Segue intervista a Pino
Cabras
Come
rivelano alcuni nuovi documenti emersi, gli accordi stipulati tra agenti
federali e società straniere hanno permesso al governo degli Stati Uniti di
intercettare e interpretare facilmente una vasta fascia di dati di
comunicazione trasmessi in tutto il mondo.
In
una presentazione con slides della National Security Agency ottenuta da The Washington Post e attribuita alle
rivelazioni del dissidente NSA Edward
Snowden, il governo USA ha incoraggiato gli analisti ad attingere direttamente
a tutta una gamma di cavi in fibra ottica sottomarini che funzionano da condutture
per circa il 99 per cento del traffico mondiale telefonico e di internet.
Il resoconto,
pubblicato da Craig Timberg e Ellen Nakashima del Post, spiega il modo in cui le slides della NSA fatte trapelare da
Snowden rivelino un ulteriore programma
di sorveglianza attivato in qualità di presunta misura antiterrorismo, ma al
costo di mettere a rischio la privacy di milioni - se non miliardi - di persone.
Secondo
l’articolo, il governo degli Stati Uniti inviò una squadra di avvocati presi
dal guazzabuglio di sigle delle agenzie federali - inclusi il Federal Bureau of
Investigation e i Dipartimenti della Difesa, della Giustizia e della Sicurezza
Interna - per sovrintendere agli sforzi post-11/9 avrebbero garantito che più
informazioni di intelligence disseminate in tutto il mondo potessero essere
raccolte da agenti americani.
«I
documenti mostrano che, tra i loro compiti, vi era quello di garantire che le
richieste di sorveglianza ricevute venissero soddisfatte in modo rapido e riservato»,
hanno scritto i due giornalisti.
Tutto
ciò, sostiene il Post, è stato adempiuto
mantenendo «una cellula aziendale
interna di cittadini americani
con nulla osta del governo» tra le fila delle società estere che controllano i
cavi a fibre ottiche che trasportano la maggior parte dei dati delle
telecomunicazioni in tutto il mondo. Una di queste entità è stata l’asiatica Global Crossing, e gli USA si sono
affrettati ad infiltrarsi nella lista dei suoi addetti poco dopo l'11/9.
Il Post scrive che il "Contratto di sicurezza di rete" stipulato tra
Global Crossing e gli USA nel 2003 ha rappresentato il caso di uno dei primi
grandi fornitori che diede agli USA il potere di
attingere a queste grandi condutture delle telecomunicazioni, e nel decennio successivo ormai non
si contano più quanti altri siano stati autorizzati. In quel caso e in altri, avvocati
federali che collaboravano sotto il nome di "Team Telecom" hanno costretto
i proprietari stranieri di questi cavi a conformarsi alle richieste americane di
informazioni.
Nel
caso del contratto di Global Crossing, gli USA ottennero che la ditta firmasse
un accordo che garantiva che gli agenti segreti americani potessero richiamare
l'azienda in modo da essere presso un suo "Centro di Operazioni di Rete"
con sede in USA entro un tempo di
appena 30 minuti per monitorare e raccogliere i dati.
E sebbene
esistano leggi concepite per fornire presunte salvaguardie in grado di proteggere
la privacy degli americani, il Post sostiene
che questo non ha fermato le agenzie americane dall’essere in grado di
raccogliere comunque i dati.
«Dato
che le persone in tutto il mondo chattano, navigano e inviano le immagini
tramite i servizi online, gran parte delle informazioni fluisce entro il raggio
d’azione alla portata tecnologica della
sorveglianza USA. Anche se le leggi, le norme procedurali e le politiche
interne limitano il modo in cui le informazioni possono essere raccolte e
usate, i dati provenienti da miliardi di dispositivi fluiscono in tutto il
mondo attraverso quelle strettoie di internet che gli Stati Uniti e i loro
alleati sono in grado di monitorare», scrive il Post. Insieme al programma PRISM divulgato da Snowden il mese
scorso, l’attingere a questi cavi offre agli Stati Uniti la possibilità di
monitorare praticamente qualsiasi comunicazione che passi vicino agli Stati
Uniti.
Il Post osserva che sia il PRISM sia il programma "a monte" che estrae i dati dai cavi sottomarini, intendono indirizzarsi soltanto alle comunicazioni in cui si ritenga che una parte stia al di fuori degli USA, ma le agenzie governative non sono disposte a dire quanti americani sono incidentalmente o inavvertitamente entrati nel raggio del radar della NSA. In precedenza, però, membri del Senato degli Stati Uniti hanno usato frasi come «profondamente costernati» per prevedere come gli americani avrebbero verosimilmente reagito se avessero conosciuto la piena estensione e la portata dei programmi di sorveglianza del loro paese.
Sulla
scia delle rivelazioni di Snowden che sono iniziate a emergere lo scorso mese,
la NSA, il presidente Barack Obama e la sua amministrazione hanno tutti quanti esaltato
i programmi di sorveglianza, quali strumenti necessari nella guerra contro il terrorismo. La Casa
Bianca sostiene che le pratiche sono legalmente
autorizzate sia attraverso il Foreign
Intelligence Surveillance Act sia tramite il Patriot Act post-9/11, ma continuano ad attirare le critiche
da parte del pubblico e anche dai politici. Il trentenne Snowden è alla ricerca
di asilo per evitare il processo
negli Stati Uniti, dove è accusato ai sensi della vigente legge sullo
spionaggio.
Traduzione
per Megachip a cura di Pino Cabras.
Link su Megachip:
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=80566&typeb=0&Il-web-globale-passa-quasi-tutto-per-i-cavi-NSA.
Link su Megachip:
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=80566&typeb=0&Il-web-globale-passa-quasi-tutto-per-i-cavi-NSA.
Intervista a Pino Cabras a Radio Italia
dell'IRIB: Amici e nemici, tutti nel raggio dello spionaggio USA.
Qual è la verità sul Datagate? «Credo che la verità sia stata una volta tanto raccontata da una persona interna al sistema, cioè Edward Snowden, questo funzionario di una delle tante agenzie collegate allo spionaggio americano. E la verità è che il sistema spionistico elettronico statunitense ha un controllo pressoché totale sulle comunicazioni a livello mondiale, e quindi amici e nemici sono tutti nel suo raggio di azione…».
È disponibile
attraverso il link sottostante l'audio integrale dell'intervista.
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