4 aprile 2014

La Turchia preparava una "false flag" per aggredire la Siria

di Massimo Mazzucco.


Dopo aver chiuso ai propri cittadini l'accesso a Twitter, la scorsa settimana la Turchia ha fatto la stessa cosa con il canale YouTube. Il motivo di questa seconda chiusura sembra essere stato la presenza su YouTube di una conversazione di alto livello - che doveva ovviamente restare segreta - fra il ministro degli esteri Davutoğlu, il viceministro Feridun Sinirlioğlu, il capo dei servizi segreti Hakan Fidan, e il vicecapo delle forze armate turche, Yaşar Güler. In questa conversazione i vari personaggi discutono di una possibile operazione "false flag" da organizzare contro la stessa Turchia, per creare un incidente internazionale che permetta alla NATO di intervenire in Siria.

Di seguito, alcuni estratti della conversazione:

Ahmet Davutoğlu: Il primo ministro [Erdoğan] ha detto che nella situazione attuale, questo attacco alla Tomba del Sulimano [1] deve essere visto come una opportunità per noi.

Hakan Fidan: Posso mandare quattro uomini in Siria, se questo sarà necessario. Posso costruire un pretesto di guerra ordinando un attacco di missili alla Turchia. Oppure possiamo preparare un attacco alla Tomba del Sulimano, se questo fosse necessario.

Yaşar Güler: Si tratta di un motivo diretto di guerra. Voglio dire, ciò che stiamo per fare costituisce un motivo diretto di guerra.


Il sito indipendente Nsnbc International ha messo online l'audio completo della conversazione, pubblicando anche la traduzione in inglese, schermata per schermata. Eccone altri passaggi: [2]

Ahmet Davutoğlu: che cosa dovrebbe fare il ministero degli esteri? Se decidiamo di fare questa operazione, dobbiamo notificare le Nazioni Unite e il consolato di Istanbul in Siria?

Feridun Sinirlioğlu: Se decidiamo di fare quest'operazione, avrà un effetto scioccante. Al di là di ciò che decideremo di fare, non credo che sia saggio farlo sapere anticipatamente a nessuno.

Ahmet Davutoğlu: Sì però in qualche modo dobbiamo prepararci. Per evitare errori dal punto di vista della legge internazionale. Se i carri armati turchi entrano nel loro territorio vuol dire che noi ci siamo coinvolti in ogni caso, giusto?

Yaşar Güler: Sì, vuol dire che ci siamo coinvolti.

Ahmet Davutoğlu: Sì ma c'è una differenza fra entrare con gli aerei ed entrare con i carri armati...

Yaşar Güler: Forse possiamo dire al consolato in Siria che Al-Qa'ida attualmente sta collaborando con il regime siriano.

Ahmet Davutoğlu: glielo abbiamo già detto diverse volte, con diverse note diplomatiche.

[...]

Feridun Sinirlioğlu: Ma qui la situazione è diversa. Una operazione condotta dalla ISIL [3] fornirebbe una ottima giustificazione dal punto di vista delle leggi internazionali. Lo faremo apparire come se fosse stata Al-Qa'ida, e se la questione riguarda Al-Qa'ida non ci sono problemi. Se poi dobbiamo difendere la Tomba del Sulimano, allora si tratta di difendere la nostra terra.

Yaşar Güler: Io non ho nessun problema al riguardo.

Hakan Fidan: Un attimo dopo che succede ci sarà un gran putiferio a livello internazionale (diversi attentati con bombe avverranno nel frattempo ). Il confine non è sotto controllo…

Feridun Sinirlioğlu: Certamente, è ovvio che ci debbano essere attentati con le bombe.

Yaşar Güler: Mr. Fidan dovrebbe ricevere un appoggio immediato e noi dobbiamo aiutarlo a far arrivare armi e munizioni ai ribelli. Dobbiamo parlarne con il ministro degli interni, col nostro ministro della difesa. Dobbiamo parlarne ed arrivare ad una decisione.

Ahmet Davutoğlu: Ma come abbiamo fatto a far entrare in azione le nostre forze speciali, quando c'era una minaccia nell'Iraq del Nord?

Feridun Sinirlioğlu: Santo cielo Generale, gliel'ho spiegato già allora. Lei sa benissimo come abbiamo fatto a far entrare quei carri armati, c'era anche lei.

Yaşar Güler: Lei sta parlando della nostra roba?

Feridun Sinirlioğlu: Sì. Come crede che siamo riusciti a far entrare i nostri carri armati in Iraq? Come crede che abbiamo fatto entrare le forze speciali e i nostri battaglioni? Io ho preso parte a quell'operazione, e mi permetta di essere chiaro: non ci fu nessuna decisione del governo in quel caso. Abbiamo fatto il tutto con un semplice ordine.

Yaşar Güler: Sono d'accordo con lei, su questo non si discute. Ma ci sono cose diverse che possiamo fare attualmente in Siria.

Ahmet Davutoğlu: Generale, il motivo per cui siamo contrari a quest'operazione è perché conosciamo le capacità di quegli uomini.

Yaşar Güler: Ma la MKE (Mechanical and Chemical Industry Corporation) non è forse agli ordini del nostro ministro? Dopotutto, il Qatar sta cercando di comprare munizioni in contanti, soldi alla mano. E allora, perché non lo fanno? Perché [la MKE] è agli ordini del nostro ministero.

Yaşar Güler: La cosa più importante lì sono le armi e le munizioni. Anzi nemmeno le armi, soprattutto le munizioni. Diciamo di mettere in piedi un esercito di 1000 uomini. Se li buttiamo in quella guerra senza aver predisposto una riserva di munizioni per almeno sei mesi, questa gente ci tornerà indietro dopo un paio di mesi.


[...]

Ovviamente, la Turchia non ha mai ammesso ufficialmente di aver pianificato dei possibili attentati contro sè stessa, né tanto meno di aver pensato di mandare combattenti armati in territorio siriano.

Mentre però infuriava in Turchia la polemica sulla chiusura di YouTube, il primo ministro Erdoğan si è lasciato scappare una frase particolarmente significativa, durante un comizio elettorale: "[YouTube] ha persino reso pubblico un meeting di sicurezza nazionale - ha detto - Questo è perfido, questo è disonesto. Chi state aiutando, nel registrare segretamente incontri di tale importanza?"

Naturalmente, il problema per Erdoğan non era che la Turchia stesse programmando degli attentati contro se stessa, pur di favorire un intervento della NATO in Siria, ma che qualcuno fosse stato abbastanza "perfido e disonesto" da rendere pubbliche queste discussioni.

Esattamente come nel caso Dataleaks, dove - secondo il governo americano - il problema non era che la NSA stesse spiando il mondo intero, ma che il buon Edward Snowden si fosse comportato come uno "sporco traditore".

Inoltre - guarda caso - lo stesso Erdoğan aveva previsto un possibile attacco contro la Tomba del Sulimano già due anni fa. "La Turchia ha fatto sapere - diceva questo articolo del 2012 - che considererà qualunque attacco alla Tomba del Sulimano, in Siria, come un attacco al proprio territorio".

Benvenuto nel mondo dei veggenti, Mr. Erdoğan.


NOTE:

[1] La "Tomba del Sulimano" è un luogo sacro per i turchi, che si trova in un enclave protetto, in territorio siriano. (cfr. Wikipedia).

[2] La traduzione dal turco all'inglese non è certo delle migliori, per cui noi abbiamo fatto il possibile per cercare di cogliere il senso della conversazione, senza necessariamente aderire ad una traduzione letterale dell'inglese (che spesso risulterebbe insensata). Potete comunque verificare l'originale nel link di Nsnbc international.

[3] - ISIL = Islamic State of Iraq and the Levant. Organizzazione di lotta armata che si dichiara vicina ad Al-Qa'ida. (cfr. Wikipedia).

Fonte:  http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4451.



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