6 aprile 2010

“Sembra un bimbo…” - “Suvvia, fateci sparare!”

da collateralmurder.com.


5 Aprile 2010, h. 10:44, ora di Washington DC.
Wikileaks ha divulgato un video militare classificato degli Stati Uniti che mostra l'uccisione indiscriminata di oltre una dozzina di persone nel quartiere iracheno di Nuova Baghdad, tra cui due addetti dell’agenzia di notizie Reuters.





Reuters ha cercato di ottenere il video attraverso il Freedom of Information Act, ma senza successo fin dal momento dell'attacco. Il video, girato da un punto di sparo su un elicottero Apache, mostra chiaramente l'uccisione senza motivo di un addetto ferito della Reuters e dei suoi soccorritori. Anche due bambini coinvolti nel salvataggio furono feriti gravemente.
I militari non rivelarono il modo in cui i membri dello staff Reuters furono uccisi, e dichiararono che non sapevano come i bambini fossero rimasti feriti.
Dopo le richieste da parte di Reuters, l'incidente è stato indagato e i militari USA hanno concluso che le azioni dei soldati erano in conformità con il diritto dei conflitti armati e le sue "regole di ingaggio".
Di conseguenza, Wikileaks ha pubblicato le “regole di ingaggio” classificate per il 2006, 2007 e 2008, rivelandone i contenuti prima, durante e dopo le uccisioni.
Wikileaks ha rilasciato sia il video originale di 38 minuti sia una versione più breve con una prima analisi. I sottotitoli sono stati aggiunti a entrambe le versioni, trascritti dalle trasmissioni radio.
Wikileaks ha ottenuto questo video, così come i documenti a sostegno, da parte di una serie di confidenti militari. Wikileaks fa di tutto per verificare l'autenticità delle informazioni che riceve. Abbiamo analizzato le informazioni su questo incidente da una varietà di fonti. Abbiamo parlato con testimoni e giornalisti direttamente coinvolti nell'incidente.
Wikileaks vuole garantire che tutte le informazioni trapelate ricevano l'attenzione che meritano. In questo caso particolare, alcune delle persone uccise erano giornalisti che stavano semplicemente facendo il loro lavoro: mettere a rischio la propria vita al fine di riferire sulla guerra. L'Iraq è un posto molto pericoloso per i giornalisti: dal 2003 al 2009 ben 139 giornalisti sono stati uccisi mentre svolgevano il proprio lavoro.

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras (QUI).

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