14 aprile 2009

Niels Harrit: «Altro che “pistola fumante”, c’è la “pistola carica” dell’11/9»

di Pino Cabras - da «Megachip»



Abbiamo visto di recente la ricerca sulle polveri del WTC firmata tra gli altri dal professor Niels Harrit dell’Università di Copenaghen, un professore che ha la vocazione della nano-chimica, di cui è un esperto.

Il clamore suscitato da questa ricerca ha portato il 6 aprile 2009 a una intervista di Harrit sul canale TV2 della tv pubblica danese, in seconda serata. Harrit è stato intervistato per 10 minuti durante il tg.

L’8 aprile, Harrit è stato di nuovo intervistato per sei minuti durante un programma del mattino di notizie e intrattenimento in diretta sulla stessa rete. In entrambe le occasioni Harrit ha potuto argomentare bene le proprie tesi con intervistatori aperti e corretti.

La prima intervista è stata sottotitolata in inglese e caricata su YouTube. Di seguito si può leggere la sua traduzione in italiano:

Intervista a Niels Harrit su TV2 News, Danimarca.

Alcuni ricercatori internazionali hanno trovato tracce di esplosivi in mezzo ai detriti del World Trade Center.
Un nuovo articolo scientifico conclude che gli impatti dei due aerei dirottati non causarono i crolli nel 2001.
Rivolgiamo la nostra attenzione all’11/9, il grande attacco su New York. Apparentemente i due impatti degli aeroplani non cagionarono il crollo delle torri, secondo quanto afferma un articolo scientifico da poco pubblicato.
I ricercatori hanno trovato dell’esplosivo detto nano-termite fra i resti, e non può provenire dagli aerei. Ritengono che svariate tonnellate di esplosivi siano state collocate negli edifici in precedenza.

Niels Harrit, lei e altri otto ricercatori stabilite in questo articolo che sia stata la nano-termite a far sì che questi edifici crollassero. Che cos’è la nano-termite?

«Abbiamo trovato nano-termite nei detriti. Non stiamo dicendo che sia stata usata soltanto nano-termite. La termite stessa risale al 1893. È una mistura di alluminio e polvere di ruggine, che reagisce fino a generare intenso calore. La reazione produce ferro, scaldato a 2500 °C. Questo può essere usato per fare saldature. Può essere anche usato per fondere altro ferro. Siccome le nanotecnologie rendono le cose più piccole, nella nano-termite questa polvere del 1893 è ridotta in particelle minuscole, perfettamente mescolate. Quando queste reagiscono, l’intenso calore si sviluppa molto più velocemente. La nano-termite può essere mischiata con additivi per sprigionare un calore intenso, o fungere da efficacissimo esplosivo. Contiene più energia della dinamite, e può essere usata come combustibile per razzi.»

Ho cercato con Google “nano-termite”, e non è che si sia scritto molto su di essa. Si tratta di una sostanza scientifica ampiamente conosciuta? O è così nuova che gli altri scienziati la conoscono a malapena?

«È un nome collettivo per una classe di sostanze con alti livelli di energia. Se dei ricercatori civili (come lo sono io) non la conoscono abbastanza, è probabilmente perché non lavorano granché con gli esplosivi, come invece fanno gli scienziati militari. Dovrebbe chiedere a loro. Io non so quanta familiarità abbiano con le nanotecnologie.»

Quindi lei ha trovato questa sostanza nel WTC, perché pensa che abbia causato i crolli?

«Be’, è un esplosivo. Per cos’altro sarebbe dovuto essere lì?»

Lei ritiene che l’intenso calore abbia fuso la struttura di sostegno in acciaio dell’edificio, e abbia causato che gli edifici collassassero come un castello di carte?

«Non posso dire di preciso, visto che questa sostanza serve a entrambi gli scopi. Può esplodere e frantumare le cose, e può fonderle. Entrambi gli effetti furono probabilmente utilizzati, per come ho visto. Del metallo fuso si riversa fuori dalla Torre Sud diversi minuti prima del crollo. Questo indica che l’intera struttura era stata indebolita in precedenza. Poi i normali esplosivi entrarono in gioco. L’effettiva sequenza del crollo doveva essere sincronizzata alla perfezione, fin giù.»

Di quali quantità stiamo parlando?

«Grandi quantità. C’erano solo due aerei, ma tre grattacieli sono crollati. Sappiamo grosso modo quanta polvere fu generata. Le foto mostrano enormi quantità: tranne l’acciaio tutto fu polverizzato. E sappiamo grosso modo quanta termite incombusta abbiamo trovato. Questa è la “pistola carica”, un materiale che non si è acceso per qualche ragione. Stiamo parlando di tonnellate. Oltre 10 tonnellate, può darsi 100 tonnellate.»

Dieci tonnellate, può darsi cento tonnellate, in tre edifici? E queste sostanze non si trovano normalmente in simili edifici?

«No, no. Questi materiali sono estremamente avanzati.»

Come si fa a collocare un tale materiale in un grattacielo, su tutti i piani?

«Cioè come si fa a portarlo dentro?»

Sì.

«Con i pallet. Se dovessi trasportarlo i quelle quantità userei i pallet. Prenderei un carrello e li movimenterei su pallet.»

Perché questo non è stato scoperto prima?

«Da chi?»

Dai portieri, per esempio. Se sta facendo passare da 10 a 100 tonnellate di nano-termite, e la sta piazzando su tutti i piani, sono solo sorpreso che nessuno l’abbia notata.

«Da giornalista, dovrebbe indirizzare tale domanda alla società responsabile della sicurezza al WTC.»

Dunque lei non ha alcun dubbio che il materiale era presente?

«Non si può contraffare questo tipo di scienza. L’abbiamo trovata: termite non ancora soggetta a reazioni.»

Quale accoglienza ha ricevuto il suo articolo nel mondo? Per me si tratta di conoscenza del tutto nuova.

«È stato pubblicato appena venerdì scorso. Perciò è troppo presto per dirlo. Ma l’articolo potrebbe non essere così inedito e singolare come le sembra. Centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo sanno da molto che i tre edifici sono stati demoliti. Questo era lampante. La nostra ricerca è solo l’ultimo chiodo sulla bara. Questa non è la “pistola fumante”, è la “pistola carica”. Ogni giorno, migliaia di persone comprendono che il WTC fu demolito. Questo è qualcosa che non si può fermare.»

Perché nessuno ha scoperto da prima che c’era nano-termite negli edifici? Son passati quasi dieci anni.

«Lei intende nella polvere?»

Sì.

«È stato per caso che qualcuno ha osservato la polvere al microscopio. Si tratta di minuscoli frammenti rossi. I più grandi misurano 1 mm, e possono essere visti a occhio nudo. Ma occorre il microscopio per vedere la maggior parte. È stato per caso che qualcuno li ha scoperti due anni fa. Ci sono voluti 18 mesi per preparare l’articolo scientifico cui lei si riferisce. È un articolo davvero completo basato su una ricerca minuziosa.»

Lei ha lavorato su questo per diversi anni, perché la cosa non le tornava?

«Sì, oltre due anni in effetti. Tutto è cominciato quando ho visto il crollo dell’Edificio 7, il terzo grattacielo. È crollato sette ore dopo le torri gemelle. E c’erano solo due aeroplani. Quando vedi un edificio di 47 piani, alto 186 metri, crollare in 6,5 secondi, e sei uno scienziato, pensi “cosa?”. Ho dovuto guardarlo ancora, e ancora. Ho toccato il tasto dieci volte, e la mia mandibola scendeva sempre più giù. Per prima cosa, non avevo mai sentito prima di quell’edificio. E non c’era nessuna ragione visibile per cui dovesse crollare in quel modo, direttamente giù, in 6,5 secondi. Non mi son dato pace da quel giorno.»

Sin dall’11/9 ci sono state speculazioni, e teorie del complotto. Cosa ha da dire ai telespettatori che sentono della sua ricerca e dicono “questa l’abbiamo già sentita, ci sono tante teorie del complotto”. Cosa direbbe per convincerli che questa è diversa?

«Penso che ci sia una sola teoria del complotto di cui valga la pena parlare, quella che riguarda i 19 dirottatori. Ritengo che i telespettatori debbano domandarsi quali prove abbiano visto a sostegno della teoria del complotto ufficiale. Se qualcuno ha visto delle prove, mi piacerebbe sentirlo in merito. Nessuno è stato formalmente incriminato. Nessuno è “wanted”. Il nostro lavoro dovrebbe portare a richiedere un’appropriata inchiesta criminale sugli attacchi terroristici dell’11/9, perché finora non c’è stata. La stiamo ancora aspettando. Noi speriamo che i nostri risultati saranno usati come una prova tecnica quando quel giorno verrà».

Niels Harrit, storia avvincente, grazie per essere intervenuto.

«È stato un piacere.»

30 commenti:

Henry62 ha detto...

Buona sera Pino,
torno a scriverti perchè credo sia corretto sentire entrambe le campane sulla ipotetica presenza di thermite nella polvere del WTC.

Come Ti ho già segnalato, qui puoi trovare alcune mie osservazioni tecniche sul documento a firma del prof. Harrit e altri, ma nella sua intervista il prof. Harrit sostiene anche che il materiale fuso che fu visto colare all'esterno del WTC2 (Torre Sud), immediatamente prima del crollo, fosse acciaio fuso...

Non condivido questa affermazione e Ti segnalo allora un paio di link che credo possano forse aiutare a capire di cosa si potrebbe essere trattato:

"UPS all'81° piano del WTC2?" e la successiva conferma da parte dello stesso Nist, per il tramite del suo portavoce ufficiale:

"UPS all'81° piano del WTC2? Si, il Nist conferma!" Cordiali saluti,
Henry62

pino cabras ha detto...

Anch'io credo che sia corretto sentire più campane, Henry, e non solo due o sessantadue.
Servono stormi di campane, anche discordanti. Le inchieste vere si fanno così, e finora un'inchiesta con mezzi adeguati non è stata fatta.
Bene perciò fare le pulci all'opera del prof. Harrit e gli altri studiosi, per vedere tutte le possibili spiegazioni e controdeduzioni rispetto a singoli elementi d'analisi.
Allo stesso modo le risposte dei signori del NIST andrebbero sottoposte a un rigore paragonabile a quello che userebbero dei magistrati che non guardano in faccia a nessuno. La risposta che citi sulla questione di cosa fosse l'UPS dell'81° piano non mi pare conclusiva sul metallo fuso che colava. Come mettere insieme i tasselli?
Per me valgono ancora le osservazioni metodologiche sollevate da James Quintiere, che si possono leggere QUI, e di cui tanto raccomando a tutti la lettura.
Ribadisco le conclusioni che ho tratto dalle considerazioni di Quintiere:
«di certo servono nuove risorse investigative, inquirenti indipendenti, possibilmente a livello internazionale, con poteri d’indagine penetranti, con dei “mastini” che raccolgano deposizioni e notizie tramite atti di citazione. Fino ad oggi le inchieste ufficiali sono state segnate dall’imprinting della 9/11 Commission, la quale dichiarava candidamente nel suo rapporto che il suo scopo "non è stato di assegnare colpe individuali". Fino alla farsa delle deposizioni di Bush e Cheney, in seduta segreta, senza giuramento e senza la possibilità di prendere appunti.»
Buon lavoro

Henry62 ha detto...

Pino,
Quintiere ha posto dei quesiti che almeno in parte non sembrerebbeo coerenti con i test empirici eseguiti dal Nist: secondo lui le Torri sarebbero crollate per un insufficiente spessore dello strato isolante antincendio e lui negherebbe il fenomeno del distacco nelle zone direttamente impattate dagli aerei.

Peccato invece che i test eseguiti si siano comclusi immancabilmente con il distacco dell'isolante, come puoi vedere in questo articolo.Un ulteriore elemento da considerare è che il crollo è iniziato esattamente nelle zone impattate e non in un generico piano in preda all'incendio...

Cosa significa questo?
A mio parere significa che non si può prescindere dall'effetto dell'impatto degli aerei come elemento intrinseco di indebolimento diretto (danni alle strutture portanti) ed indiretto (ablazione dele rivestimento antincendio) alle colonne in acciaio e alle strutture orizzontali.

Per esperienza personale nutro sempre dei dubbi sulle critiche portate da chi ritiene di dover essere interpellato e che, per qualche motivo, resta invece fuori dai giochi (che, non dimentichiamolo, significano prestigio professionale e una pioggia di finanziamenti).

Ciao

pino cabras ha detto...

L'impegno di Quintiere nella critica al lavoro del NIST non mi sembra liquidabile come frutto delle frustrazioni di una primadonna, per giunta demoralizzata dalla carenza di finanziamenti. Entrare in questo campo, Henry, sarebbe un discreto processo alle intenzioni, pronto a scivolare – e lo fa - nel vizio dell’argomento “ad hominem”, fino a non dire nulla sugli argomenti sostanziali e metodologici portati invece da Quintiere. Leggo le articolatissime analisi di questo professore, e le associo a quelle del professore armeno Ašot Tamrazijan dell’università MGSU di Mosca. Nessuno dei due ha impalmato il “partito della termite”, ma entrambi – in base a esperienza e esperimenti – arrivano a concludere che le torri non sarebbero crollate per il solo impatto degli aerei, bensì a causa di problemi strutturali aggiuntivi. Pongono cioè il problema di indagare a fondo ipotesi molto diverse da quelle del NIST, che alla fine non considerano credibili. La questione è apertissima, come un’inchiesta non conclusa.

Henry62 ha detto...

Pino,
dubito che le fonti che citi abbiano potuto avere a disposizione i piani costruttivi delle Torri, quindi non vedo come possano dare un supporto tecnico a quelle che sembrano invece essere solamente delle opinioni.
Ovviamente nessuno discute sul fatto che queste opinioni siano libere di essere espresse, ma
se dietro ci fossero degli studi specifici sul progetto e dei test sui materiali potrei capire, così mi sembrano solo un esercizio dialettico.
Le inchieste sono state fatte e, come sempre, qualcuno non condivide i risultati... pazienza, il mondo è bello perchè è vario e quindi si supererà anche questo.

Purtroppo avviene quasi sempre questo fenomeno, non solo negli Stati Uniti: appena esce un risultato c'è sempre chi non lo condivide ma, purtroppo, è necessario argomentare la propria posizione e non ci si può rifare semplicemente al curriculum di chi sostiene certe posizioni.

Personalmente credo che chiunque debba e possa esprimere liberamente le proprie opinioni, ma non necessariamente queste devono divenire motivo sufficiente per riaprire casi su cui le inchieste sono state fatte.
Non si condividono le conclusioni?
Si faccia una ricerca autonoma, pur con tutti i limiti che sappiamo esserci; se la cosa fosse così evidente, non dovrebbe essere poi tanto difficile provarlo, ma si preferisce parlare ai convegni o fare le sparate propagandistiche.

Per questo motivo, caro Pino, nutro sempre dubbi su chi si limita a citare curricula impressionanti e basa la forza delle proprie affermazioni non sui fatti ma su principi di autorità che, come tu stesso affermi, essendo spesso "ad hominem", non dovrebbero trovare spazio in questo campo.

Si può essere anche premi Nobel, ma se si dice una sciocchezza questa resta tale, non assurge a verità perchè pronunciata da fonte autorevole.

Un cordiale saluto.

Henry62 ha detto...

Pino,
solo per farti capire meglio il senso del mio messaggio precedente, dai un'occhiata a questo mio articolo:

Dossier processo Pacciani: le perizie balistiche .

Non tratta di 11 settembre ma di un altro caso di cronaca nera, dove io non ho condiviso le conclusioni ufficiali raggiunte nel primo processo: ho argomentato tecnicamente le mie argomentazioni, le ho sostenute con dati di letteratura e sono riuscito a portarle in aula, come CTP della difesa dell'imputato, e ho ottenuto l'assoluzione dell'imputato.

Perchè questi signori non si presentano come consulenti per la difesa degli imputati che rischiano la condanna a morte nei processi in corso e sospesi dall'amministrazione Obama?
Facciano seguire i fatti alle parole!

Se il 9/11 fu un "inside job", come possono consentire tutti costoro che vengano giudicati degli uomini che ritengono innocenti senza muovere un dito?

A me non sembra che ci sia la coda di architetti ed ingegneri, fisici e teologi, esperti di nano-particelle, piloti e leader politici per difendere gli imputati... come mai, secondo te?

Forse è più semplice vendere libri e fare tour mondiali di presentazione con conferenze e squilli di trombe (mediatiche, ovviamente), ma quando c'è davvero da impegnarsi per un problema morale, non vedo tutto questo ardore, o sbaglio?

Si vuole un'altra inchiesta e intanto si lasciano condannare degli innocenti, o ritenuti tali?

Bella ricerca della verità...

Con amarezza,
ti saluto cordialmente.
Ciao

pino cabras ha detto...

Henry, lascia stare l'amarezza, cosa che mi sembra fuori luogo per valutare un movimento così variegato, come quello di chi a vario titolo s'interessa alle vicende dell'11/9. Molti di coloro che hanno scritto documenti importanti sull'argomento si sono anche impegnati contro le aberrazioni giuridiche della "guerra al terrorismo" con atti e denunce concrete, ad esempio contro le "extraordinary renditions" e i processi delle commissioni militari speciali (un abominio, una delle peggiori gatte da pelare che si ritrova Obama). Il tuo rilievo non è generalizzabile. Il chiedere nuove inchieste ricomprende la riconsiderazione di tutto, comprese le contestate attribuzioni di "responsabilità esclusive" fin qui formulate al di fuori del normale circuito penale.

Dubiti che le fonti che cito possano aver avuto a disposizione i piani costruttivi delle torri. Tuttavia Tamrazijan sostiene proprio che «Noi conosciamo anche gli schemi costruttivi.» Più di così...
Tra l'altro vari istituti russi nel 2003 hanno fatto numerosi studi sui crolli dell'11/9, in funzione non di "convegni" e "sparate propagandistiche" quanto in funzione della determinazione concreta degli standard di sicurezza in vista del boom immobiliare che ha visto costruire molti grattacieli a Mosca. Spero che questo punto sia chiaro.
Quanto a Quintiere, è stato molto presente passo a passo durante la fase d'inchiesta del NIST, con rilievi scritti e dettagliati che sarebbe assurdo liquidare come "sparate".
Ho ulteriormente riflettuto sulla tua affermazione per cui non ti fidi di chi resta «fuori dai giochi (che, non dimentichiamolo, significano prestigio professionale e una pioggia di finanziamenti)». Essa dovrebbe portare per coerenza a diffidare anche di chi è "dentro ai giochi", e perciò è incentivato a compiacere i committenti che potrebbero frapporre un ombrello fra lui e la "pioggia di finanziamenti" nel caso che la sua inchiesta s'inoltrasse in terreni fastidiosi. Non dimentichiamo che Rumsfeld ha usato metodicamente bastone e carota per domare l'informazione (leggi QUI). Era un preciso metodo di governo.
E' illusorio pensare che esista una scorciatoia tecnica, un qualche riduzionismo forense, per una questione così complessa. Proprio perché non può bastarci nessun "principio di autorità", tanto meno possono bastarci gli ipsi dixerunt dei capoccioni del NIST.

Henry62 ha detto...

Ciao Pino,
hai visto le ultime novità relative al documento "scientifico" di Harrit, Jones e altri?

Si è addirittura dimessa la editor in chief della rivista...

Ciao

pino cabras ha detto...

Sì, Henry, ho visto.
Ho visto anche che metti tra virgolette "scientifico", ma il punto non mi pare che sia questo (leggi QUI). Le dimissioni sono avvenute per altri motivi. In materia di 11/9 sono frequenti i casi di licenziamenti, giravolte, tardive smentite, non appena una presa di posizione divenga un "caso" scottante. Il pretesto giuridico non manca mai.

Henry62 ha detto...

Ciao Pino,
scusami, ma quali sarebbero gli altri motivi?
Mi sembra che le motivazioni che avrebbe espresso la signora Pileni non diano adito a dubbi.
Più chiara di così credo fosse difficile.

“I cannot accept that this topic is published in my journal. The article has nothing to do with physical chemistry or chemical physics, and I could well believe that there is a political viewpoint behind its publication. If anyone had asked me, I would say that the article should never have been published in this journal. Period.” Traduzione dall'inglese:
“Non posso accettare che quest'argomento sia pubblicato nella mia rivista. L'articolo non ha niente a che fare con la chimica fisica o la fisica chimica, e non faccio fatica a credere che ci sia una visione politica dietro la sua pubblicazione. Se qualcuno me l'avesse chiesto, avrei detto che l'articolo non avrebbe mai dovuto essere pubblicato in questa rivista. Punto e basta"Posso capire che la cosa sia piuttosto imbarazzante per Harrit e soci, ma è un fatto di cui non si può che prendere atto.

pino cabras ha detto...

Se leggi il link nel precedente post scoprirai che non è vero che il paper di Harrit etc copra un campo diverso da quello di competenza della Pileni e della rivista. La Pileni ora vede obietivi politici dietro l'articolo, che però non ha in sé parti di analisi politiche. Davvero incomprensibile il suo rilievo: "L'articolo non ha niente a che fare con la chimica fisica o la fisica chimica". Mah, Gli autori sono chimici e fisici, la materia trattata è lo studio fisico del contenuto chimico e delle reazioni nei campioni considerati. Dove diavolo è, dentro il paper, la politica? Non c'è.
Chi vuole confutare i contenuti del lavoro dovrà usare argomenti appropriati, in punta di scienza.

Henry62 ha detto...

Perchè secondo te sarebbe scientifico far bruciare del materiale organico in presenza di aria e scoprire che genera calore?

Caspita... sarà difficile dimostrare il contrario!

Bando alle battute: buon ponte del 1 Maggio.
Ciao

pino cabras ha detto...

Henry, Henry,
da un lato (in questo blog) alle ore 23:29 del 30 aprile mi auguri un cerimonioso "buon ponte del primo maggio", e io mi dico "toh, ecco uno che capisce che ho diritto al riposo, che il mio tempo di lavoro lascia poco tempo ad altro", dall'altro lato (nel blog undicisettembre.blogspot.com) alle 12:26 del 1° maggio citi il mio nome per rimproverarmi più o meno di girarmi i pollici per non aver ancora pubblicato gli aggiornamenti sulla vicenda della rivista che ha ospitato l'articolo di Harris.
Mi sa che hai strane pretese. Dettare i tempi delle risposte altrui, ad esempio. Scriviamo quando possiamo, facciamo altro nella vita, e non è che i tempi del lavoro coincidano sempre con quelli della cronaca. Hai annunciato al mondo che recentemente hai aperto un blog sul caso Pacciani, una storia interessante, per carità, ma non proprio freschissima. Magari ognuno si prende i suoi tempi per fare una selezione dei materiali o un minimo di editing, ecc. Tanto più che gli aggiornamenti in materia d’inchieste si sedimentano su tempi lunghi.
Ti sei fatto mordere dall’ansia da prestazione polemica. E il risultato è quello di una provocazione abbastanza scoperta e superflua. Articoli su tutto il ventaglio tematico dell’11/9 ne verranno ancora, ne abbiamo diversi in prospettiva, incluso il tema da te sollevato, Henry, ma non è che saranno scanditi dalla precipitazione dei mitografi dei complotti ufficiali.

Henry62 ha detto...

Caro Pino,
visto che sono passati giorni da un fatto piuttosto importante, non vedendo nemmeno una riga, credo che sia doveroso segnalare il silenzio di chi ha prima strombazzato interviste e articoli "scientifici" di Harrit, Jones e soci ma che al momento tace le dimissioni e le motivazioni delle stesse del responsabile scientifico della rivista che ha pubblicato il documento in oggetto.

Quanti casi conosci in cui la
pubblicazione di un documento "scientifico" provoca le dimissioni del responsabile scientifico?

Solo questa è una notizia, figurati poi l'aggancio con i fatti dell'11 settembre.

Poi mi parli di riposo per il 1 maggio e ti capisco, ma scrivere una riga, non dico tanto, una riga su questo non mi sembra necessiti molto tempo, anzi, sai che ti dico... ti voglio aiutare!

Ti autorizzo pubblicamente a copiare il mio aggiornamento con la notizia delle dimissioni della signora Pileni e a pubblicarlo, anche anonimo se vuoi, su Megachip!

Del resto, non è questa la democrazia nella comunicazione?

Ciao

Henry62 ha detto...

Pino,
tu scrivi:


"... Henry, ma non è che saranno scanditi dalla precipitazione dei mitografi dei complotti ufficiali."

visti i terremoti provocati da certi studi "scientifici", più che "mitografi dei complotti ufficiali" servirebbero dei "sismografi delle teorie complottiste"...

Un cordiale saluto

Henry62 ha detto...

Caro Pino,
ti scrivo solo per una doverosa precisazione: il blog sui delitti del Mostro di Firenze l'ho aperto ora, ma il mio ruolo attivo lo svolsi a suo tempo durante il processo, non sulla stampa o sui media.

Se hai letto il mio blog, avrai visto che fui CTP per la difesa dell'imputato nel processo che si concluse con la sua assoluzione.
Lo feci per puro spirito di servizio, per una questione etica, senza alcun compenso e sostenendo in prima persona tutti i costi (dalla candcelleria - costi di copie degli atti - alle spese di viaggio).

Quello che rimprovero a chi sostiene le teorie del complotto è proprio questo: si limitano a vendere dvd e cappellini, fare proiezioni e eventi pubblici anzichè svolgere un ruolo reale a difesa di chi, stando a quanto viene proclamato, dovrebbe essere del tutto innocente.

Non mi pare ci sia la coda di fisici alla Jones che affiancano la difesa degli imputati di terrorismo per i fatti dell'11 settembre...

Si inventano i giochini di parole autoreferenziali tipo JONES (Journal Of Nine Eleven Studies) ma poi tutto finisce lì...

Ciao

stuarthwyman ha detto...

Henry62, anche qui con le UPS?!;)

...vogliamo ricordare che hai attribuito ad altri un innamoramento verso una tesi quando tu per primo, con l'analisi delle colorazioni di un video sovraesposto, volevi insinuare che il materiale delle colate visto sulla facciata nord della torre sud poco prima del suo crollo era il contenuto di queste batterie?

http://debunkerfakeblog.blogspot.com/2008/11/fake-blog-11-settembre-chi-va-con-lo.html

Henry62, è una pantomima comica l'accanimento con cui voi "debunker" state in tutti modi cercando di screditare/confutare l'analisi delle polveri di harrit e altri: hai fatto caso alle contraddizioni che si leggono dopo la pubblicazione di quei 4-5 articoli sul vostro fake-blog cominciando per primo dal discredito lanciato su Harrit?

Ti ricordo inoltre che la contestazione che hai mosso contro l'analisi delle polveri è priva di fondamenti scientifici e che, nel caso dell'utilizzo del MEK, non è compravata dagli stessi periti balistici dell'FBI che invece ne richiedono l'utilizzo in questi casi:

8.8. Solvent/Microchemical Tests
8.8.1. Solvent/microchemical tests have long been used for attempting to discriminate between paint films of differing pigment and binder composition that are otherwise similar in visual and macroscopical appearance. They have been described previously in the general references for this section (Subsection 8.1.) . The tests are based not only on dissolution of paint binders but also on pigment and binder color reactions with oxidizing, dehydrating, or reducing agents.
8.8.2. Solvent/microchemical tests are destructive and should be applied first to known samples in order to evaluate their efficacy to a specific case, and they should be used only in situations in which an adequate questioned sample is available.
8.8.3. Solvent/microchemical examinations should be applied to both questioned and known materials concurrently. The effects of various tests are recorded immediately and then at reasonable intervals for the duration of each test. It is desirable to apply such tests not only to intact paint films but also to peels of each individual layer to avoid interaction with neighboring layers and to observe the dissolution process more critically.
8.8.4. Reactions such as softening, swelling, curling or wrinkling, layer dissolution, pigment filler effervescence, flocculation, and color changes are some of the features that may be noted. The results of these tests are inherently difficult to quantify. Therefore, they are primarily used for preliminary classification and comparison.

http://www.fbi.gov/hq/lab/fsc/backissu/july1999/paintb.htm#8.8. Solvent/Microchemical Tests

...te l'avevo scritto anche su T.point ma... niente! L'hai ignorato!

Metti in dubbio la legittimità dell'utilizzo del MEK quando la metodologia approntata dall'FBI per l'analisi di composti di vernice si basa su prove distruttive con solventi...

Questo sarebbe sufficiente a far decadere l'ipotesi da te introdotta che Harrit ed altri sapessero già le conclusioni...

Ti ho fatto notare, sempre su T.point, che la Pileni ha dichiarato di non essere entrata nel merito della pubblicazione:

"The editor-in-chief’s dramatic departure gives critics additional reason to doubt the article’s conclusions, but Marie-Paule PILENI POINTS OUT THAT BECAUSE THE TOPIC LIES OUTSIDE HER FIELD OF EXPERTISE, SHE CANNOT JUDGE WHETHER THE ARTICLE IN ITSELF IS GOOD OR BAD."

http://www.911blogger.com/node/19963

Ma anche qui, niente! L'hai bellamente ignorato e stai continuando a speculare sulle sue dimissioni per intaccare il contenuto dell'articolo...

E poi scrivi di democrazia e informazione...

Henry62 ti ho già detto mille volte che non ho mai sostenuto la teoria dell'utilizzo della thermite ma non posso accettare, né sopportare che, ancora una volta, si speculi, come fanno sempre i "debunker", su di un'informazione distorta e manipolata per avvallare conclusioni già decise "a tavolino"...

Dunque aspettiamo che arrivi una confutazione scientifica perchè finora, quelle proposte, sono a dir poco carenti.

Volevo ricordare inoltre che non c'è solo Quintiere a dichiarare che le analisi del NIST siano state insufficienti ma che anche i 3 autori dell'Appendix C della FEMA avevano richiesto ulteriori analisi sulle "samples" analizzate ma che in tutta risposta si videro ostacolati nelle loro aspettative:

http://www.angelfire.com/ult/znewz1/trade7.html

pino cabras ha detto...

Henry, stiamo scrivendo nei ritagli di tempo, non siamo un quotidiano, viviamo d'altro. Se non vuoi comprendere questo, "ma che te lo dico a fare?" direbbero nel film Donnie Brasco.

Anche nei blog a difesa delle versioni ufficiali non è che siate molto tempestivi nella copertura di certi fatti legati alla vicenda dell'11/9. Ad oggi non ho letto nulla sulle esercitazioni in corso a ridosso degli eventi, un fatto di sicuro interesse. Prima o poi lo farai, ne son sicuro.

Per essere chiari, te lo ripeto: abbiamo diversi articoli in preparazione, inclusa la questione dell'autosiluramento della Pileni, che sarà ovviamente on line prima degli altri. Ma i tempi e i modi non me li detti tu. Li dettano circostanze materiali, temporali, editoriali.
So bene che il tuo interessamento per il processo sul Mostro di Firenze è datato, ma immagino che non ti sei limitato a schiaffare fotocopie sul blog, avrai fatto la fatica di un adattamento al medium, un qualche straccio di editing, una pubblicazione coordinata con altri testi: cioè hai fatto scelte editoriali.
Il resto è polemica.

Insisti anche nel dire che chi critica le versioni ufficiali dell'11/9 si sia disinteressato dei "Pacciani" di oggi. Mi costringi a un copincolla di quanto ti ho già detto:

Molti di coloro che hanno scritto documenti importanti sull'argomento si sono anche impegnati contro le aberrazioni giuridiche della "guerra al terrorismo" con atti e denunce concrete, ad esempio contro le "extraordinary renditions" e i processi delle commissioni militari speciali (un abominio, una delle peggiori gatte da pelare che si ritrova Obama). Il tuo rilievo non è generalizzabile. Il chiedere nuove inchieste ricomprende la riconsiderazione di tutto, comprese le contestate attribuzioni di "responsabilità esclusive" fin qui formulate al di fuori del normale circuito penale.Sono pressioni, aggiungo, che hanno avuto una certa efficacia nello spingere a cambiare il quadro giuridico dei processi speciali.

Insisti a scrivere "scientifico" fra virgolette quando parli dell'articolo a te tanto inviso, ma l'unico modo per poterti permettere appieno quelle virgolette sarà una confutazione secondo le procedure.

Au revoir

SirEdward ha detto...

Pino Cabras scrive:

Se leggi il link nel precedente post scoprirai che non è vero che il paper di Harrit etc copra un campo diverso da quello di competenza della Pileni e della rivista. La Pileni ora vede obietivi politici dietro l'articolo, che però non ha in sé parti di analisi politiche. Davvero incomprensibile il suo rilievo
In realtà è un rilievo incomprensibile solo se non si è letto il paper di Harrit. Dopo averlo letto, è chiaro che tale scritto di scientifico ha davvero poco. L'intero dovumento è falsato da qualche sorta di pregiudizio. Magari politico.

L'editor in chief non ha fatto altro che leggere l'articolo e trarre le sue conclusioni.

Lei ritiene queste conclusioni incomprensibili, ma magari è solo perché non ha considerato la possibilità che quel paper contenesse tali e tanti strafalcioni da rendere nullo il valore scientifico dell'opera stessa.

Come considera questa possibilità?

Henry62 ha detto...

Caro Pino,
nessuna confutazione secondo le regole è necessaria per affermare delle ovvie contestazioni di metodo: l'articolo tanto osannato non ha seguito le regole e proprio per questo la signora Pileni ha deciso di dimettersi.

Se si fossero seguite le regole, l'articolo non sarebbe stato pubblicato e non lo dico io, ma la redattrice responsabile della rivista...

Non butto via 600 $ per far scrivere alla Bentham ciò che è ovvio a chiunque abbia un minimo di preparazione tecnica.

Quello che forse non ti è chiaro è che il mio settore è quello tecnico e non mi interessa minimamente approfondire campi che sono al di fuori delle mie competenze.
Non mi interessa parlare di esercitazioni e nemmeno di geopolitica.
Non mi interessa lanciare accuse di colpevolezza contro chicchessia perchè si tratta di argomenti che richiedono specifiche conoscenze investigative che io non possiedo, ma nei campi di mia competenza, da tecnico, esprimo pareri che cerco di motivare e, mi pare, fino ad ora hanno retto a qualsiasi critica.

Opporre la dialettica ai test sperimentali può andar bene per chi ha cultura umanistica, non certo per dei tecnici.

A mio parere le informazioni devono essere date il più tempestivamente possibile, poi possono essere fatte tutte le valutazioni che si vuole, ma tacere una notizia per parlarne dopo giornio o settimane equivale a negare ai propri lettori un po' ci conoscenza e di informazione, soprattutto quando ci si è sbilanciati attribuendo spazi importanti ad una notizia precedente di cui la seconda è la diretta conseguenza.

Due pesi e due misure? Spero di no.
Parlo di semplice notizia, non di approfondimenti.

Pino, ti ricordo che tutti noi svolgiamo altri lavori e quindi i blog si aggiornano di notte, utilizzando le funzioni di programmazione per pubblicare gli articoli, quindi siamo tutti nella stessa barca...

Saluti

pino cabras ha detto...

Ullalà, arriva l'artiglieria. Un po' distratta per la verità, perché nel frattempo l'articolo sul caso dell'autosiluramento della caporedattrice è stato già pubblicato.
Era in fase di redazione, fra una gita in Barbagia, l'uccisione del maiale, un viaggio all'estero, riunioni dedicate alla preparazione di un nuovo sito, ecc. ecc. Uomini di poca fede.
Pazienza.
Quanto a Siredward, scriva un articolo scientifico e metta lì i suoi argomenti. Per ora le sue ipotesi sulla nullità scientifica di quell'articolo sono chiacchiere gettate nel ciberspazio. Non mi interessano granché, senza offesa, ho altro da fare, davvero.
Henry, d'altro canto, dice: "Non mi interessa parlare di esercitazioni e nemmeno di geopolitica."
Padrone di farlo, così rinuncia a capire fatti importantissimi legati strettamente all'11/9. Con la pretesa però di stabilire lui in casa d'altri ciò che si deve aggiornare dopo un minuto e ciò che si può trascurare per sempre.

Henry62 ha detto...

Caro Pino,
meglio tardi che mai!

Un salutone

pino cabras ha detto...

Henry, non è tardi né presto. Un proverbio sardo dice: "no est tantu a si ndi pesai chitzi, cantu a intzertai s'ora" ("non è importante alzarsi presto, quanto indovinare l'ora").

SirEdward ha detto...

Quanto a Siredward, scriva un articolo scientifico e metta lì i suoi argomenti. Per ora le sue ipotesi sulla nullità scientifica di quell'articolo sono chiacchiere gettate nel ciberspazio. Non mi interessano granché, senza offesa, ho altro da fare, davvero.Lei quell'aticolo non l'ha letto, vero?

Si vede.

La mia opinione è che quell'articolo sia così pieno di errori da non essere nemmeno definibile come scientifico. La mia opinione è che se ne potrebbe accorgere chiunque sia anche solo un minimo abituato a ragionare in maniera critica. Persino io e lei. La mia opinione è questa, e lo è DOPO aver letto l'articolo.

Mi consola e mi riempie di speranza che la mia opinione sia condivisa anche da tecnici, e addirittura dall'editor in chief della rivista, ora dimissionaria.

Ora, quello che mi ha colpito è invece il fatto che lei ritenga la posizione di questa persona "incomprensibile"?

Ho trovato strano questo fatto, dal momento che a me è bastato leggere l'articolo per trovare... comprensibile l'incomprensibile, diciamo così.

Signor Cabras, io non le sto affatto dicendo cosa deve pensare, o che la mia opinione è migliore della sua. Le sto dicendo che forse non ha considerato l'ipotesi che Marie-Paule Pileni abbia davvero rifiutato l'incarico per aver visto pubblicare sulla sua rivista un articolo che di scientifico non ha nulla.

A giudicare dal suo nuovo articolo sulla questione e dalla risposta poco educata che ha dato a una mia educatissima domanda, penso che potrei togliere il "forse" dalla mia frase precedente.

Capisco che ai giornalisti piaccia mantenere aperte tutte le strade e che non vogliano giudicare a priori, ma qui il problema è diverso, opposto direi.. A me pare che lei abbia già giudicato, dal momento che è chiaro chi ritenga più credibile fra Harrit e Marie-Paule Pileni. Come lei abbia fatto a giudicare, però, è una domanda che mi lascia alquanto perplesso.

pino cabras ha detto...

SirEdward,
contrariamente a quanto le ispirano le sue viscose autopersuasioni, l’articolo dei professori Harrit & C. l’ho letto, così come ho letto le osservazioni del dott. Enrico Manieri su questo studio. Non sono un chimico e pertanto non posso commentare questi articoli con la dovuta autonomia di giudizio. Che si fa in questi casi? Si chiede lumi a chi ne sa. Ho subito mostrato entrambi i lavori a un mio amico, un ordinario di chimica che pur non volendo tuffarsi nelle controversie sull'11 settembre, segue lo stesso le vicende legate. Da qui in poi, per comodità, ricopio quanto già riferito al dott. Manieri:

«La sua posizione è la seguente: dubita che si possa venire a capo della questione senza costose modellizzazioni che riproducano certe condizioni fisiche degli eventi. Non trova realistiche le analisi del NIST, non considera "smoking gun" lo studio da lei confutato, non considera decisive le sue confutazioni.
Gli ho detto scherzando che era a caccia di commesse per il suo dipartimento. Mi ha risposto che non gli sembra che ci sia aria per questa né per altre commesse.
In effetti, indagini con questo livello di dettaglio possono farle solo strutture ricche di risorse e con solidi strumenti giuridici per imporre atti di citazione e deposizioni sotto giuramento senza esclusioni eccellenti, siano i presidenti o i loro cugini.»

Di sicuro non ha ritenuto di avere elementi per giungere alle drastiche conclusioni di lei, SirEdward. Anche altri che hanno familiarità con la materia mi pare che non abbiano rilevato quello che per lei sembrerebbe così palese e palmare. Gli ipse dixit lasciano il tempo che trovano, ovviamente, e il suo non fa eccezione.

Henry62 ha detto...

Pino,
sul presto o tardi, se permetti, conservo qualche dubbio.

Tu dirigi un periodico on-line registrato, sei un professionista della comunicazione e non puoi utilizzare i parametri di noi dilettanti, che pure ne abbiamo scritto il giorno appresso: sai perfettamente che una notizia è tale quando esce e il suo potere dirompente e la sua importanza viene mitigata dal passare del tempo.

Il fatto che Megachip pubblichi dopo giorni dal fatto (per la cronaca, le dimissioni della signora Pileni sono del 28 aprile) e dopo "sollecitazione" esterna al suo direttore (i nostri scambi di messaggi su questo blog in merito alle dimissioni della signora Pileni sono del 30 aprile) questa notizia non mi sembra che ti consenta di dire che tu abbia "indovinato l'ora".

Diciamo che, restando in metafora, non era suonata la sveglia...

Ciao

pino cabras ha detto...

Megachip non è un quotidiano, se permetti. E per giunta ha poche risorse. Parli di fine aprile 2009 come se fosse il 28 aprile del 2008, suvvia.

Il quotidiano misura il tocco dell'attualità sulle 24 ore. Non è questo il caso, non può esserlo, né vuole esserlo.
Nonostante le tue ambizioni cocchiere, non ho scritto l'articolo in base alle sollecitazioni "esterne".
L'ho scritto quando ho potuto. Non basta una sveglia per penetrare il tuo torpore su questo punto, a quanto vedo. Driiiiiin

SirEdward ha detto...

SirEdward,
contrariamente a quanto le ispirano le sue viscose autopersuasioni, l’articolo dei professori Harrit & C. l’ho letto,
Allora si sarà accorto dei salti logici compiuti dall'articolo che, siccome ha trovato un fenomeno A, simile a B, conclude che non si tratta di B, ma di Super-B. Senza tuttavia fare il confronto reale A/Super-B.

Non bisogna essere esperti di fisica per notare questo. E questo da solo mostra un articolo quanto meno inconclusivo: non certo una "smoking gun", insomma.

così come ho letto le osservazioni del dott. Enrico Manieri su questo studio. Non sono un chimico e pertanto non posso commentare questi articoli con la dovuta autonomia di giudizio.Eppure non si è chiesto se le posizioni della signora Pileni potrebbero essere semplicemente la logica conseguenza della tragica fallacia dell'articolo. Le ripeto la domanda: come mai?

Che si fa in questi casi? Si chiede lumi a chi ne sa. Ho subito mostrato entrambi i lavori a un mio amico, un ordinario di chimica che pur non volendo tuffarsi nelle controversie sull'11 settembre, segue lo stesso le vicende legate. Da qui in poi, per comodità, ricopio quanto già riferito al dott. Manieri:

«La sua posizione è la seguente: dubita che si possa venire a capo della questione senza costose modellizzazioni che riproducano certe condizioni fisiche degli eventi. Non trova realistiche le analisi del NIST, non considera "smoking gun" lo studio da lei confutato, non considera decisive le sue confutazioni.
Gli ho detto scherzando che era a caccia di commesse per il suo dipartimento. Mi ha risposto che non gli sembra che ci sia aria per questa né per altre commesse.
E nonostante un parere tecnico quantomeno fumoso e di certo non definitivo, lei ha considerato incomprensibili i rilievi di un altro tecnico. Su che base?

In effetti, indagini con questo livello di dettaglio possono farle solo strutture ricche di risorse e con solidi strumenti giuridici per imporre atti di citazione e deposizioni sotto giuramento senza esclusioni eccellenti, siano i presidenti o i loro cugini.»Penso che lei stia esagerando in queste richieste. Sottoposto a queste sue condizioni, lo stesso studio di Harrit sarebbe solo carta straccia.

Tra l'altro continuo a non capire come faccia a trovare incomprensibile il giudizio della signora Pileni. Lei ha fatto tutte queste cose, per poter escludere che la signora abbia ragione?

Di sicuro non ha ritenuto di avere elementi per giungere alle drastiche conclusioni di lei, SirEdward.Ognuno ha diritto alle sue opinioni. Se un giorno incontrerò il tecnico a cui lei ha chiesto un parere, domanderò anche a lui con viva curiosità perché non vede quelli che a me sembrano errori di metodo grossolani. Le ricordo anche che il mio giudizio non è solitario, ma condiviso da altre persone, tra cui diversi tecnici di settore.

Anche altri che hanno familiarità con la materia mi pare che non abbiano rilevato quello che per lei sembrerebbe così palese e palmare. Gli ipse dixit lasciano il tempo che trovano, ovviamente, e il suo non fa eccezione.Il mio non era un ipse dixit. Io le ho fatto una domanda, a cui lei non ha ancora risposto.

Se lei considera incomprensibili i rilievi della signora Pileni, nonostante la sua procalmata volontà di non sbilanciarsi, di sicuro avrà avuto un motivo. Motivo che non riesco a vedere e che lei non ha ancora chiarito, nonostante la mia domanda; non si tratta di un esperto che conferma la bontà dell'articolo di Harrit, non si tratta del frutto di uno studio effettuato sulla base delle sue competenze, non si tratta di palesi errori nel giudizio della Pileni. Ma allora... perché mai? Io le ho detto che secondo me lei non ha letto l'articolo. L'ho fatto perché una pervicacia come la sua nel considerare incomprensibile una ipotesi così semplice anche dopo che le è stata proposta diverse volte e dopo aver letto l'articolo di Harrit, potrebbe implicare qualcosa di più che quella naturale difficoltà a seguire approfonditamente ogni argomento che qualunque giornalista sperimenta.

SirEdward ha detto...

Lei ora mi conferma che l'articolo l'ha letto.

La mia perplessità rimane intatta e in attesa di quella risposta alla mia domanda.

stuarthwyman ha detto...

Strano che quando le domande le si fcciano a te, siredward, non dai mai risposte ma le pretendi dagli altri... Chiaro! ...a distanza di giorni e giorni, non certo di poche ore...

Questa tua comunque mi mancava qui:

http://debunkerfakeblog.blogspot.com/2009/04/metamorfosi-di-un-antibufala.html