30 maggio 2011

E ora i referendum, per una fase nuova

di Pino Cabras - da Megachip.

La Seconda Repubblica finisce da dove era cominciata: nei Comuni, con un sommovimento di quelli che annunciano la disfatta di un sistema di potere e si aprono a tante soluzioni possibili. La straordinaria diversificazione politica e umana dei sindaci che hanno trionfato in queste elezioni rivela le molte direzioni da cui il sistema berlusconiano può ormai essere eroso: sia da un centrosinistra alla Fassino, perfettamente incastonato in un blocco di potere, sia da una spinta inattesa alla De Magistris, che va con forza contro il blocco di Napoli, passando per i casi intermedi di Pisapia e Zedda.
Sullo sfondo avanzano le nubi dell’Europa che oggi schiaccia la Grecia e presto vuole schiacciare l’Italia sotto manovre finanziarie da decine di miliardi l’anno, intanto che il Paese non ha sussulti di sovranità. Il compito dei neosindaci sarà molto difficile, difensivo, a guardia di sistemi di Welfare sempre più residuali e soggetti alle perduranti pressioni della Casta che non vorrà perdere privilegi. Un segnale importante che i cittadini potranno dare, anche per prevenire i difetti dei gattopardi che non vorranno cambiare l’essenziale, consiste nei referendum del 12 e 13 giugno, che possono disegnare un principio di programma nuovo: difesa del territorio e dei beni comuni, uguaglianza davanti alla legge, energie pulite. Le consapevolezze e le “indignazioni” ci sono, e sono diffuse nonostante l’altrettanto diffusa immaturità rispetto alla situazione internazionale e rispetto alla crisi dello sviluppo. Il fatto che la minoranza berlusconiana oggi non possa più fingere di essere maggioranza, come ha fatto per quasi vent’anni con tanti complici fra gli oppositori, toglie tutti gli alibi e apre una fase nuova. Gli aspetti positivi sono tutti da coltivare.






2SIACQUA

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