da moonofalabama.org.
Con Aggiornamento a cura di Megachip.
Dalla Siria stanno uscendo dei falsi servizi video e abbiamo buoni motivi per credere che siano perlomeno sponsorizzati dalla Fondazione statunitense Avaaz. Permettetemi di raccomandarvi di guardare questo video. “Danny”, un cittadino giornalista partecipativo, si prepara per una diretta con Anderson Cooper della CNN. La zona è tranquilla. In realtà, non accade nulla e non si sentono spari finché non è in diretta TV. A quel punto, improvvisamente, urla di colpi di mortaio e di “200 morti nelle ultime tre ore”, mentre il rumore di colpi si sente sul fondo. Assistiamo a“Wag the Dog” Parte Seconda.
“Danny” è un amico di Khaled Abu Saleh, del quale abbiamo parlato qui, a proposito dei vari video falsi che lo ritraevano ferito. Li potete vedere insieme, in questo video, con “Danny” nella parte del civile spaventato che chiede aiuto e Khalid Abu Saleh ancora nella parte del ferito.
Come ha scritto, ieri, As’ad Abu Khalil:
“Sembra
che il regime siriano abbia degli agenti tra i ribelli oppure che abbia
ottenuto da Baba Amr (Distretto di Homs n.d.t.) una collezione di
spezzoni di video. Li hanno diffusi, senza sosta. Sono una completa
condanna. Mostrano il corrispondente o il testimone (per la CNN o per
AlJazeera), prima che sia in onda e il suo comportamento è drasticamente
differente da quello che mostra, quando è in onda. Mostrano anche
rumori inventati di esplosioni, programmati a tempo per la messa in
onda. Devo dire che AlJazeera e la collegata Ikhwan vincono il premio
per il maggior numero di bugie dette durante questa crisi. Le loro bugie
sono alquanto utili al regime siriano che, ora, riempie lo spazio
televisivo con la denuncia delle bugie e delle esagerazioni di Ikhwan e
dei suoi legami con l’opposizione siriana.
p.s.
E’ davvero scandaloso. Il video mostra quanto avviene prima che
AlJazeera mandi in onda il servizio: si vede un finto bendaggio
applicato a un bambino e, poi, a una persona viene ordinato di tenere la
camera a mano, così da far sembrare che si tratti una ripresa mobile.
Un bambino viene indottrinato su cosa dire a AlJazeera.”.
Qui, il video con i sottotitoli in Inglese. Il video mostra Kahled Abu Saleh mentre prepara il bambino per la sua testimonianza ad AlJazeera e quello che AlJazeera ha, poi, mandato in onda.
Tutta questa intera ribellione, almeno sui media occidentali, è in gran parte fondata su questi video di propaganda. E’ da notare che le apparecchiature per queste acrobazie televisive sono arrivate tramite Avaaz, una fondazione statunitense progressista di attivisti, che in origine ha fatto attività online ma che, ora, si è trasformata in un’operazione che con azioni di contrabbando muove giornalisti e apparecchiature in Siria. Innanzitutto, Avaaz ha spedito centinaia di migliaia di dollari di apparecchiature di comunicazione, telefoni satellitari e connessioni internet conosciute come BGAN che hanno permesso a chi protesta di avere un contatto con l’esterno.
Così come accaduto per i primi impegni nella primavera araba, in Tunisia e in Libia, hanno capito che il solo equipaggiamento non bastava: chi protestava aveva bisogno di sapere come utilizzarlo, se si voleva che fosse utile. Così, Avaaz ha inviato degli istruttori che potessero fornire le basi per l’uso dei telefoni satellitari, così come un addestramento di base sul giornalismo civico partecipativo.I rapporti che arrivano dai cittadini-giornalisti, addestrati da Avaaz a Homs e in altre zone chiave del conflitto, trasmessi attraverso il Centro comunicazioni di Avaaz, fuori del Paese, sono stati le maggiori fonti di informazioni sulla ribellione e sulla repressione nel sangue del regime, usati dalle testate giornalistiche nel mondo.
Il che poi consiste nei reports propagandistici di “Danny” e Khaled Abu Saleh e loro simili. Da notare che Khaled Abu Saleh era anche nel video della giornalista ferita Edith Bouvier che Avaaz ha fatto entrare e, successivamente, uscire dalla Siria.
C’è, quindi, un legame tra Avaaz e questi finti reporters.
Da dove pensate che arrivino le costose apparecchiature che “Danny” e
Khalid usano e che consente loro di apparire, con i loro falsi video,
sulla CNN e su AlJazeera?
Sulla sua pagina informativa,
Avaaz dice di “essere completamente finanziata dai suoi membri”. Mentre
la pagina web ha un pulsante per le donazioni, non è chiaro cosa
significhi “finanziata dai suoi membri”. Secondo l’ultima dichiarazione dei redditi redatta con il Modulo 990, la “Fondazione Avaaz è composta da due membri: Res Publica (U.S.) Inc. e Moveon.org Civic Action”.
Sono, dunque, questi i due membri che finanziano Avaaz? Dal Modulo 990,
che sembra riveduto, non ci è chiaro da dove arrivino i soldi a Avaaz
(oltre 6 milioni di dollari nel 2010), né dove vadano. Potrebbe
trattarsi di una nuova organizzazione non –governativa finanziata dal Governo USA, come la «National Endowment for Democracy» o l’«International Republican Institute» che agiscono come organizzazioni di facciata per la CIA e altri servizi segreti?
Traduzione per Megachip a cura di Marisa Conte.
Già pubblicato su https://www.facebook.com/note.php?note_id=270737013002771.
Link su Megachip: http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/7873-come-avaaz-sponsorizza-la-propaganda-di-guerra.html.
Aggiornamento.
a cura di Megachip.
Di
fronte al montare dello scandalo in rete sul caso Danny, la CNN ha
provato a correre ai ripari con una strana intervista allo stesso Danny.
Un'intervista in cui, pur non scusandosi con il pubblico - le grandi
catene televisive preferiscono quanto più possibile evitare simili
cospargimenti di cenere - la CNN fa dire fino in fondo a Danny che lui
non è un giornalista obiettivo, che fiancheggia l'armata clandestina,
che il video era una manipolazione, che lui non ha preso un centesimo
dalla CNN. Per un Danny "bruciato" e sacrificato, quanti sono i falsi
reportage sulla Siria che si riversano impunemente sull'opinione
pubblica mondiale?
“Danny” non è certo il primo caso in cui i grandi media vengono scoperti come gatti con il sorcio in bocca mentre alimentano un circuito di notizie che vogliono portare al climax dell'intervento in Siria. Come fu ad esempio nel caso della “Gay Girl in Damascus”, che anziché una lesbica vessata da Assad risultò essere un americano quarantenne che viveva in Gran Bretagna. Gran parte dei resoconti dalla Siria vengono fatti risalire a notizie “basate su attivisti” di questo tipo.
Nessun commento:
Posta un commento