Su ComeDonChisciotte un primo resoconto del simposio 'Global WARning'
di Truman Burbank.
Comedonchisciotte
ROMA, 12 dicembre 2014 - Si è svolta la Conferenza di Pandora TV, denominata 'Global WARning'.
Poderoso l’apparato messo in campo da Giulietto Chiesa e Pino Cabras, ottima sala, servizi di traduzione simultanea, ma soprattutto relatori di altissimo livello, al di fuori del mainstream soporifero che ci ammorba tutti i giorni dalla TV e dalla stampa asservita.
Per niente casuale la parola “WAR” evidenziata nel warning. Viviamo tempi di guerra, anzi guerre diffuse e spesso sotterranee.
Riprendo parzialmente la presentazione dell’evento che aveva fatto libreidee il 3/12:
Cos’hanno in comune il grande stratega economico di Vladimir Putin, assediato dall’Occidente, e il cervello finanziario di Ronald Reagan, il presidente che rottamò la guerra fredda insieme a Gorbaciov? Entrambi hanno paura, oggi, di uno scenario che Papa Francesco non esita a definire Terza Guerra Mondiale. E hanno deciso di discuterne, insieme, al meeting internazionale battezzato “Global warning”, promosso a Roma da “Pandora Tv”, la web-tv creata da Giulietto Chiesa in collaborazione con il network internazionale russo “Rt” per illuminare i retroscena della crisi mondiale, squarciando il velo delle reticenze quotidiane dei media. E così oggi si parlano direttamente l’economista del Cremlino, Sergej Glazev, e Paul Craig Roberts, già viceministro del Tesoro di Reagan e editorialista del “Wall Street Journal”, considerato uno degli opinion leader più influenti del mondo. Spaventato, come Glazyev, dall’aggressività della politica di Obama verso la Russia, che sta avvitando la crisi in una spirale pericolosissima: guerra economica e finanziaria, sullo sfondo della minaccia aeronavale e missilistica rappresentata dalla Nato nell’Est Europa.Riprendo anche la poderosa lista dei partecipanti:
Pino Cabras, editor-in-chief of Megachip - www.megachip.infoGiulietto Chiesa, president of Pandora TV - www.pandoratv.it - and Alternativa – www.alternativa-politica.itPepe Escobar, columnist for Asia TimesOnline, Russia Today, author of "Empire of Chaos" (2014)Paola De Pin, Italian politician, member of the Italian Parliament, member of the Commission for the Human Rights and the Commission for the Balance at SenateMarcello Foa, journalist and CEO of TImedia and Corriere del TicinoTalal Khrais, journalist, corrispondent for Al Manar, LebanonMarta Grande, Italian politician, MP of the Fire Stars Movement, Member of the Commission Foreign and Community Affairs at the Chamber of DeputiesMikhail Vladimirovich Leontyev, Press Secretary Director of the Information and Advertisement Department in the rank of Vice President of RosneftPiero Pagliani, researcher in the field of algebra and logic, author of several essays on the international politicsTatiana Zdanoka, Latvian politician, Member of the European Parliament and a co-Chairperson of For Human Rights in United Latvia, part of the European Greens – European Free Alliance groupOther contribution by video interviews:Sergey Glazyev, Russian politician and economist, Presidential Aide for the Coordination of the work of Federal Agencies in developing theCustoms Union of Belarus, Kazakhstan, and RussiaPaul Craig Roberts, American economist and columnist for Creators Syndicate, Wall Street Journal, Business Week, and Scripps Howard News Service. He served as an Assistant Secretary of the Treasury in the Reagan AdministrationSe non faccio confusione, tutti i relatori previsti hanno partecipato, anzi c’è stata pure qualche aggiunta.
Per il dettaglio delle relazioni consiglio di guardarle su Pandora TV (è tutto registrato ed a breve dovrebbe essere disponibile).
L’immagine che emerge dalle relazioni è coerente e decisamente preoccupante, per l’intero pianeta, ma soprattutto per il cosiddetto Occidente, con prospettive particolarmente cupe per l’Europa occidentale.
Ma almeno i problemi esposti sono problemi reali, derivanti da onesta analisi di ciò che sta succedendo e su tali problemi reali si può intervenire in qualche modo, mentre il mondo fantastico della TV resta uno spettacolo sempre più fine a se stesso, che si parla addosso come una Biblioteca di Babele.
Resta un angosciante senso di urgenza, il degrado avanza a ritmo accelerato e la resistenza a questo caos (caos è il termine preferito da Pepe Escobar) è ancora debole, frammentata, disorganizzata. Era abbastanza chiaro che tra gli scopi del convegno c’era anche la voglia di creare una massa critica di fonti di informazione (ma anche cultura) alternativa, una massa critica che sia in grado di innescare una reazione a catena nelle popolazioni.
Indubbiamente abbiamo visto un abbondante panorama di persone che hanno capito problemi fondamentali. C’era un’ampia convergenza sull’idea che fossero stati affrontati problemi di base.
Ma la circolazione delle idee resta in sostanza relegata ad una piccola minoranza. La massa delle persone continua a vivere in un mondo ancora condizionato dai media.
Non hanno molta fiducia, sono preoccupati, si agitano un po’. Ma in sostanza non fanno niente di pericoloso per il sistema attuale.
Mi ricordano Vladimiro ed Estragone in “aspettando Godot”, aspettano l’arrivo di qualcuno che dovrebbe risolvere i loro problemi. Ma Godot non arriva e loro continuano a macerarsi nell’attesa inconcludente.
Insomma coloro (tanti) che sono succubi dei media, sono in pratica neutralizzati.
Quaglia fa un importante lavoro di decostruzione dei miti dei media. Operazione meritoria.
Eppure vedo che la decostruzione (analisi, smontaggio, per chi gradisce termini più usuali) funziona per le persone attente, quelle che già hanno capito molto, ma sulle masse ha un effetto sostanzialmente nullo.
Il mito non è sensibile alla decostruzione. E’ più conveniente creare miti alternativi a quelli imperanti, piuttosto che cercare di demolire quelli esistenti. Un mito si combatte con un altro mito più che con la decostruzione.
E qui credo che si spieghi l’altro fenomeno evidenziato da G. Chiesa, il fallimento epocale delle sinistre. Esse hanno rinunciato a tutti i miti della propria tradizione, senza riuscire a sostituirli con nuovi miti (o forse nemmeno hanno provato).
L’approccio di G. Chiesa, mette urgenza, il tempo stringe, potrebbe arrivare il disastro prima che siamo pronti a fare qualcosa. Pur condividendo in sostanza i suoi argomenti, (escludendo un certo tono che mi appare troppo apocalittico) ho qualche difficoltà a vedere il tutto come una corsa contro il tempo. Mi ricorda troppo Horses: Warfare e debito nella palude irachena, (un vecchio articolo di Rekombinant che non trovo più) nel quale la corsa per depredare l’Iraq del suo petrolio, mentre il debito Usa cresceva, veniva paragonata ad una corsa di cavalli. La domanda in sostanza era: arriverà a fine corsa prima il debito o il petrolio?
Forse è arrivato prima il petrolio, forse il debito comunque è arrivato a un punto inarrestabile che distruggerà gli USA, ma la sensazione è che l’analogia della corsa di cavalli fosse suggestiva ma non del tutto esatta.
Ancora una volta il mondo si è mostrato più complesso di ciò che credevamo.
E allora il futuro non lo riesco a leggere, ma del passato ho qualche ricordo, e più che pensare ad una corsa di cavalli che a un certo punto termina, preferisco tenermi il mio motto (rielaborato da una frase di Henning Mankell):
L’importante è non arrendersi mai.
(Il che coincide in buona parte con quanto diceva Leontyev della Russia: La Russia non si arrenderà mai).
Fonte: http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=14350.
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