«Nulla
è meno materiale del denaro, giacché qualsiasi moneta…è, a rigore, un
repertorio di futuri possibili. Il denaro è astratto, ripetei, il denaro è
futuro…una moneta simboleggia il libero arbitrio...»
Jorge Luis Borges
«Quello
che sta avvenendo, ma sul nulla, perché dietro non c'è attività reale che ne
giustifichi il valore, né un autorità che li protegga. Lo ripeto, vivono perché
i possessori lo vogliono e altri lo consentono»
Paolo Savona.
Chi è
l'economista e chi è il somaro? Chi ha capito cos'è una moneta e chi parla di
moneta da una vita senza sapere di cosa si tratta? Pazzesco. Ma l’epoca delle
criptovalute aiuta se non altro a far cadere molti veli.
Non
chiedete dunque agli economisti cos’è la moneta, non lo sanno (tranne rare
eccezioni come Augusto Graziani, John Keynes, Karl Marx e Joseph Schumpeter).
Se volete
sapere cos'è una moneta andate da un filosofo e da un semiologo. In alternativa
si può sempre leggere lo Zahir di Jorge Luis Borges. Oh, quanto si sarebbe
divertito Borges nel leggere di questa moneta anarchica e nascosta dentro un
involucro di equazioni matematiche che vaga nel cyberspazio! Il divino
labirinto degli effetti e delle cause. Anzi, il criptolabirinto.
Che
tristezza gli economisti, ridotti a corifei di un Potere rantolante. Ma andiamo
con ordine.
Ora vi spiego un po' a cosa
servono (politicamente) le criptomonete.
Per
decenni gli instancabili cantori del capitalismo ci hanno inculcato l'idea che
bisogna difendere l'indipendenza delle banche centrali “dall'interferenza della
politica”. Locuzione che può e deve essere vista come “vietare il controllo
democratico (degli organi eletti democraticamente) sulle banche centrali”.
Bene, ora si possono dire le cose come stanno. Non vi è alcuna interferenza
degli organi democraticamente eletti sulla politica monetaria attuata dalle banche
centrali ma vi è l'esatto opposto: vi è l'interferenza del potere autocratico,
incontrollato e incontrollabile, delle banche centrali sugli organi
costituzionali democraticamente eletti.
Il caso
più plateale riguarda proprio l'Italia. Nel 2011, la Banca Centrale Europea, ha
dettato l'agenda della politica economica agli organi costituzionali italiani.
Non c’è alcuna norma dei Trattati europei che dia questo potere alla BCE. Si
tratta di una gravissima interferenza che peraltro ha chiesto lacrime e sangue
al popolo italiano, tra cui una riforma delle pensioni di ferocia belluina
(diventata legge sotto il governo Monti e conosciuta come “Legge Fornero”). Non
solo, hanno preteso che fosse inserito in Costituzione il pareggio di bilancio,
scolpendo così nel bronzo della carta costituzionale una concezione determinata,
una visione economica teorica controversa diventata una inscalfibile “Verità di
Stato” sancita dalla legge più solenne (non ha alcuna importanza che questa
visione di teoria economica sia giusta o sbagliata, questo va lasciato al
dibattito degli studiosi di teoria economica).
Pensate
che ciò che ho scritto sia falso? Pensate sia il delirio di un complottista?
No. Non lo è. Carta canta. Tutto questo è stato scritto in una lettera della
BCE controfirmata dal suo Presidente uscente (Trichet) e dal suo Presidente
entrante (Draghi).
Ecco,
ripeto, la BCE non aveva alcuno, e ripeto, alcun titolo per scrivere una cosa
del genere, e per il poco e nulla che capisco di diritto configura platealmente
un reato grande come una montagna: un attentato contro la personalità dello Stato,
un’indebita intromissione in prerogative riservate all’inviolabile libera
scelta del Parlamento e del Governo e così via.
Ecco, lamentare
questo sopruso prima della diffusione delle criptovalute era semplicemente
inutile: il potere ce l'avevano loro. La regola era ed è brutale: loro mettono
il giogo e noi stiamo sotto al giogo, come i buoi che tirano l'aratro. La
novità è che adesso la denuncia non è più una voce velleitaria perché c'è un’alternativa,
sebbene embrionale, e puoi chiedere che chi ha commesso questa enormità sia
sottoposto al giudizio dei tribunali.
Ecco,
cos'è l'uso politico delle criptovalute. Quantomeno puoi dire a Draghi che in
un futuro non lontano ogni patina di legalità con cui si è coperto in questi
anni cadrà. Potremo finalmente scoprire quanto nudi e crudi possono essere i
grandi delitti. I giornali che tenevano il sacco, tutti quelli più importanti,
perdono ogni anno un quinto dei loro lettori e ne perderanno ancora. I veli
cadono, e molti economisti non sono più economisti, molti uomini credibili non
sono più credibili, i delinquenti sono delinquenti.
Ecco, caduti
i veli, a questo servono le criptomonete.
Nelle
immagini che seguono potete vedere il corpo del reato, gli ordini imposti a un
intero paese piegato dall’austerity eurocratica. E il fatto che qualcuno osi
firmare una simile enormità apre anche scenari di tipo psichiatrico: delirio di
onnipotenza, intoccabilità e ingiudicabilità degli atti commessi. Solo che alle
volte il fare troppo il Marchese del Grillo (io so’ io, e voi non siete un cazzo) può portare male.
E Paolo Savona e il suo allarme?
E
soprattutto, tutto questo farneticare contro le criptovalute (contro
l'esperimento delle criptovalute) è legato ad una questione fondamentale:
quella che le criptovalute sono delle
monete fuori dal controllo della borghesia. Il tema sta tutto lì.
Ora
si stanno accorgendo che esistono, e iniziano a lanciare allarmi. Non è concepibile
leggere certe bestialità. Come fa un economista come Savona a scagliarsi contro le
criptovalute perché non sarebbero garantite da nulla? E perché di grazia,
Signor Professore, mi dica lei, l'Euro da cosa sarebbe garantito? Mi pare di
aver studiato che il tallone aureo sia finito il 15 agosto 1971. Da allora le
monete statali non sono garantite esattamente da nulla. Come le criptovalute.
Puerile
poi l'appello di Savona all'Autorità che dovrebbe vietare il nuovo mostro
monetario. Illustrissimo professore, mi risulta che viviamo in uno stato di
diritto. Occorrerebbe un qualche appiglio in relazione all'ordinamento vigente
per vietare qualcosa. Per non parlare poi del fatto che servirebbe un trattato
mondiale per stabilire chi sia mai l'autorità suprema nel Cyberspazio. Vede, nientemeno
che Mario Draghi, il Potentissimo Professor Draghi, nel Cyberspazio è uno
semplice sviluppatore di una moneta chiamata Euro. Esattamente come gli altri
mille sviluppatori. Non ha autorità di nulla.
Non
basta, lei, straparla, di "riciclaggio". Ma mi scusi Chiarissimo
Professore, i capitali illeciti sono sempre esistiti, e lei sa bene (se ha capito
il blockchain) che sarebbe forse il
modo più stupido quello di riciclare denaro attraverso un database indelebile e
immodificabile. Sorvolo sul fatto che non ricordo nessuna sua intemerata contro
le attività illecite che venivano e vengono transate con il danaro di Stato. Si
sveglia solo ora?
Non
parliamo poi della sua uscita su un ipotetica causa legale futura dove un
creditore chiede ad un giudice di rendere nullo un pagamento di un debito
effettuato con criptovalute. Lei dimostra di non aver capito. Nessuno paga
debiti in Bitcoin o altre criptovalute. Eventualmente, qualcuno offrirà i Bitcoin
in cambio di danaro di Stato e successivamente pagherà il suo debito. Molte
banche offrono il servizio.
E
infine la solita vexata quaestio. Che
cos'è una Moneta? Rifletta su quello che diceva Borges, potrebbe esserle utile.
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