Abbiamo visto qualche giorno fa come
Miroslava Berdnik, giornalista e scrittrice ucraina, figlia dello scrittore di
fantascienza Oles Berdnik, sia perseguitata dalle autorità di Kiev, che non
gradiscono che voglia pubblicare altri testi scomodi come il suo saggio "Pedina nel gioco di qualcun altro. Storia
segreta del nazionalismo ucraino", che li mette a nudo. Dopo l’arresto e i
primi interrogatori è stata di nuovo chiamata a comparire presso la sede dei servizi
segreti, e stavolta teme qualcosa di molto peggio
Questo
il suo appello, che traduciamo e invitiamo a divulgare:
Amici,
ho sempre avvertito la
vostra mano tesa, il vostro sostegno da diverse parti del mondo. Mi inchino con
gratitudine.
È venuto il momento in cui
ho particolarmente bisogno del vostro sostegno.
Domani, martedì 23 agosto
2016, fra 11 ore, devo recarmi per essere interrogata nel dipartimento centrale
dei servizi segreti ucraini SBU.
Mi reco volontariamente. Ma
non posso escludere di non uscirne. Possono trattenermi.
A questo sono pronta.
Sopporterò ogni prova con onore e senza lamenti, nonostante le mie terribili
condizioni di salute. Anche se, ad essere franchi, mi pesa soprattutto ciò che
questo pasticcio comporta per la mia famiglia. Mio marito viene molestato, mia
figlia di 22 anni intimidita.
Queste sono le tattiche di
intimidazione e di messa sotto pressione, ed io lo so bene, ne ho avuto
esperienza fin dall'arresto di mio padre, il dissidente (in epoca sovietica N.d.T.) Oles Berdnik.
Vorrei che sappiate:
-
Non ho mai approvato il
rovesciamento violento delle autorità e non ho mai invitato nessuno ad azioni
in tal senso.
-
Ho sempre espresso le mie
opinioni nei limiti del diritto costituzionale di dire ciò che penso. Questa è
la libertà di espressione.
-
Con tutto il mio cuore io
sono preoccupata per l'Ucraina e tutto ciò che accade nel paese, come
cittadina, come una patriota di questa nazione, come una persona ortodossa
profondamente religiosa, come donna e come madre.
Non scapperò dal mio paese
e non mi nasconderò. Fra il tradimento delle mie convinzioni personali e il
carcere io certamente sceglierò il carcere.
Senza alcun processo né
indagine io sono già stata dichiarata una persona che fattualmente mette a
rischio le fondamenta della sicurezza nazionale. Non ho nulla da temere, non ho
commesso alcun crimine contro la sicurezza nazionale.
Quanto è vulnerabile la
nostra sicurezza nazionale se io, una scrittrice, una pacifista, nonché
solamente una debole donna malata sono in grado di metterla a rischio con il
solo fatto di esprimere le mie opinioni?
Sono certa che con le sue
azioni l'SBU ha violato i miei diritti, la legge e addirittura le regole della
moralità.
Hanno reso pubblici i dati
delle indagini preliminari, che hanno messo a rischio la mia vita e le vite dei
miei famigliari. Qualsiasi cosa dovesse capitarmi la responsabilità è loro.
Voglio subito avvisare
tutti: Io non sono incline al suicidio, non assumo droghe né consumo alcol, non
soffro di disordini mentali, sono nel pieno possesso delle mie facoltà mentali,
la mia memoria è intatta e la mia coscienza lucida.
Lotterò per i miei diritti
esclusivamente sul piano legale, pure se non mi faccio illusioni sulle
condizioni della legalità.
Per assistenza legale mi
affiderò a Elena Lukash ed un team di avvocati molto professionali, con i quali
è stato firmato un accordo. Chiedo agli investigatori di contattare
esclusivamente Elena Lukash.
AMO LA MIA PATRIA E DIO CI
BENEDICA!
PER FAVORE RI-POSTATE PIU'
CHE POTETE. SIETE IL MIO PRINCIPALE SCUDO CONTRO LA TIRANNIA DEL POTERE.
Miroslava Berdnik
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