attribuiti agli impatti sulle Torri (fig. 1a e 1B)


In primo luogo, occorre interrogarsi sul significato di tali segnali in funzione della causa loro attribuita. Mentre questa causa, lo schianto di un aereo, è analoga per le due torri, la magnitudo – riflessa dalle ampiezze – dei due segnali è diversa e l'onda generata non ha la stessa velocità apparente (vedi figure 1a e 1b) nonostante le Twin Towers potessero essere considerate come un insieme unico dal punto di vista spaziale in relazione alla distanza dal sito di registrazione.


Infatti, il calcolo della velocità di propagazione effettuato sulla base dei grafici in figura 1a e 1b, la cui origine è stata fissata al momento dell’osservazione dei rispettivi impatti, indica 2900 m/s per il WTC1 e 2150 m/s per WTC2: verosimilmente si tratta di onde di Rayleigh.


Però anche se molto amplificati, i segnali non sono stati generati dagli impatti contro le torri, in quanto le onde effettivamente prodotte dai due schianti sono state ammortizzate prima di raggiungere il suolo, pur supponendo che si abbia a che fare con le stesse (basse) frequenze ... Infatti, le frequenze delle onde generate da esplosivi sono dell'ordine dell’hertz – come nel caso presente -, mentre quelle dovute a percussione sono superiori a 10 Hertz, raggiungendo piuttosto circa i 100 hertz. ... Inoltre, la banda passante usata nelle registrazioni citate non consente la registrazione di tali onde.


Quanto alla teoria della oscillazione delle torri, difesa da Irvine (2001) per spiegare questi segnali, questa non regge, perché nel caso si avrebbe un segnale "quadrato" di lunga durata e di ampiezza costante, mentre qui si osserva un segnale "a campana", indicativo di un impulso forte e di breve durata, particolarmente evidente nel caso del WTC2.


Nella misura in cui risulta geofisicamente impossibile avere due diverse velocità di propagazione per la stessa onda, alla stessa frequenza - in quanto le onde di superficie sono dispersive, vale a dire che le velocità dipendono dalle frequenze - sullo stesso percorso e a pochi minuti di distanza, bisogna arrendersi all’evidenza che le cause presunte delle onde registrate non sono corrette, e che in questo caso non sono connesse agli impatti degli aerei, ma ad un'altra fonte, come l’azionamento di un esplosivo, con un intervallo di tempo non uguale per le due torri in relazione agli impatti degli aerei. Allo stesso modo, la differenza di magnitudo dei due segnali non può che essere collegata a parametri differenti relativi a un volume di esplosivi e/o alla loro distanza dal suolo.


Treni d'onda attribuiti al crollo delle torri (fig. 2a, 2b e 2c)


Mentre per il geofisico le Torri Gemelle hanno all’incirca lo stesso peso,la stessa altezza e larghezza e lo stesso tipo di struttura interna – oltre che lo stesso punto d’ origine delle onde e la stessa distanza dalla stazione di registrazione - i segnali attribuiti al WTC1 (Fig. 2a) e WTC2 (Fig. 2b), invece di essere simili come lo imporrebbe la tesi ufficiale che attribuisce l'origine delle onde sismiche al semplice crollo delle torri, sono in realtà molto diversi in termini di “forma”, di composizione, e in particolare della loro velocità apparente, quella calcolata a partire dall’origine ufficiale.

Infatti, la registrazione relativa al WTC1 mostra i tre tipi d’onda caratteristici di una fonte esplosiva a breve (tipo "Dirac") contenuta in un materiale solido compatto: un’onda P di velocità 6000 m/s, valore normale per un terreno cristallino o sedimentario molto consolidato (come nel caso del bedrock di Manhattan), una onda S di velocità 3500 m/s e un’onda di superficie di velocità 1800 m/s (onda di Rayleigh).

Questi valori sono compatibili con quelli registrati durante i terremoti o nelle prospezioni sismiche.

Comunque, il tracciato sismico relativo al WTC2 non mostra le onde di volume P e S osservate per il WTC1, ma solamente un'onda di superficie, la cui distribuzione delle ampiezze sulla durata è diversa da quella del WTC1.

In funzione dell’ origine specifica del segnale la velocità di propagazione è anche diversa da quella del WTC1 e pari a 2.125 m/s (onda di Rayleigh). Questa onda appare seguita da una seconda onda di Rayleigh a 4 secondi, intervallo calcolato fra i due “picchi” di ampiezza.

Lo stesso scenario si ripete per il WTC7, dove il calcolo della velocità dell’onda in funzione dell’origine determinata è simile a quello di un'onda di Rayleigh con 2200 m/s. Da notare che qui le ampiezze sono paragonabili a quelli delle onde emesse nello stesso tempo dagli impatti aerei contro le torri . Questa onda appare seguita da una seconda onda di Rayleigh di 6,7 secondi, intervallo calcolato fra i due “picchi” di ampiezza.

In tutti e tre i casi, la forma a "campana" indica una fonte impulsiva e non una vibrazione del suolo dovuta alla caduta dei materiali , del resto di modeste dimensioni, che è durata circa dieci secondi (un tempo molto lungo per un geofisico). Per inciso, c’è da dire che la durata del segnale si allunga propagandosi correlativamente alla sua attenuazione e che questa durata è più lunga per le onde di superficie le quali, essendo dispersive, hanno velocità di fasi differenti. La durata di queste onde non ci fornisce quindi alcuna informazione relativa alla sorgente, al contrario dell’ampiezza e soprattutto della frequenza.


DISCUSSIONE
Constatato che né il solo impatto degli aerei né la vibrazione di una torre né la susseguente caduta dei detriti possono essere stati la fonte delle onde sismiche registrate a 34 km di distanza e le cui basse frequenze non possono che essere provocate da fonti esplosive, occorre adesso trovare perché gli impulsi dei treni d’onda siano diversi.


Innanzitutto sono necessarie alcune considerazioni preliminari. Dobbiamo infatti distinguere le esplosioni sotterranee, subaeree (vicino al suolo, senza toccarlo) e aeree.


Le esplosioni sotterranee sono assimilabili ai terremoti, nel senso che tutta l'energia meccanica è trasmessa al terreno sotto forma di onde di volume, P (onde primarie) e S (onde secondarie) e onde superficiali (Rayleigh e Love) generate dalle precedenti quando queste raggiungono una interfaccia solido- fluida (la superficie di separazione tra la crosta terrestre e l’atmosfera per esempio) (caso 1).


Le esplosioni aeree scaricano tutta la loro energia nell’aria (onde P acustiche), e ciò che ne resta – quando e se raggiungono il suolo – è ormai insufficiente a creare onde di volume ... (si possono riscontrare onde di superficie solo su distanze brevi) (caso 2).


Le esplosioni subaeree emettono un’energia che si ripartisce in onde sonore essenzialmente nell’aria, e in onde di superficie nel terreno. Le onde di volume dissipate nell’aria non possono che ritrovarsi assai indebolite nel terreno, ma le onde di superficie sono sempre presenti (caso 3).


In breve, un'esplosione sotterranea non sarà percepita nell’aria, ma il terreno vibrerà e si originerà un tracciato di treni d’onda (onde di corpo e di superficie).


Al contrario, se si sente un'esplosione, come è successo nel nostro caso, se questa è “aerea” non darà luogo a segnali sismici, se invece è subaerea potranno generarsi delle onde di superficie.


Pertanto, possiamo affermare che - contemporaneamente agli impatti degli aerei - presso la base delle torri sono state provocate delle esplosioni cosiddette "subaeree" e il boato che ne è seguito e stato confuso con quello dello schianto degli aerei stessi (caso 3). Le torri sono state così indebolite dalla rottura delle colonne portanti. L’esplosione alla base del WTC1 è stata percepita dal testimone William Rodriguez (2006) [vedi anche Spingola (2005)].


Per quanto riguarda il crollo delle torri, si deve distinguere quella del WTC1 da quelle del WTC2 e WTC7. Il tipo di onde generate da queste due ultime torri è caratteristico di quello di una forte esplosione “subaerea” (caso 3), percepita dai testimoni. Ad esempio, per quanto riguarda il WTC2, un pompiere attesta un'esplosione prima del crollo in un'enorme nuvola di polvere (cfr. [1]), a prima vista non molto lontano dalla base della torre, accompagnata da lampi e boati secondo la testimonianza di un « Assistant-Commissioner» (cfr. [2]). Un altro vigile del fuoco, che si trovava alla base del WTC2,ha rilevato una grande esplosione 20 piani al di sotto della zona d'impatto del velivolo, pochi istanti prima che la sommità della torre crollasse (cfr. [3]).


Queste esplosioni erano troppo in alto per generare nel suolo onde di volume, mentre l'onda di Rayleigh registrata proviene probabilmente soltanto dall'esplosione situata più a ridosso del suolo.


Fra le altre esplosioni sentite alla base del WTC2 (Anonimo, 2009), una di esse ha generato la seconda onda di Rayleigh registrata 4 secondi dopo la prima. È lo stesso fenomeno verificatosi per il WTC 7. Un testimone che osservava questa torre ha sentito una specie di boato come «il fracasso di un tuono» che ha fatto esplodere le finestre verso l’esterno, mentre la base del palazzo in fiamme è crollata un secondo più tardi, prima che tutto il resto della torre ne seguisse il movimento (vedi [4]), aiutata da una seconda esplosione che ha generato un'onda di Rayleigh registrata 6,7 secondi più tardi


Per quanto riguarda WTC1, il cui crollo è iniziato dopo quello del WTC2, nonostante il fatto che fosse stato colpito prima, c’è stata un'esplosione sotterranea (caso 1) che ha preceduto la sua caduta. Questa esplosione non è stata logicamente avvertita dai testimoni alle ore 10,28 EDT, ad eccezione di quelli che si trovavano accanto alla torre (cfr. [5]), ma è stata "percepita" da una telecamera, che riprendendo le immagini della torre ed essendo appoggiata a terra è stata scossa dalla vibrazione del terreno al momento dell’esplosione (si veda [6]).


Tuttavia, è anche logico che le numerose esplosioni mostrate dai filmati ai piani superiori prima e durante i crolli non abbiano prodotto onde sismiche (caso 2) a causa della frammentazione nel tempo dell'energia detonante con moltiplicazione di fonti successive, ciascuna delle quali con impulsi limitati, non sufficienti a generare onde sismiche nel terreno.


Anche se molte demolizioni controllate ben eseguite non creano onde sismiche (airburst, esplosioni aeree, Ndt), è utile confrontare queste osservazioni con i dati sismici ottenuti durante la demolizione controllata del Kingdome a Seattle (vedi Anonimo, 2000) e Oklahoma City (Stati Uniti) (Holzer et al., 1996).


Il caso Kingdome è insolito in quanto era su esplicita richiesta dei sismologi che le esplosioni sono state parametrizzate (perché volevano approfittare dell'occasione), e quella di Oklahoma è dovuta alla ricostruzione di un attentato con l'esplosivo. Questi due esempi rientrano nei 3 casi di cui sopra, presentando una potente esplosione subaerea con conseguente emissione di onde di Rayleigh, e in cui la caduta dei detriti è irrilevante dal punto di vista sismico, anche a distanze minori di 34 km (rispettivamente, meno di 7 e 26 km).

Le altezze e la profondità delle esplosioni delle due torri WTC1 e WTC2 che hanno generato onde sismiche sono diverse. Questo è da mettere in relazione con il fatto che entrambe le torri non sono crollate nello stesso modo: infatti, il tempo intercorso fra l’impatto dell’aereo e il crollo è più lungo per WTC1 (1 ora e 42 minuti) che per WTC2 (56 minuti), e inoltre, mentre la parte superiore del WTC1 comincia a crollare obliquamente, si può affermare che soltanto una potente esplosione sotterranea posta sotto la torre abbia poi permesso a tutto l’ edificio di crollare verticalmente. 

Le magnitudo locali ML, che i sismologi hanno calcolato dalle onde di superficie, offrono risultati che confermano la nostra analisi. Infatti, sulla scala Richter, esse sono superiori a 2 per le onde emesse al momento del crollo. Ora è impossibile ottenere una tale magnitudo dalla sola caduta di macerie e soprattutto su un periodo di una decina di secondi!! Anche se l'intera torre fosse stata ridotta a una palla compatta, ci sarebbe voluta una velocità di spostamento "meteoritica", in ogni caso superiore a quella dovuta alla gravità terrestre, per sperare di raggiungere una tale magnitudo!!


Inoltre, va sottolineato che la magnitudo attribuita all'esplosione sotterranea, quella del WTC1, è ML=2,3 - paragonabile al terremoto in Manhattan del 17 gennaio 2001 (ML=2,4) - mentre la magnitudo relativa all'esplosione subaerea del WTC2 è ML=2,1, quindi più debole, e questo divario – logico per le esplosioni descritte - è particolarmente significativo in scala logaritmica. Questo è da mettere in relazione al fatto che, essendo le torri conformi per massa e altezza, la caduta dei loro detriti avrebbe dovuto generare una magnitudo analoga, se essa fosse stata la sorgente delle onde…

Si noti come la geofisica applicata sia in grado di generare onde sismiche nel terreno, utilizzando fonti impulsive non esplosive di tipo "weight dropping" - che consiste nel lasciar cadere al suolo una massa di 3 tonnellate - o servendosi di “vibratori” ancorati al suolo. Ma le energie delle onde sviluppate nel terreno sono troppo piccole e permettono la loro propagazione per non più di qualche centinaio di metri ..


Relazione onde sismiche/procedimento di crollo
L’osservazione di ciascun crollo delle tre torri dimostra che è stato diverso, e ciò è da correlare all’emissione delle onde sismiche corrispondenti

Il crollo del WTC7 è quello che più si avvicina alla demolizione controllata classica, con crolli consecutivi di piani a partire dalla base dell’ edificio indebolito da una potente esplosione subaerea. Per quanto riguarda le Torri Gemelle, queste in un primo tempo sono state indebolite dalle esplosioni alla base nel momento in cui gli aerei le hanno colpite.

Poi, dobbiamo distinguere la parte dell’edificio situata al di sopra della zona d’impatto degli aerei da quella situata al di sotto.

Se le onde sismiche non hanno potuto essere generate dalle esplosioni visibili ai piani e che hanno provocato i crolli graduali dal basso verso l’alto al di sopra della zona d’impatto e dall’alto verso il basso al di sotto di questa zona, è solo a causa di una potente esplosione situata al piano terra dell’edificio per il WTC2 e di un’altra , sotterranea per il WTC1, che hanno accelerato il processo di tracollo totale emettendo le onde sismiche studiate.

Con ogni probabilità, del resto è stata proprio l’esplosione sotto il WTC1 che, facendo crollare l’edificio dalla base, ha "riposizionato" in verticale la traiettoria inizialmente obliqua del crollo della sommità del WTC1



Conclusioni


Al momento dell'impatto degli aerei contro le Torri Gemelle e del crollo di queste ultime, così come di quello del WTC7, sono state generate onde sismiche. Nella misura in cui (1) le onde sismiche non sono create che da impulsi brevi (2), dove le basse frequenze sono ascrivibili a un’energia (magnitudo) paragonabile a quella di un terremoto strumentale, queste onde rivelano indubbiamente una origine esplosiva. Anche se gli impatti degli aerei e il crollo dei detriti delle torri al suolo sono stati in grado di generare onde sismiche, in primo luogo la loro magnitudo era insufficiente per essere registrata a 34 km, e in secondo luogo non potevano che essere omogenee.

Ora, i segnali sismici mostrano differenze significative nella loro composizione e nella magnitudo e soprattutto in termini di velocità di propagazione sebbene il loro percorso sia comunque identico in condizioni identiche. Poiché questa differenza è fisicamente inspiegabile nel quadro della versione ufficiale, si deve rimettere in discussione il calcolo delle velocità effettuato a partire da un punto di origine dedotto da immagini video. Non si può che concludere che in realtà la fonte (esplosiva) è stata attivata manualmente quindi con uno sfasamento variabile per ciascuna delle origini in relazione ai video.

La composizione delle onde è indicativa dell’ubicazione della sorgente e la magnitudo dipende dall'energia trasmessa al suolo. L'origine sotterranea delle onde emesse al momento del crollo del WTC1 è dimostrata dalla presenza di onde di volume (P e S), a cui si aggiungono quelle di superficie (onde di Rayleigh), che sono presenti in tutti e cinque i casi.

La posizione della sorgente delle altre quattro esplosioni è subaerea, come dimostrato dalla presenza di onde di Rayleigh.

Le esplosioni aeree visibili sul video ai piani superiori delle Torri Gemelle non procurano onde sismiche a 34 km di distanza dalla sorgente.

Vi è un fattore dieci tra la potenza delle esplosioni contemporanee agli impatti degli aerei contro le Torri Gemelle (così come quella contemporanea al crollo del WTC 7) e la potenza di quelle – le più forti – contemporanee al loro crollo, di cui quella relativa all’esplosione sotterranea del WTC1 ha trasmesso al suolo la maggior quantità d’energia.

Si noti anche che, nella misura in cui le onde di superficie sono dispersive (la velocità dipende dalla frequenza), la durata del segnale registrato non è rappresentativa della durata del segnale alla fonte.

Infine, la demolizione controllata di tre torri, suggerita dalle testimonianze oculari e uditive, nonché dalle osservazioni sulla loro caduta, è dunque dimostrata anche dall'analisi delle onde sismiche emesse al momento degli impatti degli aerei e al momento dei crolli.


di André Rousseau (*)

(*) André Rousseau ha conseguito un dottorato di Stato francese. Si è ritirato dal CNRS, dove ha studiato in particolare le relazioni tra le caratteristiche delle onde meccaniche progressive e la geologia. Ha pubblicato numerosi articoli in geofisica a revisione paritaria (peer to peer) e partecipato a numerose conferenze, comprese quelle con comitato di selezione.

In questo articolo mette in evidenza che le onde sismiche registrate l'11 settembre a New York sono il risultato di esplosioni sotterranee e subaeree che partecipano alla demolizione controllata delle Torri Gemelle e dell'Edificio 7.



FIGURE

(Si noti che per ragioni di leggibilità, queste figure sono riprese senza modificazioni delle scale, le quali sono in un rapporto da uno a dieci fra le registrazioni al momento del crollo dei WTC1 e WTC2 e quelle al momento degli schianti, così come per la registrazione avvenuta al crollo del WTC7).

Onde emesse al momento dell'impatto degli aerei
Figura 1a : segnale registrato a Palisades durante l'impatto sul WTC1

Figura 1b : segnale registrato a Palisades durante l'impatto sul WTC2.

Onde emesse al momento del crollo delle torri

Figura 2a : segnale registrato a Palisades durante la caduta del WTC1


Figura 2b : segnale registrato a Palisades durante la caduta del WTC2

Figura 2c : segnale registrato a Palisades durante la caduta del WTC7


 Figura 3 : Esatto momento temporale di origine dei segnali.

 

Figura 4 : I "picchi" sismici.


NOTE

TESTIMONIANZE CITATE
Le testimonianze citate nelle note (1), (2), (3) e (5) provengono da: Oral Histories From Sept. 11 Compiled by the New York Fire Department – «The New York Times» (2005)

(1) Intervista del pompiere Richard Banaciski, situato nella strada di fronte al WTC2
«Mi ricordo, stavamo… all’inizio stavamo in strada, e poi delle persone hanno cominciato a saltare, allora tutti quanti sono arretrati verso il parcheggio coperto, in direzione dell’edificio, per essere al riparo da quel che precipitava.
Ci siamo restati forse 10 o 15 minuti e mi ricordo che c’è stata proprio un’esplosione. Ciò assomigliava a quel che si vede in televisione quando si distrugge un edificio. Era come se questo facesse tutto il giro come una cintura, tutte queste esplosioni.
Tutti allora si son messi a gridare: "Correte!", e siamo tutti tornati indietro nel garage perché era dove eravamo. Correre in avanti sarebbe stato correre verso là. Non abbiamo pensato che l'edificio stesse crollando. Abbiamo pensato che ci fosse stata una grande esplosione, e che della roba stava per caderci addosso. Quindi un’enorme nuvola si è intrufolata dentro il parcheggio.»

(2) Intervista dell’Assistant-Commissioner Stephen Gregory situato nella strada di fronte al WTC2

«In quel momento abbiamo sentito un rumore tremendo, abbiamo sentito del rumore e quindi l'edificio è crollato.
(...) Quando ho guardato verso il World Trade Center prima che crollasse, prima che la torre 2 crollasse, (...) ho visto lampi verso la parte bassa dell’edificio. Quando ho parlato con il tenente Evangelista, sebbene né io né lui ne avessimo parlato, mi ha chiesto se avessi visto dei flash davanti alla parte bassa del palazzo, e ho risposto sì perché ho pensato, in quel momento, che non avevo idea di cosa ciò potesse essere. Voglio dire, avrebbe potuto essere una conseguenza del crollo del palazzo, delle cose che esplodono, ma ho visto dei flash flash flash e dopo ciò è apparso come se l'edificio crollasse.
Domanda: Questo era sopra o sotto la zona toccata dagli incendi?
Risposta: No, era nella parte al di sopra. Sapete com'è quando si demolisce un edificio, quando lo si fa esplodere e crollare? Questo è quello che credo di aver visto. Non ho parlato con il tenente, ma lui mi interrogò. Mi ha detto: "Io non penso di essere pazzo, ma voglio comunque chiedertelo lo stesso perché eri proprio accanto a me"; mi ha chiesto se avevo visto qualcosa su un edificio. Gli ho chiesto cosa intendesse per "vedere qualcosa". Mi ha chiesto: "Hai visto dei flash? . Gli ho risposto di sì, pensavo di aver sognato, mi ha detto che anche lui aveva visto questi flash. Non so se questo abbia un senso. Voglio dire, ho equiparato questo all’edificio che sta per crollare, e scaglia giù le cose, poteva essere stato causato da esplosioni di energia elettrica, o qualsiasi altra cosa.
Ma è davvero strano che due persone dicano più o meno la stessa cosa senza che nessuno dei due ne avesse parlato all’altro. Voglio dire, non conosco questo tizio manco per sogno. Mi trovavo solo a fianco a lui. Non lo avevo mai incontrato prima. Sapeva chi ero per via del mio nome sulla divisa, suppongo, e mi ha interpellato con un “come va, tutto bene? E, senti, a proposito, hai…” Ciò era giusto un po’ strano.

Domanda: Alla televisione abbiamo anche visto, precedentemente al primo crollo, che c’era stata un’esplosione al livello dei piani superiori.

Risposta: Sì, so dell’esplosione ai piani superiori. Era di fronte, non ho dovuto volgervi lo sguardo, avevo già lo sguardo in quella direzione. Non è che vado a dire che fosse al primo o al secondo piano, ma era in qualche punto in quell’area che ho visto quelli che mi sono apparsi come dei flash. Non so quanto fossero in basso. Voglio dire, abbiamo sentito il rumore, ma dopo tutto, non so.

(3) Intervista al pompiere William Reynolds, situato davanti al WTC2.
Dopo qualche istante, non so quanto esattamente, mi sono assai preoccupato per via di una grossa esplosione proveniente dalla torre sud.
Era come se sparassero per una cinquantina di metri verso ogni direzione, et poi tutto d’un colpo la cima della torre ha iniziato ad appiattirsi come un millefoglie (...).
(Il fuoco) è comparso da qualche parte al di sotto (dei piani superiori in cui il crollo è cominciato). Forse venti piani sotto la zona colpita dall’aereo.
Credevo che fosse un incendio e poi quando in seguito l’ho visto alla televisione, non mostrava in apparenza del fuoco, mostrava un getto di fumo che fuoriusciva da sotto la zona d’impatto dell’aereo.

(4) trasmissione radio dell’11/09/2001, i video dell’11/9 – Il crollo controllato del WTC7
Ero proprio là, sapete… guardavamo l’edificio (il WTC7), era in fiamme… i piani bassi andavano a fuoco e abbiamo sentito questo rumore… come un tuono… tutto intorno – siamo stati scioccati al vedere che il palazzo era… Ebbene, questo ha generato come un’onda d’urto che percorreva l’immobile e tutte le finestre sono esplose… Era orribile… Un secondo più tardi, il piano inferiore ha ceduto, seguito dall’edificio… Abbiamo visto il palazzo crollare interamente al suolo… eravamo sotto choc.

(5) Intervista del tenente medico Bradley Mann, arrivato al deposito del WTC1
Eravamo sul campo lungo tutto il tempo degli eventi. Appena prima del crollo della prima torre, mi ricordo di aver sentito il suolo tremare. Ho sentito un enorme rumore, e le macerie hanno cominciato a volare dappertutto. Tutti quanti si son messi a correre laggiù. (…)
Mentre cadevano i detriti provenienti dal cielo in seguito al primo crollo, abbiamo iniziato a ritornare a est verso West Street e alcuni minuti dopo, non ricordo con più precisione, perché eravamo così occupati a vedere chi c'era e chi mancava, è successa la stessa cosa. Il suolo ha tremato di nuovo, e abbiamo sentito un altro rumore enorme, poi abbiamo visto la seconda torre che crollava. E di nuovo abbiamo corso su Vesey Street, per salvarci la pelle.
http://graphics8.nytimes.com/packages/pdf/nyregion/20050812_WTC_GRAPHIC/9110194.PDF

(6) Video della prova di un'esplosione sopravvenuta alla base del WTC1
Questo video mostra il crollo del WTC1 (…). La telecamera non era tenuta in mano, ma era direttamente collegata al suolo tramite un treppiede, cosa che ha permesso alla telecamera di catturare visivamente un tremore del suolo che è sopravvenuto circa 13 secondi prima che l'edificio crollasse. Il video mostra anche oggetto cadere dalla destra dell'edificio poco prima che la telecamera cominci a tremare. La prossimità nei tempi di questi due avvenimenti indica che sono connessi.
http://whatreallyhappened.com/WRHARTICLES/shake.html



RIFERIMENTI
Anonimo (2000) : Kingdome implosion seismograms.

Anonimo (2009) : 9/11 Firefighters : Bombs and Explosions in the WTC.

Hoffman J. (2006) : Seismic Records of the Twin Towers’ Destruction: Clarifying the Relationship Between Seismic Evidence and Controlled Demolition Theories,

Holzer T. L.,. Fletcher J. B, Fuis G. S., Ryberg T., Brocher T. M., and Dietel C. M. (1996), Seismograms offer insight into Oklahoma City bombing, Eos Trans. AGU, 77(41), pp393, 396-397.

Irvine T. (2001) : The World Trade Center Disaster: A Shock and Vibration Perspective

Kim Won-Young, Sykes L.R., Armitage J.H., Xie J.K., Jacob K.H., Richards P.G., West M., Waldhauser F., Armbruster J., Seeber L., Du W.X., and Lerner-Lam A (2001) : Seismic Waves Generated by Aircraft Impacts and Building Collapses at World Trade Center, New York City, Eos, Transactions, American Geophysical Union, Vol. 82, No. 47, pp 565, 570-571, November 20, 2001. http://www.ldeo.columbia.edu/LCSN/Eq/20010911_WTC/WTC_LDEO_KIM.pdf

Rodriguez W. (2006) : 9/11 Hero “last man out”, Wednesday, November 7th, American Scholars Symposium, Seattle Center.

Spingola D. (2005) : William Rodriguez, a 9-11 Survivor.

***************

André Rousseau ha scritto – nel corso di oltre quarant'anni di carriera – decine di lavori specialistici in materia di geologia-geofisica, sismologia e onde acustiche, incluse svariate opere soggette a revisione paritaria (peer review). Alcuni suoi testi sono accessibili sul web.


A New Global Theory of the Earth's Dynamics: a Single Cause Can Explain All the Geophysical and Geological Phenomena.
http://fr.arxiv.org/ftp/physics/papers/0502/0502135.pdf, ccsd-00004334

Relationship between acoustic body waves and in situ stresses around a borehole.

Is the San Andreas Fracture a bayonet-shaped fracture as inferred from the acoustic body waves in the SAFOD Pilot hole?

Comparative study of P and S wave amplitudes of acoustic logging through solid formations: contribution to the knowledge of in situ stresses and fractures.

La versione francese di questo articolo:
Su ReOpen911: http://reopen911.info/11-septembre/etude-des-signaux-sismiques-le-11-septembre-2001-a-new-york.
Su AgoraVox: http://www.agoravox.fr/actualites/international/article/des-signaux-sismiques-revelent-l-70808.

Traduzione per Megachip a cura di Emanuela Waldis e Pino Cabras.

12 marzo 2010

Da Washington attacchi a Fujita

Da Megachip.


Il «Washington Post» attacca il responsabile esteri del Partito Democratico giapponese,Yukihisa Fujita, per le sue tesi sull'11/9 (che sono anche le nostre). La verità sta emergendo anche a livello delle più alte relazioni internazionali. Vogliono costringere il nuovo governo giapponese, e il suo già scomodo premier Hatoyama, a cacciare Fujita. Vediamo se ci riescono. Intanto sono costretti a parlarne.
Grazie dottor Fujita, lei ha già reso un grande servigio alla causa della verità.

Di seguito vi proponiamo due link interessanti. Uno è proprio con l'articolo del «Washington Post» dello scorso 8 marzo, pubblicato anonimamente come nelle grandi occasioni, come quando si vuole irradiare l'autorevolezza di una circolare di governo, in questo caso con la risolutezza di un'ingiunzione, tanto più irrituale in quanto attacca una figura di primissimo piano della maggioranza che governa il Giappone:

L'altro link è con un articolo comparso pochi giorni prima sull'altro importante quotidiano della capitale statunitense, il «Washington Times», che invece racconta come le inchieste degli architetti e ingegneri di “Architects & Engineers for 9/11 Truth” potranno avere un impatto sul processo a Khalid Shaikh Mohammed:

6 marzo 2010

Micidiale attacco a Giulietto Chiesa da parte del “Campo Antimperialista”

di Giulietto Chiesa, da Megachip.



Ma che bello, finalmente un attacco “da sinistra” contro “l’ostinato complottista” Giulietto Chiesa! Fino a ieri si trattava dei kamikaze di Bush. Adesso appare un certo Moreno Pasquinelli, che è invece un kamikaze di Osama bin Laden. Quasi quasi mi viene nostalgia per Attivissimo, il quale parteggia per un assassino come Bush, ma almeno questo è ancora vivo.

Invece il Pasquinelli, campeggiatore antimperialista, parteggia per un ex (?) agente della CIA, per giunta probabilmente morto.
Dice che sono un “ostinato complottista”, usando per inciso la stessa terminologia di Piggi’ Battista e del Pompiere della Sera. Dice che mi stima (captatio benevolentiae che non contraccambio) e poi distribuisce nell’articolessa una discreta serie di insulti. Ma non vale la pena di entrare nel merito della lunga disquisizione (chi vuole può andare a leggerla tutta su www.campoantimperialista.it).
Mi occuperò dunque solo dell’ultimo capoverso, perché in cauda venenum.
Il nostro kamikaze di Osama bin Laden ha individuato dove volevo “andare a parare”. Secondo lui scopo del mio articolo “A lezione dal Mossad” era quello di screditare “la lotta armata di resistenza”; ovvero di cancellare quello che “hanno insegnato tutte le lotte di liberazione”, e cioè che “atti terroristici compiuti dalle resistenze portano sì morte e paura, ma nel campo nemico”.
Insomma io avrei inteso disarmare i volonterosi che potrebbero anche loro organizzare qualche atto terroristico, spingendo “al suicidio preventivo ogni che si metta in testa la strana idea di combattere il sistema”, ovviamente con il terrorismo.
Aggiunge il Pasquinelli che, con le mie “ossessioni” (stesso linguaggio, di nuovo, dei kamikaze di Bush) io attribuirei “smisurata onnipotenza (che non hanno affatto!) ai servizi segreti imperialistici”. Insomma lui pensa (e ne ha diritto, per carità) che Al Qa'ida esiste, e combatte insieme a lui, e che i terroristi sono fratelli di lotta. Noi “complottisti” invece chi siamo? Siamo dei pacifisti.
E bravo Pasquinelli, qui ci hai azzeccato.
Sul resto ho qualche dubbio.
Intanto queste righe non valevano neppure ai tempi della guerra del Vietnam. Possibile che i campeggiatori antimperialisti non si siano accorti che sono passati oltre quarant’anni? Non hanno visto i cambiamenti? Non hanno percepito che i rapporti di forza sono cambiati? Pare di no. Quando si dice che l’ideologia, quando si cristallizza, si rimbecillisce in catechismo.
A lui risulta che l’11 settembre 2001 ha portato morte e paura nel campo nemico. Io vedo che da nove anni ormai l’11 settembre è diventato l’arma principale per il dominio imperiale e che la lotta contro il terrorismo internazionale ha chiuso centinaia di spiragli di libertà, ha provocato una restrizione dei diritti e delle libertà democratiche in tutto il mondo, ha permesso di avviare due guerre ancora in corso. Domanda: il “campo nemico” è più forte oggi o il 10 settembre 2001?
Il Pasquinelli dice che i servizi segreti non sono così “smisuratamente onnipotenti”. Neanche io penso che siano smisuratamente onnipotenti. Penso che sono molto potenti. E l’ultima cosa che vorrei suggerire a qualche sfigato, è quella di farsi fottere come uno scemo partecipando ai loro trucchi.
Anche per questo ho scritto quell’articolo. Per spiegare a chi ha cervello come funzionano le cose. Pasquinelli il cervello lo ha dimenticato da qualche parte e non ha capito che volevo essere gentile anche con gente come lui.
Quanto al pacifismo – come ho scritto già ripetutamente – la cosa più stupida che si possa fare è quella di inneggiare alla violenza quando gli strumenti della violenza sono interamente nelle mani del nemico. Ma forse i campeggiatori antimperialisti pensano che loro sono all’offensiva e l’Impero è sul punto di arrendersi.
Quanto alla critica di merito delle mie posizioni, all’analisi di chi erano quei “combattenti rivoluzionari”, assai più simili a puttanieri, da dove venivano, quanto erano salafiti etc, ovviamente, nemmeno l’ombra.
Come al solito. Prima il catechismo.