L’articolo del Guardian sullo
spionaggio di massa a carico di milioni di americani. Siamo dentro un salto di
paradigma nella società bersagliata dai pianificatori dell’11/9.
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La NSA raccoglie le registrazioni telefoniche di
milioni di persone al giorno, rivela un’ordinanza giudiziaria.
Esclusiva: Un
ordinanza giudiziaria top secret che obbliga la Verizon a consegnare tutti i
dati sulle telefonate dimostra la dimensione raggiunta dal sistema di sorveglianza
interna sotto l’amministrazione Obama.
di Glenn Greenwald.
La National Security Agency sta attualmente raccogliendo le registrazioni telefoniche di milioni
di clienti statunitensi di Verizon, uno dei maggiori fornitori di
telecomunicazioni americani, come risulta da un ordinanza giudiziaria top
secret emessa ad aprile.
Il documento
mostra per la prima volta che sotto l’amministrazione Obama le registrazioni delle
comunicazioni di milioni di cittadini americani vengono raccolte
indiscriminatamente e in massa: ossia a prescindere dal fatto che essi siano
sospettati o meno di alcun misfatto.
La struttura
segreta della Foreign Intelligence Surveillance Court (che opera in base alla
legge FISA, Foreign
Intelligence Surveillance Act, che regola la sorveglianza sullo spionaggio straniero,
NdT) ha fornito l’ordinanza all’FBI il 25 aprile, dotando il governo di un’autorizzazione
illimitata volta a ottenere i dati per uno specifico periodo di tre mesi fino
al 19 luglio.
Secondo i
termini dell’ordinanza quadro, vanno consegnati i numeri di entrambe le parti
di una telefonata, così come i dati di localizzazione, la durata della chiamata,
gli identificatori unici, e il tempo e la durata di tutte le chiamate. I
contenuti in sé della conversazione non sono inclusi.
È probabile
che questa divulgazione riaccenda lunghe discussioni negli USA in merito alla
corretta estensione dei poteri di spionaggio
interno in capo alle autorità di governo.
Sotto l’amministrazione
Bush, i funzionari delle agenzie di sicurezza avevano rivelato ai giornalisti
la raccolta su larga scala dei dati sulle telefonate da parte della NSA, ma
questa è la prima volta che dei documenti importanti e coperti da clausole di
massima riservatezza abbiano rivelato la continuazione della pratica su vasta
scala durante il mandato del presidente Obama.
La natura
illimitata delle registrazioni consegnate alla NSA è estremamente insolita. Le
ordinanze giudiziarie emanate in base alla legge FISA di solito disciplinano la
produzione di documenti relativi a un nome specifico e mirato che sia
sospettato di essere un agente di un gruppo terroristico o di uno stato estero,
o di una lista circoscritta di obiettivi elencati nome per nome.
The Guardian ha contattato la National Security Agency, la Casa
Bianca e il Dipartimento di Giustizia per chiedere un commento prima della
pubblicazione, mercoledì. Tutti si sono rifiutati di rispondere. Alle agenzie è
stata offerta anche la possibilità di sollevare specifiche questioni di
sicurezza per quanto riguarda la pubblicazione del provvedimento giudiziario.
L’ordinanza giudiziaria
vieta espressamente a Verizon di divulgare al pubblico sia l’esistenza della
richiesta dell’FBI in merito alle registrazioni dei propri clienti, sia della
stessa ordinanza.
«Non abbiamo
commenti da fare», ha dichiarato Ed McFadden, un portavoce della Verizon che
opera a Washington.
L’ordinanza,
firmata dal giudice Roger Vinson,
costringe Verizon a produrre per la NSA copie elettroniche di «tutte le
registrazioni dei dettagli delle chiamate o “metadati telefonici”creati da
Verizon per le comunicazioni tra gli Stati Uniti e l’estero» o «interamente all’interno
degli Stati Uniti, incluse le telefonate locali».
L’ordinanza impone
a Verizon di «continuare la produzione delle copie quotidianamente d’ora in poi,
nel corso della durata di questa ordinanza». Si precisa che le registrazioni da
produrre comprendono «informazioni di identificazione della sessione», come ad
esempio «il numero del chiamante e del destinatario», la durata di ogni telefonata,
numeri di carta telefonica, identificazione della linea, numero IMSI (International
Mobile Subscriber Identity, ossia “identità internazionale di utente di
telefonia mobile”, NdT), nonché «esaustive informazioni sull’instradamento e la
commutazione della comunicazione».
Queste informazioni
sono classificate come “metadati”, o
informazioni transazionali, anziché comunicazioni, e quindi non necessitano di
singoli mandati per accedere a esse. Il documento specifica inoltre che tali “metadati”
non si limitano agli elementi sopra menzionati. Una sentenza giudiziale del 2005
ha stabilito che i dati sull’ubicazione della cella - il più vicino ripetitore
cui un telefono fosse collegato – costituivano ugualmente dati transazionali, e
quindi rientrerebbero virtualmente nell’ambito di applicazione del
provvedimento.
Mentre l’ordinanza
stessa non include né i contenuti dei messaggi né le informazioni personali dell’utente
di un particolare numero di cellulare, la loro collezione permetterebbe alla
NSA di costruire facilmente un quadro
completo di chi è stato contattato da un qualsiasi individuo, come e quando, e perfino
da dove, in modo retrospettivo.
Non si sa se
Verizon sia l’unico fornitore di telefonia cellulare ad essere stato oggetto di
una simile ordinanza, anche se degli articoli precedenti facevano ritenere che
la NSA abbia raccolto registrazioni di dati da cellulari da tutte le principali reti di telefonia
mobile. Risulta inoltre poco chiaro dal documento trapelato se l’ordinanza
di tre mesi sia stata una tantum, o se
fosse invece l’ultima di una serie di ordinanze analoghe.
Questa ordinanza
giudiziaria sembra ora spiegare i numerosi e criptici avvertimenti pubblici pronunciati
da due senatori USA, Ron Wyden e Mark Udall, circa la portata delle
attività di sorveglianza dell’amministrazione Obama.
Per circa
due anni, i due democratici hanno spesso rumorosamente avvisato l’opinione
pubblica sul fatto che il governo degli Stati Uniti si affida a «interpretazioni
giuridiche segrete» per arrogarsi poteri di sorveglianza così ampi che il pubblico americano rimarrebbe “stordito”
se sapesse quale tipo di spionaggio interno si stia conducendo.
Poiché tali
attività sono secretate, ai due senatori, entrambi membri della commissione del
Senato sui servizi segreti, è stato impedito di specificare quali fossero i
programmi di sorveglianza nazionali che trovavano così allarmanti. Ma le
informazioni che essi sono stati in grado di rivelare nei loro avvertimenti
pubblici ricalcano perfettamente sia la specifica legge citata dall’ordinanza
giudiziaria del 25 aprile, sia la vasta portata della raccolta dati da essa
autorizzata.
Julian Sanchez, un esperto di sorveglianza presso il Cato Institute, ha spiegato:
«Abbiamo
sicuramente visto il governo estendere sempre di più i limiti della ‘rilevanza’
che giustifichi la raccolta di un gran numero di dati tutti insieme - tutti posizionati
a uno o due gradi di separazione da un obiettivo - ma passare indiscriminatamente
l’aspirapolvere su tutti i metadati sarebbe uno straordinario ripudio di ogni
pretesa di sospetto vincolato o individualizzato».
L’ordinanza
di aprile richiesta da FBI e NSA fa esattamente questo.
La norma cui
esplicitamente fa riferimento l’ordinanza è la clausola dei cosiddetti “business
records” del Patriot Act,
50 USC sezione 1861. Questa è la norma che Wyden e Udall hanno ripetutamente
citato quando mettevano in guardia l’opinione pubblica rispetto a quella che ritenevano
fosse l’interpretazione estrema della
legge adottata dall’amministrazione Obama al fine di gestire un’eccessiva sorveglianza
interna.
In una
lettera da loro inviata l’anno scorso al procuratore generale Eric Holder, rimarcavano che «vi è ora
un notevole divario tra ciò che la maggior parte degli americani pensa che la legge consenta e ciò che il
governo segretamente pretende che la
legge consenta.»
«Noi
crediamo», aggiungevano, «che la maggior parte degli americani rimarrebbe
stordita nell’apprendere i dettagli sul modo in cui queste interpretazioni
giudiziarie segrete hanno dato lettura» delle norme sui “business records”
del Patriot Act.
I difensori
della privacy hanno da tempo avvertito che il consentire al governo di
raccogliere e conservare senza limiti i “metadati” è una forma altamente
invasiva della sorveglianza delle attività di comunicazione dei cittadini. Tali
registrazioni consentono al governo di conoscere l’identità di ogni persona con
la quale un individuo comunichi elettronicamente, per quanto tempo parli con
essa, e la loro rispettiva posizione geografica al momento della comunicazione.
Tali
metadati sono proprio ciò che il governo degli Stati Uniti ha cercato a lungo
di ottenere per scoprire la rete di associazioni di un individuo e i suoi modelli
di comunicazione. La richiesta di una raccolta di massa di tutte le
registrazioni telefoniche nazionali della Verizon indica che l’agenzia sta dando
continuità a una qualche variante del programma di raccolta dati iniziato dall’amministrazione
Bush all’indomani degli attentati dell’11/9.
La NSA, in
quanto facente parte di un programma segretamente autorizzato dal presidente
Bush il 4 ottobre 2001, ha attivato un piano di raccolta di massa di registrazioni
dei dati in ambito nazionale per la telefonia, internet e la posta elettronica.
Un enorme scalpore esplose nel 2006, quando il quotidiano USA Today riferì che la NSA stava «segretamente raccogliendo i dati
sulle telefonate di decine di milioni di americani, utilizzando i dati forniti
da AT & T, Verizon e BellSouth» e stava «utilizzando i dati per analizzare gli
schemi delle telefonate nel tentativo di rilevare delle attività terroristiche».
Fino ad ora, non vi era stata alcuna indicazione sul fatto che l’amministrazione
Obama stesse applicando un programma simile.
Questi
eventi recenti sono un chiaro segnale di quanto profondamente la missione della
NSA si sia trasformata da quella di agenzia dedicata esclusivamente alla
raccolta di dati di intelligence esteri, a quella di una che si concentra
sempre di più sulle comunicazioni nazionali. Un addetto trentenne della NSA,
William Binney, si è dimesso dalla agenzia poco tempo dopo l’11/9 per protestare
contro il concentrarsi dell’agenzia sulle attività in ambito nazionale.
A metà degli
anni settanta il Congresso, per la prima volta, studiò le attività di
sorveglianza del governo degli Stati Uniti. A quel tempo, il mandato della NSA era
di non rivolgere mai il suo apparato di sorveglianza verso l’interno.
A
conclusione di tale indagine, Frank Church, il senatore democratico dell’Idaho
che aveva presieduto la commissione d’inchiesta, ammonì:
«Il potenziale della
NSA in qualsiasi momento potrebbe essere riconvertito verso il popolo
americano, e a nessun americano rimarrebbe alcuna privacy, tanta e tale è la
capacità di monitorare tutto: conversazioni telefoniche, telegrammi, qualsiasi
cosa».
Ulteriori elementi del reportage a cura di Ewen
MacAskill e Spencer Ackerman.
Traduzione a cura di Pino Cabras.
Link su Megachip: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=77243&typeb=0&Loid=315&Spionaggio-di-massa-in-USA-traduzione-completa.
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