Le
testate giornalistiche statunitensi hanno subito la loro più umiliante disfatta
da molto tempo in qua: ora rifiutano qualsiasi trasparenza su ciò che è successo
di Glenn Greenwald.
Venerdì
8 dicembre è stato uno dei giorni più imbarazzanti per i media USA da un sacco di
tempo di qua. L'orgia di umiliazioni è stata innescata dalla CNN, con MSNBC e
CBS sulla sua scia, con innumerevoli opinionisti, commentatori e operatori
politici che si sono uniti alla festa per tutto il giorno. Alla fine della
giornata, era chiaro che molti dei più grandi e influenti organi di informazione
della nazione avevano diffuso a milioni di persone una notizia esplosiva, benché
completamente falsa, intanto che si rifiutavano di fornire alcuna spiegazione
su come tutto questo fosse successo.
Lo
spettacolo è iniziato venerdì mattina alle ore 11 della costa orientale USA,
quando la testata che si proclama “Il nome più attendibile nel dare notizie” (ossia
la CNN, “The Most Trusted Name in News™”,
NdT) ha speso ben 12 minuti
consecutivi di trasmissione cavalcando in modo scintillante un reportage-bomba
in esclusiva che sembrava dimostrare che WikiLeaks, lo scorso settembre, aveva
segretamente offerto alla macchina elettorale di Trump, e persino a Donald
Trump in persona, un accesso speciale alle e-mail del Comitato Nazionale
Democratico (DNC) prima che fossero pubblicate su Internet. Siccome la CNN si
affaccia sul mondo, tutto questo proverebbe collusione tra la famiglia Trump e
WikiLeaks e, cosa più importante, tra Trump e la Russia, dal momento che la
comunità dei servizi segreti degli Stati Uniti considera WikiLeaks come un
"braccio dell'intelligence russa", e quindi fanno così anche i media
statunitensi.
Tutta
questa rivelazione era basata su un’e-mail che la CNN con
forza sottintendeva di aver ottenuto in esclusiva e che aveva ormai a
disposizione. L'e-mail era stata inviata da un tale di nome "Michael J.
Erickson" - qualcuno di cui nessuno aveva mai sentito parlare prima di
allora e che la CNN non poteva identificare - a Donald Trump Junior, e offriva
una chiave di decrittazione nonché l'accesso alle e-mail del DNC che WikiLeaks
aveva "caricato". L'e-mail era una pistola fumante, agli occhi
estremamente eccitati della CNN, perché era datata 4 settembre – dunque dieci
giorni prima che WikiLeaks iniziasse
a promuovere l'accesso a quelle e-mail online - dimostrando così che alla
famiglia Trump veniva offerto un accesso speciale e unico all'archivio del DNC:
presumibilmente da Wikileaks e dal Cremlino.
È
impossibile comunicare a parole che tipo di scoop spettacolare e devastante
credeva di avere la CNN, perciò è necessario che guardiate voi stessi con i
vostri occhi per notare quali toni accalorati, quali inflessioni mozzafiato e quanta
gravità trasmetteva questo canale, considerato che chiaramente credeva di dare
oramai un colpo quasi fatale in merito alla storia della collusione Trump/Russia:
C'era
solo un piccolo problema con questa storia: era fondamentalmente falsa, e lo
era nel modo più imbarazzante possibile. Ore dopo che la CNN aveva trasmesso il
suo racconto - e dopo averlo ripetutamente rilanciato e pompato - il Washington Post ha riferito che la CNN ha toppato
di brutto proprio sul fatto cruciale della vicenda.
L'e-mail
non era datata 4 settembre, come pretendeva la CNN, bensì 14 settembre: il che
significa che era stata inviata dopo che
WikiLeaks aveva già pubblicato l'accesso alle e-mail del DNC online. Quindi, anziché
offrire una sorta di accesso speciale a Trump, "Michael J. Erickson"
era semplicemente una persona a caso del pubblico che incoraggiava la famiglia
Trump a guardare le e-mail del DNC apertamente disponibili che WikiLeaks - come
tutti già sapevano - aveva pubblicamente promosso. In
altre parole, l'e-mail era l'esatto opposto di ciò che la CNN sosteneva che
fosse.
Com’è
che la CNN è giunta a pompare con irruenza una storia così tanto spettacolarmente
falsa? Si rifiutano di dirlo. Molte ore dopo che la loro narrazione è stata
svelata in tutta la sua falsità, il giornalista che l'ha presentata in origine,
il cronista parlamentare Manu Raju, ha finalmente pubblicato un tweet che annotava la correzione.
Il dipartimento di pubbliche relazioni della CNN ha quindi affermato che
"più fonti" avevano fornito alla CNN una data falsa. E Raju è andato
alla CNN, con toni più dimessi, per annotare la correzione, affermando
esplicitamente che "due fonti" gli avevano fornito ciascuna la data
falsa in merito all'e-mail, mentre chiariva anche che la CNN non aveva mai
nemmeno visto l'e-mail, ma aveva solo fonti che descrivevano i suoi presunti
contenuti:
Tutto
ciò fa sorgere la domanda lampante, ovvia e critica, che la CNN si rifiuta di
affrontare: in che modo le "fonti multiple" hanno erroneamente
interpretato la data in testa a questo documento, esattamente nello stesso
modo, e verso le stesse conclusioni, e hanno quindi dato in pasto queste
informazioni false alla CNN?
È,
ovviamente, del tutto plausibile che una fonte possa in modo incolpevole
interpretare erroneamente la data di un documento. Ma in che modo sarebbe anche
lontanamente plausibile che più fonti possano del tutto innocentemente e in
buona fede interpretare erroneamente la data proprio nello stesso modo, tutto
per causare la propagazione di una rivelazione diffusa su tutti i media in
merito alla collusione Trump/Russia /WikiLeaks? Questa è la domanda
fondamentale cui la CNN si rifiuta semplicemente di rispondere. In altre
parole, la CNN si rifiuta di fornire la massima trasparenza per consentire al
pubblico di capire cosa è davvero successo in questo frangente.
PERCHÉ TUTTO QUESTO
CONTA COSÌ TANTO?
Per tanti motivi importanti:
Per cominciare, è difficile esagerare su quanto velocemente,
quanto lontano e quanto diffusamente abbia viaggiato questa falsa notizia. Opinionisti,
funzionari e giornalisti del Partito Democratico con enormi piattaforme sui
social media si sono immediatamente tuffati sulla storia, annunciando che dimostrava
una collusione tra Trump e la Russia (attraverso WikiLeaks). Un tweet del parlamentare
democratico Ted Lieu, il quale sosteneva che tutto questo evidenziava le prove
di una collusione criminale, è stato ri-twittato migliaia e migliaia di volte
in poche ore (Lieu ha flemmaticamente cancellato il tweet dopo che io ne ho
annunciato la falsità, e molto tempo dopo che era diventato assai virale, senza
mai dire ai suoi seguaci che la storia della CNN, e quindi la sua accusa, erano
state sbufalate).
Questo
tweet proviene oggi da un parlamentare. È stato ri-twittato più di 7.000 volte
(e oltre) e ha ricevuto più di 15.000 like. Si basa su una dichiarazione
completamente falsa, estratta da una storia della CNN smontata in quanto bufala.
Questo succede più e più volte. Sembra dannoso. E ancora nessuna ritrattazione.
https://twitter.com/tedlieu/status/939129798793793536...
21:23 - 8 dicembre
2017
Benjamin
Wittes del Brookings Institute, la cui stella era in ascesa mentre si autopromuoveva
come amico dell'ex direttore dell'FBI Jim Comey, non solo ha rilanciato la
storia della CNN alla mattina, ma lo ha fatto con la parola "Boom" - usata
per segnalare che un grande colpo è stato inferto a Trump sulla vicenda della
Russia - insieme alla gif di un cannone che viene fatto detonare:
Incredibilmente,
fin proprio a questo momento - quasi 24 ore dopo che la notizia della CNN è
stata sbufalata - Wittes non ha mai annunciato ai suoi oltre 200.000 follower
che la storia che rilanciava in modo così entusiasta si è rivelata
completamente falsa, anche se è tornato su Twitter molto tempo dopo che la notizia èstata smascherata per twittare su altre questioni. Ha semplicemente
lasciato lì le sue affermazioni false e incendiarie senza fare correzioni.
Josh
Marshall del blog Talking Points Memo
ha creduto che la storia fosse così significativa da usare in cima al suo articolo l'immagine
di una bomba atomica che esplodeva, discutendo le sue implicazioni, un articolo
che ha twittato ai suoi circa 250.000 follower. Solo di notte è stata aggiunta
una nota redazionale che annunciava che l'intera faccenda era falsa.
È
difficile quantificare esattamente quante persone siano state ingannate - riempite
di notizie false e propaganda - dalla narrazione della CNN. Ma grazie a
giornalisti e funzionari fedeli al Partito Democratico che decretano che ogni affermazione
in tema Trump/Russia debba essere vera senza guardare alcuna prova, è
certamente cosa sicura affermare che molte centinaia di migliaia di persone,
quasi certamente milioni, sono state esposte a queste false affermazioni.
Sicuramente
chiunque abbia qualche minima preoccupazione sull'accuratezza del giornalismo -
che presumibilmente includerà tutte le persone che hanno passato l'ultimo anno
a lagnarsi di Fake News, propaganda, bot di Twitter e via lamentando - pretenderebbe
una rendicontazione su come uno dei maggiori organi mediatici americani sia
finito a subissare il cervello di così tante persone con notizie totalmente
false. Basterebbe solo questo per dover sollecitare alla CNN un’esauriente
spiegazione su cosa esattamente sia capitato. Nessun bot russo su Facebook o
Twitter potrebbe avere un impatto neanche lontanamente paragonabile all'impatto
di questa narrazione della CNN quando si tratti di ingannare la gente con
informazioni sfacciatamente inesatte.
In secondo luogo, le "fonti multiple" che
hanno fornito alla CNN questa falsa informazione non si sono limitate a quella
rete. Erano apparentemente molto impegnate a diffondere avidamente le false
informazioni a quanti più media potevano trovare. A metà giornata, la CBS News
ha affermato di aver "confermato" in modo indipendente la storia
della CNN sull'e-mail, e ha pubblicato anche il suo articolo mozzafiato, discutendo le
gravi implicazioni di questa collusione disvelata.
Ma
la cosa più imbarazzante di tutte l’ha fatta la MSNBC. Dovete solo guardare
questo servizio del suo «corrispondente in materia di intelligence e sicurezza
nazionale», Ken Dilanian, per crederci. Così come la CBS, anche Dilanian ha
affermato di aver «confermato» in modo indipendente il falso rapporto della CNN
da «due fonti che hanno conoscenza diretta di questo fatto». Dilanian, la cui
carriera nei media statunitensi continua a prosperare quanto più viene esposto come
qualcuno che fedelmente ripete a pappagallo ciò che la CIA gli dice di dire (dal momento che questo
è uno degli attributi più ambiti e apprezzati nel giornalismo USA), ha
utilizzato tre minuti per mescolare affermazioni della CIA (prive di prove e
trattate come fatti) con affermazioni totalmente false su ciò che le sue
molteplici "fonti con conoscenza diretta" gli avevano riferito su tutto
questo. Si prega di guardarlo di nuovo: non tanto per il contenuto, quanto per
il tenore e il tono in cui si “riferiscono” le “notizie”. È una roba
imbarazzante ai livelli del portavoce di Saddam Hussein, il famigerato Baghdad-Bob:
Pensate
esattamente a cosa significhi tutto questo. Significa che almeno due - e
possibilmente più - fonti, che tutti questi media hanno giudicato credibili in
termini di accesso a informazioni sensibili, hanno fornito le stesse false
informazioni a più organi di informazione contemporaneamente. Per molte
ragioni, è molto alta la probabilità che queste fonti fossero membri
democratici della Commissione sull’Intelligence della Camera (o dei funzionari
di alto livello delle loro squadre), poiché è stata la Commissione ad aver
ottenuto l'accesso alle e-mail di Trump Jr., benché sia certamente possibile
che sia qualcun altro ancora. Non lo sapremo fino a quando questi organi di
informazione non si degneranno di riferire al pubblico queste informazioni
cruciali: quali «molteplici fonti» hanno mai agito congiuntamente per divulgare
informazioni false e incredibilmente incendiarie presso i maggiori organi di
informazione nazionali?
Appena
la settimana scorsa, il Washington Post
(con grande plauso (anche mio) ha deciso di esporre
una fonte – una donna a cui avevano promesso l'anonimato e le protezioni a
microfoni spenti - perché hanno scoperto che aveva intenzionalmente loro fornito
false informazioni come parte di una trama ordita da Project Veritas per
screditare il Post. È un principio
ben consolidato del giornalismo (raramente seguito quando si parla di persone
potenti a Washington): il fatto cioè che i giornalisti dovrebbero esporre, anziché
proteggere e nascondere, le fonti che abbiano fornito di proposito false
informazioni da diffondere presso il pubblico.
Il Post ha fatto la cosa giusta nel riferire
i commenti a microfoni spenti dato che erano stati offerti con intento
fraudolento. Questo dovrebbe essere fatto molto più spesso nei confronti di
persone davvero potenti a Washington che diffondono bugie nascondendosi dietro
l'anonimato https://www.washingtonpost.com/investigations…
22.49 - 27 novembre
2017
È
forse quello che è successo nel nostro caso? Queste "fonti multiple"
che hanno dato in pasto le informazioni completamente false non solo alla CNN,
ma anche a MSNBC e CBS, lo fanno deliberatamente e in malafede? Fino a quando
queste testate giornalistiche non forniranno un rendiconto di quel che è
successo - ciò che si potrebbe chiamare "trasparenza giornalistica
minima" - è impossibile dirlo con certezza. Ma al momento, è molto
difficile immaginare uno scenario in cui più fonti abbiano tutte indicato la
data sbagliata a diversi media in modo innocente e in buona fede.
Se
si trattasse, in realtà, di un deliberato tentativo volto a causare una narrazione
falsa e molto incendiaria, allora questi media hanno l'obbligo di mettere in
vista chi sono i colpevoli - proprio come il Washington Post ha fatto la scorsa settimana nei confronti della
donna che faceva affermazioni false su Roy Moore (era molto più facile in quel
caso perché la fonte che mettevano in vista era una persona che a Washington
non contava, anziché qualcuno su cui fare affidamento per un flusso costante di
notizie, ossia il modo in cui CNN e MSNBC si affidano ai membri democratici della
Commissione sull'intelligence). Per contro, se questo fosse solo un errore
innocente, allora queste testate giornalistiche dovrebbero spiegare come una
sequenza di eventi così inverosimile possa essere accaduta.
Finora,
queste multinazionali stanno facendo l'opposto di ciò che i giornalisti
dovrebbero fare: piuttosto che informare il pubblico su ciò che è accaduto e assicurare
una minima trasparenza e responsabilità per se stessi e gli alti funzionari che
hanno causato tutto questo, si nascondono dietro a qualcosa di insignificante,
dichiarazioni nebulose redatte da manager di pubbliche relazioni e avvocati.
Come
possono mai certi giornalisti e certe testate reagire e fare così tanto gli
offesi, se vengono attaccati come "Fake News", quando proprio questa è la condotta dietro la quale si
nascondono una volta che siano scoperti a diffondere storie false e
incredibilmente ricche di conseguenze?
Quanto
più pensate che la vicenda Trump/Russia sia una cosa seria, quanto più
pericoloso ritenete che sia Trump quando attacca i media statunitensi in quanto
"Fake News", tanto più
dovreste risultare turbati da ciò che è successo in questo caso, e tanto più dovreste
esigere maggiore trasparenza e responsabilità. Se siete gente che ritiene che
gli attacchi di Trump ai media siano pericolosi, allora dovreste essere in
prima fila a obiettare quando i media agiscono in modo avventato, in modo da pretendere
trasparenza e responsabilità da parte loro. Sono delle disfatte totali come
questa - e i successivi sforzi delle grandi imprese mediatiche volti a
offuscare il tutto - che hanno reso i media statunitensi così antipatici fino
ad alimentare e rafforzare gli attacchi di Trump contro di loro.
In terzo luogo, questo tipo di incoscienza e falsità è ora
una tendenza chiara e altamente preoccupante - si potrebbe dire una costante -
quando si parla di Trump, Russia e Wikileaks. Ho passato buona parte
dell'ultimo anno a documentare le notizie straordinariamente numerose, ricche di conseguenzee avventate che sono state pubblicate - e poi corrette, annullate e
ritrattate - dai principali media tutte le volte che viene affrontata questa vicenda.
Tutte
le testate, ovviamente, commetteranno degli errori. The Intercept ha
certamente fatto la sua parte, così come accade a tutti gli organi di
informazione. Ed è particolarmente naturale e inevitabile, che si commettano
errori ove ci sia una storia molto complicata e opaca come la questione del
rapporto tra Trump e i russi, e le domande relative a come WikiLeaks abbia
ottenuto le e-mail del DNC e di Podesta. È tutto quel che c’è da aspettarsi.
Ma
quello che ci si dovrebbe aspettare dagli "errori" giornalistici è
che a volte vadano in una direzione, e altre volte vadano nella direzione
opposta. Questo è esattamente ciò che non
è successo in questo caso. Praticamente ogni falsa storia pubblicata va solo
in una direzione: essere la più incendiaria
e dannosa possibile sulla vicenda di Trump/Russia e in particolare sulla Russia.
A un certo punto, una volta che gli "errori" iniziano ad andare tutti
nella stessa direzione, verso l'avanzamento del medesimo ordine del giorno,
smettono di sembrare errori.
A
prescindere dalla vostra opinione su quelle polemiche politiche, a prescindere da
quanto odiate Trump o consideriate la Russia un cattivone e una minaccia per la
nostra benamata democrazia e libertà, bisogna riconoscere che quando i media
statunitensi non fanno altro che diffondere continue false notizie su tutta
questa materia, anche loro rappresentano una grave minaccia per la nostra
democrazia e adorata libertà.
Sono
talmente tante le false storie sulla Russia e su Trump nel corso dell'ultimo
anno che non riesco letteralmente a elencarle tutte. Prendete in considerazione
appena quelle dell'ultima settimana
soltanto, come riportato ieri dal New
York Times nel suo articolo che riferisce sull’imbarazzo della CNN:
C’è stato anche un altro importante errore di cronaca in un momento in cui le organizzazioni giornalistiche si stanno confrontando con un pubblico scettico e un presidente che si diletta nell'attaccare i media come "Fake News".Sabato scorso, ABC News ha sospeso un giornalista star, Brian Ross, dopo aver riferito distortamente che Donald Trump aveva incaricato Michael T. Flynn, l'ex consigliere per la sicurezza nazionale, di contattare i funzionari russi durante la corsa presidenziale.Il rapporto ha alimentato le teorie sul coordinamento tra la campagna di Trump e una potenza straniera e le azioni in borsa sono calate dopo la notizia. In realtà, le istruzioni di Trump a Flynn arrivarono solo dopo essere stato eletto presidente.Diverse agenzie di stampa, tra cui Bloomberg e The Wall Street Journal, hanno anche riportato erroneamente questa settimana che la Deutsche Bank aveva ricevuto una citazione dal consigliere speciale, Robert S. Mueller III, per i documenti finanziari del Presidente Trump.Il presidente e il suo gruppo non si son fatti pregare nel calcare la mano su questi errori.
E
qui stiamo parlando appena dell’ultima settimana. Ricordiamoci di quante e quante volte le
maggiori testate giornalistiche hanno commesso errori umilianti e strabilianti sulla
storia di Trump/Russia, ogni volta nella stessa direzione, verso gli stessi
obiettivi politici. Ecco appena un assaggio delle affermazioni incredibilmente provocatorie
che hanno percorso ogni angolo di Internet prima che fossero corrette, ritrattate
o ritirate, spesso molto tempo dopo che le false affermazioni iniziali si erano
diffuse, e dove le correzioni ricevono solo una minima parte della spasmodica attenzione
che alle notizie false viene invece tributata all’inizio:
• La Russia ha
violato la rete elettrica degli Stati Uniti per privare gli americani di calore
durante l'inverno (Washington Post)
• Un gruppo anonimo
(PropOrNot) ha documentato in che modo i principali siti politici degli Stati
Uniti sono agenti del Cremlino (Washington Post)
• WikiLeaks ha una
relazione di lunga data e documentata con Putin (Guardian)
• È stato scoperto un
server segreto tra Trump e una banca russa (Slate)
• RT ha hackerato
C-SPAN e ha causato interruzioni nelle sue trasmissioni (Fortune)
• I russi hanno
tentato di hackerare i sistemi elettorali di 21 stati (testategiornalistiche varie, che fanno eco al dipartimento della Sicurezza Nazionale)
• Sono stati trovati
collegamenti tra l'alleato di Trump Anthony Scaramucci e un fondo di
investimento russo sotto inchiesta (CNN)
Questo
è davvero appena un piccolo assaggio. Questo modo di coprire l’argomento è così
costantemente pessimo e fuorviante, che perfino i più partecipi fra i critici
di Vladimir Putin - come l'espatriato russo Masha Gessen, i giornalisti russi di opposizione, nonché gli attivisti liberali anti-Cremlino che operano a Mosca - stanno continuamente avvertendo che
i reportage disinformati, ignoranti e paranoici dei media statunitensi sulla
Russia stanno danneggiando la loro causa in tutti i modi, intanto che distruggono
la credibilità dei media USA agli occhi dell'opposizione di Putin (che - a
differenza degli americani, che sono stati nutriti con una dieta costante a
base di news e propaganda sulla Russia – capisce effettivamente le realtà di
quel paese).
I
media USA sono molto bravi nel pretendere rispetto. Amano implicare, ove non lo
dichiarino apertamente, che uno - per essere patriottico e un buon americano -
dovrebbe respingere gli sforzi per screditare loro e il loro modo di riferire
le notizie, perché è così che si difende la libertà di stampa.
Ma
i giornalisti hanno anche la responsabilità non solo di chiedere rispetto e
credibilità, ma di guadagnarseli. Ciò significa che non dovrebbe esserci una
lista così lunga di abiette umiliazioni, dentro cui vediamo pubblicate storie
completamente false per ottenere plausi, traffico sui siti e altre ricompense, benché
crollino al minimo scrutinio. Certamente significa che tutti questi
"errori" non dovrebbero puntare nella stessa direzione, perseguendo
lo stesso risultato politico o la medesima conclusione giornalistica.
Ma
quel che è più significativo è che quando i media sono responsabili di errori
gravi e forieri di conseguenze come nel caso dello spettacolo cui abbiamo
assistito ieri, devono assumersene la responsabilità offrendo trasparenza e
responsabilità. In questo caso, ciò non può significare nascondersi dietro i PR
e il silenzio degli avvocati aspettando che intanto passi la bufera.
Come
minimo, queste reti - CNN, MSNBC e CBS - devono identificare chi ha fornito
intenzionalmente queste informazioni palesemente false, o spiegare come sia
possibile che "più fonti" abbiano tutte le stesse informazioni
sbagliate in modo innocente e in buona fede. Fino a quando non lo fanno, le
loro grida e proteste, la prossima volta che vengono attaccati come "Fake
News", dovrebbe cadere nel vuoto, dal momento che i veri autori di quegli
attacchi - il motivo per cui quegli attacchi risuonano – sono loro stessi e la
loro condotta.
(Aggiornamento: ore dopo che questo
articolo era stato pubblicato, sabato - un giorno e mezzo dopo i suoi tweet
originali che promuovono la falsa storia della CNN con un “boom” e un cannone - Benjamin Wittes ha alla fine capito che la storia della CNN che
lui aveva pompato presentava "problemi seri";
inutile dire che il tardivo riconoscimento ha ricevuto solo una piccola
porzione dei ri-tweet da parte dei suoi seguaci rispetto ai tweet originali che
pompavano la storia all’inizio).
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Traduzione per Megachip a cura di Manlio Cacioppo e Pino Cabras.
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