di Pino Cabras - da Megachip.
E dunque volano gli stracci, presso il Popolo delle libertà. L’epurazione/espulsione di Fini avviene in un momento cruciale in cui riemerge la questione a lungo sepolta sotto la coltre della lunga gelata berlusconiana: com’è nata la cosiddetta “Seconda Repubblica”? Quali ricatti non vuole esporre dai suoi luoghi osceni?
Il blocco di potere che si è saldato intorno al Caimano non regge agli effetti della Grande Crisi economica e finanziaria, ingovernabile per una galassia di cricche parassitarie, tanto meno governabile se l’unica missione-paese che propone è il vecchio piano di Gelli innestato nello sfacelo statuale del leghismo, il tutto tenuto insieme dal kombinat politico-mediatico-paramassonico fondato da B. e Dell’Utri.
Fini perciò ha da tempo iniziato il suo pellegrinaggio presso logge e poteri forti, in Italia e fuori: lui e loro sono consapevoli che la gelata è finita e che il caos repubblicano si ritrova a fare i conti con i fantasmi del 1993, i segreti indicibili, i complotti, e avrà bisogno di nuovi equilibri.
I nostalgici dei governi tecnici fanno già scaldare i motori ai Goldman Draghi e ai D’Alema che sibilano auspici per un velleitario «patto per la crescita». In realtà nessuno di loro governerà alcuna crescita. Chiunque governerà ora, sarà un curatore fallimentare che livellerà il tenore di vita di un paese in rotta fino agli standard della Serbia.
Si apre una fase politica piena di incertezze e pericoli, durante la quale occorrerà coniugare difesa dei diritti con idee politiche nuove e autonomia di pensiero, senza andare a rimorchio di alcuna moda né di alcun leader partorito dalla casta.
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