4 novembre 2008

Con Megachip

di Pino Cabras




C'è una novità che mi riguarda. Sono il nuovo direttore editoriale del sito www.megachip.info. Proprio su quel sito spiego perché questa sfida mi piace, e lo faccio in un articolo che riproduco anche qui
.
Di solito la
ri-publicazione avveniva al contrario, dal blog a Megachip. In fondo, qui non cambia molto. Grazie a tutti coloro che mi hanno privatamente incoraggiato.
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da Megachip
04/11/08

Cari lettori,

E' un anno davvero particolare, questo 2008, ora che inizio a dirigere il sito di Megachip. I cambiamenti sono stati repentini. È esplosa in tutta la sua portata la crisi finanziaria globale, che di colpo ha fatto ingiallire intere annate di pagine economiche dei giornali. Quanta informazione inutile ci eravamo sorbiti. La guerra del Caucaso ha segnato la fine del “momento unipolare” statunitense, intanto che la nuova amministrazione dovrà ricollocare la missione degli Stati Uniti, in un secolo meno americano del previsto.

L'informazione mainstream è vissuta con sempre minore credibilità, laddove cresce un giornalismo partecipativo – qui e oltreoceano - che sa anticipare i fatti, una nuova comunicazione che “conversa” e non si limita a dirci ciò che non sappiamo, ma anche ciò che non sappiamo dire.

Il mainstream è però un'industria culturale dal potere economico ancora schiacciante, mentre i giornali e i siti che propongono un'agenda culturale e comunicativa diversa – come Megachip – hanno pochi mezzi.

Eppure il sito di Megachip è cresciuto. Lo dobbiamo ai passi, uno dopo l'altro, con cui lo hanno saputo accompagnare i miei predecessori, che mi sento di ringraziare anche a nome degli oltre tremila lettori che ogni giorno contattano il sito. Così come ringrazio Giulietto Chiesa, Antonio Conte, Francesco De Carlo e tutto il nuovo comitato di redazione per gli incoraggiamenti e i consigli.

Questa non è l'unica tribuna che coltiva oasi critiche in mezzo al deserto del gossip e delle “armi di distrazione di massa”. Viviamo in società abituate a un certo costume democratico, pur bombardate dai messaggi omologanti dei grandi poteri e delle grandi multinazionali. Cresce sì il potere dei grandi media, ma si creano nuovi strumenti per comunicare, organizzarsi, diffondere saperi originali. A tutto questo mondo – tanti siti, tanti operatori indipendenti, spesso dispersi - vogliamo parlare sempre di più. Megachip mantiene comunque un forte principio guida, che ora dovrà tentare di sviluppare appieno: non vogliamo fare controinformazione per pochi. Vogliamo aprirci a linguaggi che raggiungano la grande massa, oggi toccata solo dal grande sistema della comunicazione che propone il suo povero, seppur voluminoso, menù unico. Abbiamo questa attenzione, sempre. È grazie a questo principio che il sito ha dato e darà grande risalto alle iniziative nate in seno al lavoro svolto a contatto con un pubblico più vasto, interessato ai grandi temi. Parlo di «Zero», il film critico sull'11 settembre, che cerca di parlare del tema al vasto mondo fuori dal web, anche a chi non ha mai cliccato una pagina in rete. E parlo anche di Pandora, il format televisivo che sperimenterà nuovi linguaggi e affronterà i temi che nessuno sa o vuole affrontare in TV.

Il sito inquadrerà tutto (articoli, approfondimenti, saggi, strumenti di formazione, ecc.) all'interno di alcuni grandi temi. Temi che via via, a partire dalle prossime settimane, andremo a scoprire.

Parleremo, com'è ovvio di democrazia nella comunicazione, la nostra missione politica fondamentale. Cercheremo di farlo con una visione globale e internazionale.

Ma parleremo anche della Grande Crisi in cui convergono drammatiche crisi finanziarie, ambientali, energetiche: faremo una critica serrata al vecchio totem del Prodotto Interno Lordo e daremo strumenti per collegarci a chi ragiona concretamente per trovare soluzioni, in lotta contro il tempo scandito dalla natura. Troveremo le voci e i “pensieri lunghi” che ripensano il modello economico e sociale e le forze che possono cambiarlo.

Analizzeremo le notizie e confuteremo le macchine della propaganda bellica. Il radar è già puntato sui temi caldi: USA, Russia, Ucraina, Iran, Terra Santa, Cina, Venezuela. Faremo un'opera organica di “ressourcement” sulle fonti della cultura della pace. Noi non crediamo allo “Scontro di civiltà”. Le varie identità religiose e le grandi soggettività del nostro tempo sono l'eredità millenaria di particolarismi culturali, strumenti di coesione ideologica, politica, culturale e spirituale di monadi culturali che però hanno perduto la propria insularità. Ora, sfidate come sono dalle minacce apocalittiche della guerra moderna e del collasso ambientale, queste identità hanno due possibili funzioni. O una funzione regressiva di richiamo protettivo delle identità particolari. O una funzione di fermento anticipatore per la transizione verso un'età in cui si senta del tutto l'appartenenza a un mondo unificato. Un fermento più affine alle loro proprie intuizioni fondanti. La crisi ci spinge a guardare verso chiunque voglia definire i termini di un patto sociale fondativo della comunità mondiale. La ragione, spogliata della «soggettività iperbolica» dell'uomo occidentale, vi gioca ancora un ruolo fondamentale. Ciò senza rinunciare a certe acquisizioni universali della cultura dell'Occidente, come il principio del primato della coscienza rispetto a qualsiasi legge, il principio correlativo dello stato di diritto e il metodo scientifico. A tutto ciò ci teniamo, e vogliamo essere in buona compagnia.

A proposito dell'importanza del Diritto, la nuova redazione avrà un legame speciale con Antimafia Duemila. Sarà fondamentale il suo apporto sul tema. Opporremo i temi della legalità e della giustizia contro l'assalto di cosche, affaristi irresponsabili e un ceto politico degradato. C'è un mondo pulito che continua ad esistere e a dire sì di cuore a «legge e ordine», ma no ai ministri della paura e al loro modo di manipolare le emozioni mediatiche.

È un lavoro in fieri. Cercherò di non allungare il rodaggio e di entrare in piena sintonia – mentre mi sento già in piena simpatia - con chi collabora con il sito e con chi lo segue. Questo mio piccolo inizio va a coincidere per caso con un periodo che sembra annunciare grandi cambiamenti, che non saranno narrati solo nel “dopo” degli storici, ma nel “durante” della politica e della cronaca. Questa narrazione sarà un cimento in cui vogliamo trovare parole potenti e fatti solidi. Perciò, cliccate spesso da queste parti.

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