8 marzo 2015

#CharlieHebdo, uno dei killer era quasi cieco. E non è uno scherzo

di Marcello Foa

Quando si dice il caso. La scorsa settimana ho comprato «L’Obs», grande settimanale francese, attratto dal titolo di copertina: Rivelazioni, come hanno preparato gli attentati, riferita ovviamente alla strage nella redazione di «Charlie Hebdo» e al sequestro nel supermercato Cacher.
Bell’articolo, intenso, ricostruisce, attingendo a fonti giudiziarie e di polizia, i 12 giorni che hanno preceduto gli attentati di Parigi. In realtà quasi tutto l’articolo è dedicato a Amedy Coulibaly, mentre i riferimenti ai fratelli Kouachi sono limitati a poche righe, eppure sono, giornalisticamente, le più interessanti.

Un passaggio in particolare. Lo traduco tale quale.
“A Reims le giornate sono lunghe e monotone per Said Kouachi. Il fratello cadetto di Cherif, 34, anni, non lavora. Non sa fare nemmeno i lavoretti di casa. “Non sapeva stringere nemmeno una vite”, testimonia uno dei suoi cognati, che non si ricorda di avere con lui nemmeno una discussione. D’altronde, non gli si conoscevano amici. Il futuro killer di Charlie Hebdo si sposta poco. Una malattia degli occhi gli impedisce di superare l’esame di guida: senza occhiali, non vede niente a meno di un metro. Durante la giornata prega, va in moschea, si occupa di suo figlio e di sua moglie, handicappata”.
Mi fermo. Rileggo. Sì, ho letto bene.

L’uomo mascherato che abbiamo visto sparare all’impazzata nelle vie attorno a «Charlie Hebdo», urlando “Siamo di Al-Qa'ida e veniamo dallo Yemen”, che ha giustiziato il poliziotto a terra o comunque si è mosso con estrema agilità a supporto del fratello, il terrorista che con straordinaria precisione e freddezza ha ammazzato una dozzina di persone nella redazione, era un uomo sedentario, straordinariamente impacciato, diciamola tutta, un imbranato, e soprattutto era quasi orbo, al punto che le autorità francesi gli negarono la patente anche con l’ausilio degli occhiali.

Non vedeva una mazza, ma ha dimostrato di essere un cecchino infallibile.

Com’è possibile?

Io risposte certe non ne ho ma non posso che aggiungere un altro dubbio alla lista di quelli che, a distanza di due mesi dal massacro, non sono stati chiariti.



Fonte: http://blog.ilgiornale.it/foa/2015/03/07/charlie-hebdo-uno-dei-killer-era-quasi-orbo-e-non-e-uno-scherzo/.

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