Le "Jersey Girls".
Fonte dell'immagine: Suchat Pederson per il «New York Times»
Il tema dell’Edificio 7 del WTC, comunque lo si guardi, ha effetti scandalosi. Le cose che sapevamo prima, al cospetto della sottile pila di detriti rimasta ai piedi del grattacielo annichilito in pochi attimi, assumono un segno diverso, permanente. Non è possibile uno status quo.
Ci aveva provato la Commissione d’inchiesta sull’11/9, a ignorare l’Edificio 7: neanche un cenno sul crollo del grattacielo nel sedicente «pieno e completo resoconto delle circostanze che contornano gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.»
La FEMA – l’agenzia governativa che si occupa di protezione civile ma anche di “continuità di governo” - aveva invece provato a rinviare ogni conclusione: dopo aver aggregato un team di volontari appartenenti all’American Society of Civil Engineers (ASCE), l’ente si era tenuto molto abbottonato: «Le caratteristiche degli incendi del WTC7 a del modo in cui abbiano causato che l’edificio crollasse rimangono sconosciute fino a questo momento… la migliore ipotesi è che tale evento avesse una bassa probabilità di accadere. Ulteriori ricerche, indagini e analisi sono necessarie per chiarire questo punto.»
Una bassa probabilità di accadere. Con buona pace delle inchieste apocrife di «Popular Mechanics» e dei loro amplificatori collocatisi a presidio del web e dei giornali, il caso dell’Edificio 7 non giungeva ad avere spiegazioni e quindi motivava ampiamente il sorgere di domande radicali e scomode.
Nel 2007 , a provare ad imprimere un sigillo ufficiale ci è arrivato il NIST (National Institute of Standards and Technology), con l'ipotesi del crollo totale innescato dal cedimento della famigerata colonna 79.
Alla fine, spazzati via i miti, rimangono in piedi due ipotesi, entrambe allarmanti al massimo grado, sebbene divaricate in termini di implicazioni etiche e politiche.
La prima ipotesi è che la demolizione sia stata intenzionale. Il corollario è che ci sono state complicità altolocate in apparati ben radicati nelle istituzioni statunitensi e che non è stata un'impresa di al-Qā‘ida. Chi affronta questa ipotesi viene combattuto con molta veemenza, lo sappiamo.
La seconda ipotesi è che il crollo totale di un grattacielo per un incendio, sebbene mai verificatosi in precedenza, si dimostri ora possibile grazie al precedente rivelatore dell'Edificio 7. Nessuno è più al sicuro. Anche questa ipotesi ha implicazioni enormi. Se ne sono accorti pure i familiari delle vittime dell'11/9. In particolare quattro vedove originarie del New Jersey che quel giorno hanno perso i loro mariti e che sono state protagoniste di importanti battaglie contro l'establishment per strappare pezzo a pezzo degli abbozzi d'indagine meno indecenti di quelli che l'amministrazione Bush era disposta a concedere. Si tratta delle cosiddette “Jersey Girls”. Il testo che seguirà più sotto è la traduzione delle loro considerazioni sull'indagine del NIST, apparse su www.blogger911.com. Abilmente le Jersey Girls non s'introducono nel terreno minato del complotto. Puntano invece a stanare le autorità a partire dal rapporto NIST. Se le autorità non riterranno assurde le conclusioni del NIST, come molti invece fanno, allora dovranno prendersi responsabilità comunque enormi.
La prima ipotesi è che la demolizione sia stata intenzionale. Il corollario è che ci sono state complicità altolocate in apparati ben radicati nelle istituzioni statunitensi e che non è stata un'impresa di al-Qā‘ida. Chi affronta questa ipotesi viene combattuto con molta veemenza, lo sappiamo.
La seconda ipotesi è che il crollo totale di un grattacielo per un incendio, sebbene mai verificatosi in precedenza, si dimostri ora possibile grazie al precedente rivelatore dell'Edificio 7. Nessuno è più al sicuro. Anche questa ipotesi ha implicazioni enormi. Se ne sono accorti pure i familiari delle vittime dell'11/9. In particolare quattro vedove originarie del New Jersey che quel giorno hanno perso i loro mariti e che sono state protagoniste di importanti battaglie contro l'establishment per strappare pezzo a pezzo degli abbozzi d'indagine meno indecenti di quelli che l'amministrazione Bush era disposta a concedere. Si tratta delle cosiddette “Jersey Girls”. Il testo che seguirà più sotto è la traduzione delle loro considerazioni sull'indagine del NIST, apparse su www.blogger911.com. Abilmente le Jersey Girls non s'introducono nel terreno minato del complotto. Puntano invece a stanare le autorità a partire dal rapporto NIST. Se le autorità non riterranno assurde le conclusioni del NIST, come molti invece fanno, allora dovranno prendersi responsabilità comunque enormi.
Il NIST ha finalmente rilasciato la sua relazione investigativa lungamente attesa in merito al crollo del World Trade Center 7. Il WTC7 è stato il terzo edificio del complesso del World Trade Center a crollare l'11 settembre 2001 alle 17.20. Tuttavia, questo edificio non era stato colpito da un aeroplano.
Come familiari delle vittime dell'11/9 avevamo estremo interesse alle conclusioni di questa relazione. Avevamo sperato che la relazione del NIST sarebbe servita a spiegare la causa del crollo totale di un edificio convenzionale in acciaio e che sarebbe stata in grado di confutare le dilaganti teorie del complotto. Abbiamo anche auspicato che questa relazione, unitamente ai rapporti finali del NIST sulle torri WTC 1 e 2, avrebbe fornito delle raccomandazioni per migliorare gli edifici e la normativa per gli incendi in modo da garantire la sicurezza pubblica in TUTTI gli edifici d'ora in poi.
Mentre riteniamo che gli esperti tecnici dovrebbero rivedere, criticare e replicare i risultati ricompresi in questa relazione, riteniamo anche di dover esprimere le nostre preoccupazioni sulla base delle pubbliche dichiarazioni del NIST in ordine ai risultati presentati.
Nel corso degli ultimi sette anni, alle famiglie delle vittime dell'11/9 è stato più volte detto da parte di esperti in materia d'incendi, da ingegneri e architetti, che NON DOBBIAMO CONCENTRARE i nostri sforzi a reclamare cambiamenti negli standard riferiti al crollo delle torri WTC 1 e 2. Ci è stato continuamente ricordato che l'impatto di aeroplani sugli edifici è stato un evento unico. Inoltre, ci è stato detto che la progettazione e la costruzione delle torri WTC 1 e 2 sono state singolari e che non vi sono altri edifici con quella particolare altezza o una simile configurazione progettuale in tutto il mondo. Ci è stato detto più volte che la chiave era il WTC 7 poiché questo edificio era di una progettazione e di un'altezza convenzionali, eppure è crollato anch'esso in assenza del caso singolare di un aereo che lo colpisse.
Come ammesso dal dottor Shyam Sunder del NIST, il WTC 7 era un progetto più convenzionale, come molti altri edifici a New York e in tutto il paese.
In sostanza, la costruzione del WTC 7 ha utilizzato una tradizionale struttura con scheletro in acciaio (una costruzione con colonne e travature uniformemente distanziate), senza le discutibili travature e capriate utilizzati nella costruzione delle torri WTC 1 e 2. Il WTC 7 non era un edificio "a tubo" come le Torri Gemelle. Aveva una forma rettangolare ed aveva meno della metà dell'altezza degli edifici WTC 1 e 2.
Il dottor Sunder ha anche affermato che il WTC 7 soddisfaceva tutte le specifiche della città di New York. Eppure, il WTC 7 è il primo grattacielo in acciaio con caratteristiche costruttive tradizionali negli Stati Uniti e nel mondo a crollare completamente a seguito di un incendio.
Stando alla conferenza stampa del Dottor Shyam Sunder del 21 agosto 2008, il crollo del WTC 7 fu dovuto al fuoco appiccato dai detriti provenienti da un altro edificio del WTC e poi alimentato dalla carta e dal mobilio degli uffici - NON dal serbatoio di carburante diesel stivato all’interno dell’edificio da Giuliani e la sua amministrazione contro il forte parere del Dipartimento dei vigili del fuoco di New York, NON da un aereo, e apparentemente, come affermato dal dottor Sunder, «non vi sono stati difetti nella costruzione del palazzo».
Noi non sappiamo come si senta il resto del paese rispetto a una simile notizia, ma noi proviamo molta paura! Questi risultati suggeriscono che QUALSIASI EDIFICIO ESISTENTE è passibile di un crollo progressivo nel caso inizi un incendio e il sistema di spegnimento con spruzzatori per qualsiasi motivo non funzioni - indipendentemente da come si inizi! Questa è una possibilità, soprattutto in zone soggette a terremoti dove le forniture idriche possono facilmente venire a mancare e la disponibilità dei vigili del fuoco sia scarsa o ridotta ai minimi termini.
Il fine ultimo di reclamare l’uso di 16 milioni di dollari per fare in modo che il NIST studiasse questo caso era quello di determinare il modo di rendere gli edifici più sicuri in futuro. Se ora dobbiamo credere che qualsiasi grattacielo è suscettibile di un crollo a causa di un incendio, perché il NIST non sottolinea l'effetto sugli edifici esistenti? La qualità effettiva dei rivestimenti antincendio è un problema ben noto in tutto il paese. La relazione del NIST indica che un completo burnout, senza spruzzatori né interventi dei pompieri, potrebbe portare al collasso completo di QUALSIASI edificio elevato. Occorre che il NIST riscriva una sua "nuova" raccomandazione B (5.12) e fornisca indicazioni per gli edifici ESISTENTI.
Il NIST dovrebbe stendere le conclusioni più importanti in un linguaggio semplice e annunciare a tutto il paese: GLI INCENDI INCONTROLLATI nei grattacieli possono PORTARE al loro crollo totale.
Occorre inoltre che il NIST sia più determinato nei confronti dei gruppi che lavorano alla scrittura delle specifiche in merito a questo fatto cruciale, comunicando con loro attraverso una riunione di alto profilo che includa il direttore del NIST e i leader di questi gruppi di codificazione.
Il NIST deve affrontare questo problema pericoloso immediatamente. Il futuro della sicurezza del pubblico dei servizi antincendio è appeso a un filo.
Il rifiuto di fare delle modifiche sulla base di ragioni economiche, dell’avidità, la volontà di mantenere lo status quo, la paura di accettare la responsabilità, l'assenza di leadership nel promuovere le riforme e il bene comune sono una combinazione letale per la collettività su vasta scala.
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Patty Casazza
Monica Gabrielle
Mindy Kleinberg
Lorie Van Auken
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