9 luglio 2013

Il web globale passa quasi tutto per i cavi NSA

da RT.
Segue intervista a Pino Cabras

Come rivelano alcuni nuovi documenti emersi, gli accordi stipulati tra agenti federali e società straniere hanno permesso al governo degli Stati Uniti di intercettare e interpretare facilmente una vasta fascia di dati di comunicazione trasmessi in tutto il mondo.
In una presentazione con slides della National Security Agency ottenuta da The Washington Post e attribuita alle rivelazioni del dissidente NSA Edward Snowden, il governo USA ha incoraggiato gli analisti ad attingere direttamente a tutta una gamma di cavi in fibra ottica sottomarini che funzionano da condutture per circa il 99 per cento del traffico mondiale telefonico e di internet.
Il resoconto, pubblicato da Craig Timberg e Ellen Nakashima del Post, spiega il modo in cui le slides della NSA fatte trapelare da Snowden rivelino un ulteriore programma di sorveglianza attivato in qualità di presunta misura antiterrorismo, ma al costo di mettere a rischio la privacy di milioni - se non miliardi - di persone.
Secondo l’articolo, il governo degli Stati Uniti inviò una squadra di avvocati presi dal guazzabuglio di sigle delle agenzie federali - inclusi il Federal Bureau of Investigation e i Dipartimenti della Difesa, della Giustizia e della Sicurezza Interna - per sovrintendere agli sforzi post-11/9 avrebbero garantito che più informazioni di intelligence disseminate in tutto il mondo potessero essere raccolte da agenti americani.
«I documenti mostrano che, tra i loro compiti, vi era quello di garantire che le richieste di sorveglianza ricevute venissero soddisfatte in modo rapido e riservato», hanno scritto i due giornalisti.
Tutto ciò, sostiene il Post, è stato adempiuto mantenendo «una cellula aziendale interna di cittadini americani con nulla osta del governo» tra le fila delle società estere che controllano i cavi a fibre ottiche che trasportano la maggior parte dei dati delle telecomunicazioni in tutto il mondo. Una di queste entità è stata l’asiatica Global Crossing, e gli USA si sono affrettati ad infiltrarsi nella lista dei suoi addetti poco dopo l'11/9.
Il Post scrive che il "Contratto di sicurezza di rete" stipulato tra Global Crossing e gli USA nel 2003 ha rappresentato il caso di uno dei primi grandi fornitori che diede agli USA il potere di attingere a queste grandi condutture delle telecomunicazioni, e nel decennio successivo ormai non si contano più quanti altri siano stati autorizzati. In quel caso e in altri, avvocati federali che collaboravano sotto il nome di "Team Telecom" hanno costretto i proprietari stranieri di questi cavi a conformarsi alle richieste americane di informazioni.
Nel caso del contratto di Global Crossing, gli USA ottennero che la ditta firmasse un accordo che garantiva che gli agenti segreti americani potessero richiamare l'azienda in modo da essere presso un suo "Centro di Operazioni di Rete" con sede in USA entro un tempo di appena 30 minuti per monitorare e raccogliere i dati
E sebbene esistano leggi concepite per fornire presunte salvaguardie in grado di proteggere la privacy degli americani, il Post sostiene che questo non ha fermato le agenzie americane dall’essere in grado di raccogliere comunque i dati.
«Dato che le persone in tutto il mondo chattano, navigano e inviano le immagini tramite i servizi online, gran parte delle informazioni fluisce entro il raggio d’azione alla portata tecnologica della sorveglianza USA. Anche se le leggi, le norme procedurali e le politiche interne limitano il modo in cui le informazioni possono essere raccolte e usate, i dati provenienti da miliardi di dispositivi fluiscono in tutto il mondo attraverso quelle strettoie di internet che gli Stati Uniti e i loro alleati sono in grado di monitorare», scrive il Post. Insieme al programma PRISM divulgato da Snowden il mese scorso, l’attingere a questi cavi offre agli Stati Uniti la possibilità di monitorare praticamente qualsiasi comunicazione che passi vicino agli Stati Uniti.

Il Post osserva che sia il PRISM sia il programma "a monte" che estrae i dati dai cavi sottomarini, intendono indirizzarsi soltanto alle comunicazioni in cui si ritenga che una parte stia al di fuori degli USA, ma le agenzie governative non sono disposte a dire quanti americani sono incidentalmente o inavvertitamente entrati nel raggio del radar della NSA. In precedenza, però, membri del Senato degli Stati Uniti hanno usato frasi come «profondamente costernati» per prevedere come gli americani avrebbero verosimilmente reagito se avessero conosciuto la piena estensione e la portata dei programmi di sorveglianza del loro paese.
Sulla scia delle rivelazioni di Snowden che sono iniziate a emergere lo scorso mese, la NSA, il presidente Barack Obama e la sua amministrazione hanno tutti quanti esaltato i programmi di sorveglianza, quali strumenti necessari nella guerra contro il terrorismo. La Casa Bianca sostiene che le pratiche sono legalmente autorizzate sia attraverso il Foreign Intelligence Surveillance Act sia tramite il Patriot Act post-9/11, ma continuano ad attirare le critiche da parte del pubblico e anche dai politici. Il trentenne Snowden è alla ricerca di asilo per evitare il processo negli Stati Uniti, dove è accusato ai sensi della vigente legge sullo spionaggio.





Intervista a Pino Cabras a Radio Italia dell'IRIB: Amici e nemici, tutti nel raggio dello spionaggio USA.

Qual è la verità sul Datagate? «Credo che la verità sia stata una volta tanto raccontata da una persona interna al sistema, cioè Edward Snowden, questo funzionario di una delle tante agenzie collegate allo spionaggio americano. E la verità è che il sistema spionistico elettronico statunitense ha un controllo pressoché totale sulle comunicazioni a livello mondiale, e quindi amici e nemici sono tutti nel suo raggio di azione…».


È disponibile attraverso il link sottostante l'audio integrale dell'intervista.

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