Crisi greca: l'ora delle manipolazioni orwelliane. Le lettere di Tsipras agli usurai: dimezzate dal Financial Times, tradotte male dal Corriere
di Giuseppe Masala e Pino Cabras.
da Megachip.
di Giuseppe Masala e Pino Cabras.
da Megachip.
La
guerra alla Grecia di Tsipras, come tutte le guerre, si combatte
prima
sui media. Il
gioco del cerino che vede impegnati in una serie di proposte e
controproposte Bruxelles e Atene entra
nella fase
più importante dall’inizio della crisi. Più
è alta la posta in gioco, più grande diventa la manipolazione.
Il
messaggio parte dal centro del centro del potere, e tutti i media si
adeguano, modellandosi sull'impronta iniziale. Il
Financial
Times,
organo della City di Londra (e più in generale di tutta la comunità
finanziaria globale) pubblica una lettera di Alexis
Tsipras
indirizzata alla Commissione Europea dove – a detta del giornale –
il
premier greco
accetta quasi in toto le condizioni imposte dalla ex trojka (UE, BCE
e FMI).
Ovunque
i
telegiornali e i
siti dei quotidiani rilanciano e strillano la “resa” di Tsipras.
Ma è davvero così?
Effettivamente
nella missiva si parla di una quasi completa accettazione dei diktat
della Trojka: aumento dell’IVA (tranne il regime agevolato presente
nelle isole), riforma del mercato del lavoro da farsi entro questo
autunno, riforma delle pensioni e inasprimenti fiscali che
colpirebbero le imprese individuali e le imprese agricole. A vederla
così appare come una oggettiva e completa capitolazione del Governo
Tsipras, una vera e propria Caporetto in salsa ellenica. Infatti,
sulla scorta di queste notizie, i mercati finanziari si lanciano in
un rally molto forte sperando che si confermi la disfatta dei PIGS
più porci di tutti, dannati
maiali-cicala che non baciano i piedi di Juncker, Draghi, Lagarde e
nemmeno di Merkel.
Quasi
nessuno spiega che Tsipras di lettere ne ha scritte non una ma due.
La n.1 è quella che abbiamo detto, indirizzata ai capoccia della
trojka. La n.2 si rivolge al presidente dell’Eurogruppo, Jeroen
Dijsselbloem, il bellimbusto vampiresco che presiede pure
al Meccanismo europeo di stabilità (ESM- European Stability Mechanism), detto anche Fondo
salva-Stati.
Nessuno
legge davvero bene la lettera pubblicata dal Financial
Times
(e ripresa da tutta la stampa mondiale (Lettera n. 1).
Se la si legge bene, si nota che l’accettazione delle richieste
della trojka
è subordinata all’accettazione della
Lettera n. 2,
anch'essa
spedita
il 30 Giugno, che prevede la “ristrutturazione
e riprofilazione”
(taglio e modifica delle scadenze) del vecchio debito con il fondo
comunitario e l’accensione di un nuovo debito biennale con il fondo
comunitario “Salva Stati”.
Come
come?
Ma
allora la notizia vera era un'altra:
il governo Tsipras è disponibile ad accettare quasi integralmente le
condizioni della trojka
purché
la trojka
si sottoponga per la prima volta a uno spettacolare cedimento. Mentre
la propaganda strombazza
la “resa” di Tsipras e Varoufakis, e
sparge la voce che vogliano addirittura annullare il referendum,
nessuno
si accorge che la
lettera n.1 dice che l’accordo con i creditori si fa solo
se
si accettano gli emendamenti proposti e se si fa un nuovo accordo con
l’ESM nei termini esposti nella lettera N.2. In questa seconda
lettera si chiede una
cosa enorme: la
ristrutturazione del debito. Non
è una lettera, è un macigno.
I
governanti
greci richiedono che i creditori accettino la ristrutturazione e il
riscadenzamento del vecchio prestito EFSM e che gradiscano che il
nuovo piano di salvataggio sia fatto dal
solo fondo ESM.
Attenzione,
perché
anche
questa è una novità: si tratterebbe
di
escludere dal
nuovo meccanismo d’intesa le due istituzioni più oltranziste e più
segnate da un’ottusa ideologia neoliberista, ossia la Banca
Centrale Europea del
venerabile maestro Mario Draghi
e il Fondo Monetario Internazionale (e
washingtoniano) della venerabile maestra Christine Lagarde. Per
trattare, bisogna prima immobilizzare sicari, cecchini e vampiri,
altro che resa.
Insomma,
a essere buoni la notizia è stata interpretata in maniera del tutto
fuorviante.
Nella
peggiore delle ipotesi siamo invece autorizzati a “pensar male”:
può darsi che quelli del Financial
Times
siano stati traditi da un eccesso di zelo nello scodinzolare davanti
agli interessi del proprio “pubblico di riferimento” (la comunità
finanziaria internazionale), ma può anche darsi che la velina sia
stata inviata al giornale (con relativa interpretazione depistata)
da una manina interessata di Bruxelles. Poi
per le redazioni è difficile resistere alla corrente. Sai, lo dice
il Financial
Times...
E una volta creata questa cornice, nemmeno le sacrosante smentite del governo greco frenano il conformismo dei media.
E una volta creata questa cornice, nemmeno le sacrosante smentite del governo greco frenano il conformismo dei media.
Si
sta facendo di tutto per influenzare l’esito del referendum di
domenica con una spietata guerra psicologica, facendo passare l’idea
di un governo ellenico ormai in ginocchio di fronte alla trojka.
Non
basta. Alla
periferia dell'impero mediatico, ci siamo accorti di una grave
manipolazione da parte del più
prestigioso quotidiano italiano. Che ti fa il Corriere
della Sera?
Traduce la lettera
pubblicata dal Financial
Times
(la
lettera n.1), ma non cita
né
tanto meno traduce la
Lettera n. 2, alla quale la prima vuole fare riferimento.
E
che ci sia una manipolazione, lo vediamo da un dettaglio decisivo.
Mentre il resto della Lettera n. 1 è tradotto in modo impeccabile,
nel
testo viene
alterato astutamente il riferimento alla Lettera N.2.
L'originale
dice:
«The
Hellenic Republic is prepared to accept this Staff Level Agreement
subject to the following amendments, additions or clarifications, as
part of an extension of the expiring EFSF program and the new new ESM
Loan Agreement for which a request was submitted today, Tuesday June
30th 2015».
La
nostra traduzione è:
«La
Repubblica Ellenica è pronta ad accettare questo accordo a livello
tecnico in conformità alle
seguenti modifiche, aggiunte o chiarimenti relativi
al
programma EFSF in scadenza e al
nuovo Accordo
di Prestito del Meccanismo Europeo di Stabilità per il quale oggi 30
giugno 2015 è stata sottoposta una richiesta».
Il
Corriere traduce invece così:
«La
Grecia è pronta ad accettare questo accordo fatte salve le seguenti
modifiche, aggiunte o chiarimenti sul programma in scadenza EFSF e il nuovo ESM per il quale era atteso un accordo
entro il 30 giugno.»
La
differenza salta agli occhi. Nella Lettera n.1 Tsipras fa riferimento
a un documento preciso, una proposta certa. Dice in sostanza: quella
lettera GIÀ SPEDITA è parte
integrante della nostra proposta. Ed è la proposta della
ristrutturazione del debito. Il Corriere la fa sparire. Ed
ecco la presunta resa.
I
fatti poi si incaricano di sgonfiare le ipotesi strampalate, a
partire dall'annullamento della consultazione referendaria (ben al contrario, Tsipras è andato in TV a chiedere di votare NO con forza), intanto
che i tabù rigoristi di Merkel e Schäuble dettano la linea europea,
giù giù fino ai patetici tweet di Matteo Renzi.
Probabilmente
in questi giorni assisteremo anche ad altri “colpi di scena”
dall’intento manipolatorio di stampo orwelliano.
Poi, finalmente, domenica parleranno le urne. E di fronte alla volontà del popolo greco nessuno potrà mentire.
Poi, finalmente, domenica parleranno le urne. E di fronte alla volontà del popolo greco nessuno potrà mentire.
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