Avevo promesso una continuazione delle sconcertanti scoperte della famosa storia dell’antrace,
che fece seguito all’11
settembre 2001.
Storia ingiustamente dimenticata e riportata in primo piano dal libro
di Graeme Maqueen citato nel post precedente.
La
successione temporale è importante. L’attacco all’antrace
cominciò a settembre, poco dopo l’attacco terroristico
dell’11/9. Le
vittime degli attacchi - almeno 22 - furono individuate tra il 3
ottobre e il 20 novembre. SGli attacchi furono condotti mediante
lettere contenenti spore, inviate via posta. I decessi noti furono
cinque. Il primo a
morire fu
Robert
Stevens, foto
editor,
il 5 ottobre, in Florida.
Tra
il 6 e l’8 ottobre altre due lettere (con spore altamente raffinate
di Antrace B) vennero inviate a due senatori del Partito
Democratico, Thomas
Daschle e Patrick
Leahy.
La tesi, subito sostenuta da tutto il mondo
dei
mainstream
media,
fu che l’attacco all’antrace era la ‘seconda
parte’ dell’attacco
dell’11 settembre. Stevens lavorava per il Sun,
un tabloid il cui direttore era Mike
Irish.
La moglie di costui, Gloria Irish, affittò due appartamenti a due
dei 19 ‘dirottatori’dell’11/9:Marwan
al-Shehhi e Hamza
al-Ghamdi. Non
è inutile ricordare che, almeno 15 dei 19 ‘dirottatori’ furono
alloggiati in località della Florida, 9 a Hollywood e 6 nei pressi
[Riferimenti:
QUI
e QUI].
Un
altro uomo del gruppo, Nawaz
al-Hazmi,
risulta avere accompagnato Gloria e i due compari nella ricerca di un
altro appartamento. Sempre dalle indagini ufficiali emerge che sei
“dirottatori” abitarono vicino a Fort Lauderdale, a poche miglia
dalla redazione del Sun.
Coincidenze?
Non furono le uniche. Secondo un rapporto filtrato dalla Dea
(dipartimento anti droga),oltre
120 agenti dei servizi segreti israeliani, che si facevano passare per studenti di arte, furono attivi negli USA negli anni 2000-2001 e abitarono negli stessi posti in cui si trovavano i presunti dirottatori del 9/11.
La faccenda “riguardò almeno sei centri urbani” in cui spie
israeliane e dirottatori 9/11, e/o sospetti legati ad al-Qa'ida,
operarono a contatto di gomito,
in alcuni casi distanti tra di loro meno di mezzo miglio, per diversi
periodi durante quel biennio e nell’immediata vigilia degli
attacchi. Ma questo è un altro discorso.
Qui Graeme Mcqueen punta al succo della questione.
Che spiega perché lui (ed io, più modestamente) mettiamo le
virgolette prima e dopo la parola dirottatori. Perché? Vuole dire
che pensiamo che quel gruppo di giovani arabi non si impadronirono
dei quattro aerei? La risposta è che non
ci sono credibili prove che
essi salirono su quegli aerei. Vuol dire che non erano implicati
nell’operazione 11/9? La risposta è: certamente
lo erano.
E quali connessioni avevano con l’antrace? La risposta è
che stavano
svolgendo una parte:
quella di condurre l’opinione pubblica a pensare che erano stati
loro, ma non è detto che fossero a conoscenza dei contorni del gioco
a cui stavano partecipando. Infatti, quando fu chiaro (perfino
all’FBI) che la teoria della partecipazione dell’Iraq
e di Al-Qa'ida
all’operazione antrace era del tutto insostenibile, tutte le tracce
che conducevano alle strane frequentazioni dei “dirottatori” in
Florida furono abbandonate e dimenticate (anche dai mass media).
Per
quanto concerne i nostri dubbi circa il suicidio
dei 19 ‘dirottatori’,
farò riferimento a quanto riassume Mcqueen, citando Elias Davidsson
(pag 141). Le autorità, cioè il 9/11
Commission Report,
non hanno portato nessuna prova a sostegno della loro ricostruzione
degli eventi per quanto concerne i “dirottatori”.
1)
Non è mai stata fornita una lista
autentificata dei
passeggeri, con i nomi di tutti quelli che erano a bordo, inclusi i
membri degli equipaggi e quelli dei dirottatori.
2)
Non è mai stata mostrata una raccolta autentificata delle carte
d’imbarco,
(o dei loro tagliandi rimasti a terra), inclusi naturalmente quelli
dei sospetti terroristi.
3)
Non esistono video
di sicurezza certificati
degli aeroporti di partenza, dai quali si possa ricavare le
fisionomie dei passeggeri (e dei presunti terroristi). Quelle
pochissime che sono state mostrate risultano o falsificate o con i
tempi sbagliati (vedi analisi pubblicate su consensus911.org).
4) Zero
testimonianze sotto
giuramento del personale che
espletò le formalità d’imbarco.
5) Identificazione
formale dei
corpi o dei resti ritrovati sui luoghi dei disastri, inclusi i
rapporti sulle misure di conservazione e sulla successione dei luoghi
di custodia dei reperti.
E,
visto che siamo a breve distanza da un'altra catastrofe aerea che ha
sollevato molte perplessità, specie sul comportamento dei piloti,
perché non ricordare qui che nessuno
degli otto piloti (quattro
piloti e quattro co-piloti) dei quattro voli dirottati quella mattina
compose il codice di dirottamento? Eppure ci volevano pochi secondi
per schiacciare quattro pulsanti, e gli equipaggi sono addestrati con
particolare cura proprio per questo. E, inoltre ci è stato detto che
il “volo 93”, quello che pare sia precipitato a Shanksville, - ci
hanno fatto pure un film – fu teatro di una rivolta dei passeggeri,
che costrinse i dirottatori a una furibonda lotta, durata almeno 30
secondi, prima di entrare in cabina e sopraffare i piloti. Non sembra
strano anche questo?
Ma
torniamo all’antrace e riassumiamo. L’offensiva venne subito
(addirittura prima che se ne avesse notizia) collegata con il 9/11 e
decifrata come il secondo colpo dell’uno-due ‘islamico’ che
doveva mettere Ko l’America. Poi le indagini mostrarono
che le spore potevano provenire solo da un laboratorio
americano. Poi fu individuato un colpevole ‘luposolitario’ americano, Bruce Ivins.
Che però ‘si suicidò’.
I
fatti accertati furono sepolti sotto la sua lapide (Mcqueen ne offre
in abbondanza): solo alti funzionari americani, bene addentro al
potere, potevano avere predisposto una tale operazione. Si ricordi
soltanto – a chi non ha memoria –che i due senatori democratici
che ricevettero le lettere mortali, Daschle e Leahy erano i due
uomini chiave per far passare in senato il famoso Usa
Patriot Act.
Che passò in un batter d’occhio, con l’intero edificio del
Senato evacuato, senza che i senatori nemmeno potessero leggere la
fine della Costituzione americana che
loro stessi stavano firmando.
Comunque
gli islamici non c’entravano per niente. Ma, sfortunatamente, i 19
‘dirottatori’ avevano avuto un copione sbagliato: quello che li
connetteva con l’antrace. Dunque si può concludere, con Graeme
Mcqueen: l’attacco all’antrace faceva parte di un vero e
proprio complotto,
organizzato ben prima dell'11
settembre 2001, da ‘personale
americano’.
E, dunque, anche i ‘dirottatori’, erano parte di un progetto più
vasto, comprendente l’11 settembre. Qualcosa andò male, e furono
costretti a liquidare Ivins (e probabilmente tutti i 19
‘dirottatori’, e forse anche molti altri, che non sapremo mai
quanti. Ma cosa volete che sia per gente come quella?).
Ma
bisogna riconoscere che molto andò benissimo, per loro, in primo
luogo per quei sette criminali che mentirono 935 volte in 532
occasioni. Gente, in alto loco piazzata, che sapeva troppe cose in
anticipo: cominciò la guerra infinita contro il terrore islamico;
cominciò l’attacco
all’Afghanistan;
si aprì la strada alla guerra
contro l’Iraq e, last
but not least,
venne approvato il Patriot
Act.
Se siamo in guerra è perché vinsero.
Una versione leggermente meno estesa del presente articolo è uscita sul blog di Giulietto Chiesa su Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/10/antrace-19-dirottatori/1576335/.
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