15 marzo 2010

A Tblisi va in onda l'Unreality Show

di Pino Cabras - da Megachip.


Tutti scomoderanno "La guerra dei mondi" di Orson Welles per descrivere il terribile “scherzo” consumato da una TV georgiana a danno dei suoi telespettatori, che hanno subito per un'ora l'annuncio e la descrizione di un'invasione russa, senza che nel mentre ci fossero suggerimenti utili a capire che era tutto falso: i carri armati, la morte del presidente, le stragi e tutto il resto.

Lo sceneggiato radiofonico trasmesso il 30 ottobre 1938 – quando gli “invasori” non venivano da Mosca ma da Marte - era finora il caso più clamoroso di una fiction che prima di svelarsi come tale arrivava a provocare panico e putiferio.

Ma per provare a capire le vere ragioni dell'episodio di oggi non occorrerà tornare così indietro nel tempo. Forse basterà tornare a gennaio 2010, quando il presidente georgiano Saakashvili ha affidato la cura dell'immagine del suo governo a una società statunitense, Podesta group, specializzata in azioni di pressione e persuasione a favore di politici e governi.

Il contratto si aggiunge all'incarico affidato dal governo di Tblisi a un'altra società americana, la Gephardt Government Affairs.

Cosa succede con questo particolare tipo di società di pubbliche relazioni?

Le guerre degli ultimi vent'anni offrono molti precedenti. I lobbysti-manipolatori inseriscono nei circuiti delle notizie una massa enorme di informazioni adulterate, spesso totalmente false. Un classico: la figlia dell'ambasciatore del Kuwait che nel 1991 finse di essere un’infermiera, e rifilò fra le lacrime alle TV statunitensi la storia che i soldati iracheni rubavano le incubatrici da un ospedale kuwaitiano, fino a far morire i bambini prematuri sul pavimento. La pietanza mediatica – cucinata nell'agenzia Hill & Knowlton – fu digerita senza obiezioni dai media occidentali in blocco, e alimentò in modo efficacissimo la demonizzazione degli iracheni.

Agenzie di questo tipo sono ricomparse per “vendere” la guerra jugoslava, la “Guerra al Terrorismo”, le rivoluzioni colorate e l'immagine di diversi governi, tra cui quello di Mikheil Saakashvili, che finora aveva puntato su agenzie vicine ai repubblicani USA.

I risultati cominciavano però a essere scarsi. La sconfitta di Saakashvili, dopo che aveva invaso l'Ossetia del Sud nel 2008, unitamente alla perdita dei vecchi referenti alla Casa Bianca, avevano compromesso un'entrata rapida nella NATO. La cosa più urgente era ricostruirsi un'immagine diversa da quella acclarata (lo stupido invasore crudele che scatena la Russia) e avere dei ponti verso l'amministrazione Obama (Podesta e Gephardt sono espressione della classe dirigente del partito democratico).

Sul primo fronte, più che la verità dei fatti conta l'imprinting di un messaggio forte. Il messaggio d'impatto internazionale è quello della “plausibilità” di un'invasione russa, come a dire: vedete, la trasmissione ha funzionato perché un'invasione russa opererebbe davvero così, è credibile. E se una cosa è credibile, è anche probabile. Ergo, la Georgia è davvero in pericolo, va difesa, e chi la può difendere è la NATO.

Il canale televisivo che ha realizzato la trasmissione sulla falsa invasione russa è la Imedi, posseduta da una proprietà abbastanza nebulosa, ma riconducibile alla mafia ebraica georgiana e attualmente vicina al presidente Saakashvili.

La provocazione è stata percepita con ovvia gravità da Mosca. È auspicabile che lo sia anche nelle capitali occidentali, prima di assecondare le ossessioni dello squilibrato che imperversa a Tblisi. I suoi continui tentativi di alimentare una Grande Paura antirussa, tuttavia, dopo questo episodio potrebbero rivoltarsi contro di lui.

Il caso di manipolazione televisiva commentato da Russia Today:

Nessun commento: