27 settembre 2015

I porcelli costituenti

di Pino Cabras.

Ecco lo spettacolo assurdo: sono stati eletti con una legge incostituzionale, il Porcellum, e quindi non possono pensare nemmeno alla lontana di rappresentare correttamente il corpo elettorale, né sono legittimati a manomettere la Costituzione. Eppure fanno proprio questo.
Fanno strame della Costituzione muovendosi dentro un orizzonte ristretto, in stanze chiuse e delegittimate, con discussioni e compromessi bizantini. E ci tocca sentire Maria Elena Boschi mentre dice che il popolo aspetta da 70 anni la riforma della Costituzione (che ha 67 anni). Al di là dell'anacronismo idiota, è la prova definitiva che queste personalità non hanno rispetto alcuno verso una costituzione che fu scritta usando parole semplici ma con una discussione sottostante molto complessa, di più, ricca, un capolavoro di ponderatissima ingegneria istituzionale.
Per fare la Costituzione vigente fu eletta in modo proporzionale un'Assemblea Costituente, non un parlamento di nominati. Al lavoro della Costituente si affiancava una grandiosa opera di alfabetizzazione costituzionale, partita prima dell'elezione dell'assemblea: oltre che esserci un ministero apposito (retto da Pietro Nenni), ogni giorno c'erano trasmissioni radiofoniche grazie alle quali si educavano e si informavano con grande correttezza milioni di cittadini. Ben prima della retorica sui "processi partecipativi" di cui oggi ci si riempie la bocca, i partiti e altre formazioni sociali appassionavano più gente possibile alla scrittura del progetto di Costituzione. Certo, poi ci fu necessariamente la famosa "Commissione dei 75" a filtrare, sintetizzare e scrivere il tutto, ma si trattava di personalità di ben altra dirittura e rappresentatività rispetto ai quattro scalzacani che oggi scrivono le schiforme in aggiunta all'obbrobrio della legge elettorale Italicum (il Porcellum al cubo).
I deputati della Costituente studiavano a fondo gli argomenti. Giorgio La Pira ebbe l'illuminazione di far tradurre in italiano tutte le costituzioni del mondo. A tutti i costituenti fu così distribuito un manuale utilissimo: quando prendevano in esame un qualunque tema di rilievo costituzionale, la loro visuale era autenticamente mondiale. Oggi abbiamo Verdini e Serracchiani (quella che ritiene che il presidente del Senato, «essendo stato eletto nel Pd, debba accettarne le indicazioni») e altri irresponsabili che vogliono sottomettere ogni organo alla maggioranza di governo, come ricorda Gustavo Zagrebelsky.
In questo nostro tempo la principale forza che vuole rovesciare la Costituzione è proprio il Pd, non solo la maggioranza renziana, ma pure la sua minoranza (gente che si metterebbe a negoziare anche se volessero reintrodurre lo schiavismo). Sono gli stessi che sin dall'inizio di questa pessima legislatura stavano avallando un processo di revisione costituzionale piduista, quello dei "Saggi" di Napolitano, poi fallito.
La Carta può esser cambiata, ma con prudenza estrema, con studio e cercando largo consenso, non con le urgenze dettate dall'orizzonte di potere che si sta organizzando intorno a Renzi, il primo ministro meno eletto del mondo.


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