Le
chiavi del mistero della «Ustica
ucraina»
sono saldamente nelle mani del governo di Kiev, che potrà decidere
se tenerle per sé. I risultati delle indagini sui resti del Boeing
della Malaysia Airlines abbattuto il 17 luglio 2014 sul quadrante
sudorientale dello spazio aereo ucraino sono segreti e potranno
rimanere tali a discrezione di alcuni paesi interessati, tra cui la
stessa Ucraina.
La
clamorosa rivelazione è rimasta sotto traccia per diverse settimane,
nonostante ne avessero già parlato diverse insospettabili fonti
ucraine, tra cui l'Agenzia
Interfax-Ucraina
e l'agenzia filogovernativa UNIAN.
I grandi media occidentali non l'hanno ripresa.
La
notizia è questa: l’Ucraina, i Paesi Bassi, l’Australia e il Belgio
hanno firmato, in data 8 agosto, un «Non
Disclosure Agreement», ossia un accordo
per non rendere noti i risultati ottenuti fin qui dall’inchiesta
sul volo MH17. A parlarne è stato il portavoce del procuratore
generale dell'Ucraina, Jurij Bojčenko,
nel corso di un briefing
tenutosi il 12 agosto.
L'esponente
della magistratura ucraina ha definito questo accordo quadripartito
«senza
precedenti».
È stato infatti firmato, irritualmente,
mentre stavano indagando le autorità competenti, «senza
il coinvolgimento dei ministeri degli esteri dei paesi»
interessati.
Pertanto il livello politico di governo è schermato, mentre la
decisione formale sul segreto di Stato rimane in capo, in apparenza,
solo a un livello “tecnico”. In realtà il peso politico
dell'accordo internazionale è confermato da un passaggio successivo.
Dopo la firma, infatti, la Verkhovna Rada (il Parlamento dell'Ucraina) ha
ratificato l'accordo e ha consentito la partecipazione aggiuntiva
alle fasi tecniche dell'inchiesta da parte di personale specializzato
della Malaysia, paese direttamente interessato e colpito dalla
tragedia.
La
squadra dei firmatari (e decisori) comprende dunque, oltre
all'Australia, due paesi chiave della NATO, Belgio e Paesi Bassi,
anche se il Belgio ha avuto solo quattro vittime. Ma non comprende –
in sede di decisioni - la Malaysia. Tuttavia il vero paese-chiave è
l'Ucraina, cioè il primo responsabile del controllo del proprio
spazio aereo, che ottiene una sorta di diritto agli “omissis” dai
partner dell'inchiesta.
I
risultati dell'indagine saranno pubblicati una volta che essa sarà
completata soltanto
se prevale un accordo di consenso di tutte le parti che hanno firmato
l'accordo.
Cioè ognuna delle parti, se ha interesse, ha diritto di veto alla
pubblicazione. Il tutto «senza
dover offrire ulteriori spiegazioni».
Si
può star certi che l'insolito accordo quadripartito non esimerà la
Russia dal sollevare la questione in termini giuridici e politici a
livello internazionale. Al momento l'ICAO (International Civil
Aviation Organization) non ha reagito alla notizia.
Sebbene
i media e i governi occidentali avessero dichiarato all'istante la
loro “certezza” su chi fosse responsabile dell'abbattimento, gli
esperti internazionali ammettono che per l'indagine sui frammenti del
Boeing 777 malaysiano ci vorranno parecchie settimane. La seconda
fase riguarderà le ricerche sui resti delle vittime del disastro del
volo MH17.
Il
grande silenzio mediatico che ha ormai avvolto la vicenda fa
presumere che i risultati dell'indagine siano effettivamente
secretati e che la perizia finale non verrà diffusa (o che lo sarà
solo dopo qualche anno, quando le cause politiche del disastro
avranno già perduto la loro rilevanza, sostituite da altre
tragedie).
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