di Pino Cabras.
Durante
la guerra fredda la NATO non aveva mai abbattuto un aereo militare di Mosca.
Oggi la Turchia, paese NATO in mano a uno dei manovratori dell'ISIS, lo ha
fatto (nello spazio aereo siriano). È una gravissima provocazione che può trasformare la guerra siriana da
guerra NATO per procura a guerra NATO senza mediazioni, col rischio molto
concreto di far scattare quelle clausole dell'alleanza atlantica che ci trascinerebbero
tutti in un conflitto molto esteso e difficilmente controllabile. Sicuramente al figlio di Erdoğan, che gestisce il contrabbando di
petrolio dell'ISIS, non piaceva affatto che negli ultimi giorni i Sukhoi Su-24
gli avessero distrutto centinaia di autocisterne, azzerandogli di colpo un business che andava avanti da un anno e mezzo.
Abbatterne uno, a costo di una guerra mondiale, è la risposta del suo paparino,
per alzare la posta in gioco. Un bel trappolone per la Russia, che qualche
risposta dovrà dare, e per tutti gli alleati NATO, da invischiare nei calcoli
strategici di Erdoğan, uno dei grandi perturbatori del Vicino Oriente. E noi
dovremmo essere disposti a morire per le autocisterne che finanziano l'ISIS.
Come no?
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