di Dmitry Orlov.
Su questo pianeta è previsto che le
cose vadano così: negli Stati Uniti gli apparati del potere (pubblico e
privato) decidono quello che vogliono far fare al resto del mondo.
Comunicano i loro voleri attraverso canali ufficiali e non, attendendosi
una cooperazione automatica.
Se questa cooperazione non arriva
immediatamente, allora incominciano a fare pressioni, politiche,
finanziarie ed economiche.
Se anche queste, tuttavia, non producono
l’effetto desiderato, allora provano con un cambio di regime, ottenuto
con una rivoluzione colorata o un colpo di stato militare, oppure
organizzano e finanziano una rivolta che porta, nella nazione
recalcitrante, ad attacchi terroristici ed alla guerra civile.
Se tutto
questo ancora non ottiene l’effetto sperato, allora bombardano la
(suddetta) nazione fino a farla ritornare all’età dalla pietra.
Questo è
il modo in cui sono andate le cose negli anni ’90 e nel 2000, ma,
ultimamente, è emersa una nuova dinamica.
All’inizio era tutta incentrata sulla
Russia, ma, da allora, il fenomeno si è allargato in tutto il mondo e
sta per inglobare gli stessi Stati Uniti.
Funziona così: gli Stati Uniti
decidono che cosa vogliono far fare alla Russia e comunicano i loro
desideri, aspettandosi una cooperazione automatica.
La Russia dice
“Niet”.
Gli Stati Uniti passano attraverso tutte le fasi sopracitate,
esclusa la campagna di bombardamento, sconsigliata dalla deterrenza
nucleare russa.
La risposta rimane “Niet”.
Si potrebbe pensare che
qualche persona intelligente, all’interno della struttura di potere
statunitense, si faccia sentire e dica: “Basandoci sulle prove che
abbiamo, dare ordini alla Russia non funziona, cerchiamo di negoziare
con la Russia in buona fede, da pari a pari”. E allora tutti quanti si
darebbero una manata in fronte e direbbero, “Caspita! E’ fantastico!
Perché non ci abbiamo pensato?”. Invece, quella persona verrebbe
licenziata il giorno stesso perché, vedete, l’egemonia mondiale
americana non è negoziabile.
Quello che invece succede è che gli
Americani agiscono in modo confuso, si riorganizzano e provano di nuovo,
creando uno spettacolo veramente comico.
L’intero pasticcio riguardante Edward
Snowden è stato particolarmente divertente da osservare. Gli Stati Uniti
hanno richiesto la sua estradizione. I Russi hanno detto: “Niet, la
nostra costituzione lo proibisce”.
Allora, in modo esilarante, come
tutta risposta alcune voci in Occidente hanno chiesto che la Russia
cambiasse la sua costituzione! La risposta, che non richiede traduzione è
stata :“Ah,ah,ah,ah,ah!”
Meno divertente è l’impasse sulla Siria: gli
Americani hanno continuato a chiedere che la Russia si allineasse al
loro progetto di rovesciare Bashar Assad.
L'immutevole risposta dei
Russi è stata: “Niet, sono i Siriani che devono scegliere la loro
leadership, non la Russia e non gli Stati Uniti”.
Ogni volta che lo
sentono, gli Americani si grattano la testa e… ci riprovano.
John Kerry è
stato di recente a Mosca per una “maratona negoziale” con Putin e
Lavrov.
In alto c’è una foto di di Kerry che parla con Putin e Lavrov a
Mosca, più o meno una settimana fa, e le loro espressioni facciali non
sono difficili da leggere. C’è Kerry che dà le spalle alla macchina
fotografica, e che blatera come al solito. La faccia di Lavrov dice:
“Non ci posso credere, devo star seduto qui ad ascoltare di nuovo tutte
queste stupidaggini”. Quella di Putin dice: “Oh, il povero scemo, non
riesce a capire che gli diremo ‘niet’ un’altra volta”.
Kerry è ritornato
a casa con giusto un altro “Niet”.
Ciò che è peggio, è che ora stanno
unendosi al gioco anche altre nazioni.
Gli Americani hanno detto agli
inglesi esattamente come votare e gli Inglesi hanno detto “Niet” ed
hanno optato per il Brexit.
Gli Americani hanno detto agli Europei di
accettare quell’orrenda presa di potere delle corporations costituita
dal Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti
(TTIP), e i Francesi hanno detto “Niet, non passerà”.
Gli Stati Uniti
hanno poi organizzato un altro colpo di stato in Turchia per rimpiazzare
Erdogan con qualcuno che non cercasse di giocare pulito con la Russia e
i Turchi hanno detto “Niet” anche a quello.
Ed ora, orrore degli
orrori, c’è Donald Trump che dice “Niet” a tutta una serie di cose: alla NATO,
alla delocalizzazione dei posti di lavoro americani, al flusso
incontrollato dei migranti, alla globalizzazione, alle armi per i
nazisti ucraini, al libero commercio...
Non si può sottovalutare l’effetto
psicologico corrosivo del “Niet” sulla psiche egemonica americana.
Se è
previsto che tu pensi ed agisca come un egemone, ma poi a funzionare
sono solo le intenzioni, allora il risultato è una dissonanza cognitiva.
Se il tuo lavoro è quello di tiranneggiare le nazioni e le nazioni non
possono più essere tiranneggiate, allora il tuo lavoro diventa una
barzelletta e tu ti trasformi in un paziente psichiatrico.
La pazzia che
ne risulta si è rivelata di recente con un interessante sintomo: alcuni
dipendenti del Dipartimento di Stato americano hanno firmato una
lettera, diventata immediatamente di dominio pubblico, in cui si
chiedeva una campagna di bombardamenti nei confronti della Siria allo
scopo di rovesciare Bashar Assad. Questi sono dei diplomatici. La
diplomazia è l’arte di evitare le guerre attraverso la discussione. Dei
diplomatici che invocano una guerra non sono esattamente… diplomatici.
Potreste dire che sono dei diplomatici incompetenti, ma questo non è
sufficiente (la maggior parte dei diplomatici competenti ha lasciato il
servizio durante la seconda amministrazione Bush, molti di loro per il
disgusto di dover mentire sul razionale della guerra in Iraq).
La verità
è che sono dei malati, squilibrati e non diplomatici guerrafondai. Il
potere di una semplice parola russa è tale che hanno praticamente perso
il lume della ragione.
Ma non sarebbe corretto parlare solo del
Dipartimento di Stato. E’ l’intero corpo politico americano ad essere
stato infettato da un putrido miasma, che penetra in ogni cosa e rende
la vita miserabile.
Nonostante tutti i problemi, la maggior parte delle
cose, negli Stati Uniti è ancora gestibile, ma questa faccenda qui, il
venir meno della capacità di tiranneggiare il mondo intero, rovina
tutto. Siamo in piena estate, la nazione è sulla spiaggia. La stuoia è
sfilacciata e mangiata dalle tarme, l’ombrellone è pieno di buchi, le
bibite nella ghiacciaia sono piene di schifezze chimiche e le letture
estive sono annoianti… e poi, lì vicino, c’è una balena morta in
decomposizione che si chiama “Niet”. Basta questo a rovinare tutta
l’atmosfera!
Le teste parlanti dei media e dei
politici che appartengono alle istituzioni, a questo punto, si rendono
dolorosamente conto del problema e la loro prevedibile reazione è
incolpare della cosa quella che per loro sta all’origine di tutto: la
Russia, convenientemente personificata in Putin. “Se non voti per
Clinton stai votando per Putin” è una delle ultime metafore politiche
uscite. Un’altra è che Trump è un agente di Putin.
Ogni figura pubblica
che rifiuti di assumere una posizione filogovernativa è automaticamente
etichettata come “utile idiota di Putin”.
Per quel che valgono, queste
affermazioni sono ridicole.
Ma per esse c’è una spiegazione più
approfondita: ciò che le lega tutte insieme è il potere del “Niet”.
Un
voto per Sanders è un voto “Niet”: l’apparato democratico ha partorito
una candidata e ha detto alla gente di votare per lei e la maggior parte
dei giovani ha detto “Niet”.
La stessa cosa con Trump: la macchina
repubblicana ha tirato fuori i suoi Sette Nani e ha detto alla gente di
votare per uno qualsiasi di loro e, invece, la maggior parte della
classe operaia bianca e diseredata ha detto “Niet” e ha votato per
Biancaneve, l’outsider.
E’ un segno di speranza che la gente, in
tutto il mondo dominato da Washington, stia scoprendo il potere del
“Niet”.
Le istituzioni, viste dall’esterno, possono anche sembrare tutte
scintillanti, ma sotto la mano fresca di vernice a smalto si nasconde
uno scafo marcio, con l’acqua che entra da tutte le falle aperte. Un
“Niet” detto a voce abbastanza alta sarebbe probabilmente sufficiente
per farlo affondare, lasciando spazio a qualche cambiamento veramente
necessario. Quando questo accadrà, ricordatevi di ringraziare la Russia…
o, se preferite, Putin.
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Articolo di Dmitry Orlov pubblicato da Club Orlov il 26 luglio 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it e ClubOrlov
Fonte: Club Orlov
Versione italiana: http://sakeritalia.it/sfera-di-civilta-russa/il-potere-del-niet/.
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