17 gennaio 2009

Vittorio Arrigoni: il blog più seguito in Italia, quando i media scappano dal racconto di Gaza

di Pino Cabras - da «Megachip»

Arrigoni supera Grillo. Il blog del testimone che oggi ci racconta Gaza firmandosi Vik è il più letto di tutti. La notizia ci è rivelata dal giornalista e storico Gennaro Carotenuto, autore del blog Giornalismo partecipativo. L’exploit viene registrato proprio nel mese in cui le officine mainstream delle grandi menzogne, al cospetto della strage di Gaza, hanno dato il peggio di se stesse. La drammatica serrata dell’offerta informativa “industriale” di giornali e TV sulla catastrofe di Gaza ha spinto una moltitudine abbandonata di cittadini a cercare un’offerta “artigianale” ma incomparabilmente più autentica, una buona occasione per chi aveva una bottega alternativa ben avviata.
Ma Beppe Grillo – per anni numero uno dei blogger italiani e ben collocato anche nel mondo - ha rivelato ancora una volta, come già l’estate scorsa per le vicende dell’Ossetia del Sud, l’amaro limite culturale della sua avventura informativa, al punto di dedicare solo poche righe a un fatto così rilevante, Gaza.

Il blog di Vittorio Arrigoni, attendibile, puntuale, fedele alla necessità del racconto dal bersaglio concentrazionario palestinese, fatto di storie semplici e storie complesse da non sacrificare le une alle altre, proprio questo blog ha risposto umilmente alla domanda disattesa.

Carotenuto ne ricava alcune considerazioni di grande interesse su Vik: «Se qualcuno sostiene che in Italia non c’è l’esigenza (e forse anche il mercato) di un’altra informazione possibile e quindi di giornalismo partecipativo, non uniformato con il mainstream, la notizia che segue lo smentisce fragorosamente.

Secondo Blogbabel, una società che calcola l’influenza dei siti in base ai link, il blog di Vittorio Arrigoni, probabilmente l’unico cittadino italiano residente a Gaza, negli ultimi trenta giorni è stato il più letto in Italia, superando vacche sacre come Beppe Grillo e note blogstar come Luca Sofri o Massimo Mantellini. Nella classifica storica Arrigoni è appena all’87° posto ma il numero straordinario di lettori e link nell’ultimo mese lo portano oramai al 13° assoluto».
Stiamo parlando di un universo di lettori culturalmente attrezzati, una minoranza significativa ma pur sempre una minoranza, se paragonata alla grande massa raggiunta solo dalle corrispondenze recitate sulla punta dei carri armati israeliani. Tuttavia si è mossa molta gente, e in brevissimo tempo. Percorsi individuali, clic consumati in stanze non collegate fra loro, ma alla fine davvero tante stanze, così tante da diventare qualcosa, da essere un fenomeno in sé che può percepirsi come un fenomeno per sé. È un segnale di speranza, che sembra registrare una qualche reazione alla questione che potete leggere nelle pagine di Giulietto Chiesa su Megachip, quando affronta l’acuta emergenza informativa del nostro tempo e ci rende chiaro “perché stiamo perdendo”.

Allora vado sul blog di Arrigoni, il suo Guerrilla Radio. Ha pochi link ai siti di cui si fida. Li chiama “quotidiani vaccini”. Fra le uniche voci che propone c’è Giulietto Chiesa. C’è Grillo. Ci sono Michael Moore, Jacopo Fo e Daniele Luttazzi. E c’è anche Marco Travaglio, nonostante Arrigoni nel suo pezzo del 14 gennaio gli rimproveri giustamente il suo ottuso arruolamento nelle fila dei signori che uccidono masse di infanti. Mi sembra un assemblaggio semplice ma molto chiaro, indice di un’idea di comunicazione ben definita. Arrigoni ha messo insieme voci che ha considerato altrettanti baluardi di una comunicazione libera e sincera. Informazione, intrattenimento, analisi, capacità televisiva, critica del potere, c’è tutto. Un embrione di comunicazione in difesa dei valori forti. Questo qualcosa sinora riesce a intrecciarsi in modo così completo solo nei sogni di Arrigoni e nel nostro sogno di Pandora, nel momento in cui tali sogni sono disturbati dall’incubo della disgregazione informativa, su cui invece prosperano le surreali manipolazioni dei grandi media, loro sì già intrecciati e ingranati fra loro e con i fautori delle guerre.

Sarà una battaglia mediatica durissima. Già vediamo come il solo mostrare alcune immagini vere della guerra (sebbene cento volte meno dure di quelle che abbiamo mostrato in rete) abbia attirato su Michele Santoro una tempesta di reazioni rabbiose, tutte tese a nascondere l’esistenza del tabù informativo su Israele. La rottura di questo tabù sarà difficile, perché assieme ad esso passano altri tabù e menzogne sulle guerre odierne e, JHWH non voglia, future. E allora, come Vik alla chiusura di ogni suo pezzo, diciamolo anche noi: restiamo umani.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Pino, ce l'abbiamo fatto! Diego ha tradotto il tuo pezzo sul Lee Kaplan in Megachip (quello che vuole uccidere Arrigoni ed altri) abbiamo messo su Palestine Think Tank www.palestinethinktank.com e www.tlaxcala.es, che poi Uruknet ha messo e tanti altri hanno seguito, con una chiamata di mettere uno stop al sito dell'odio.

Il sito di Kaplan non esiste più! Grazie per il tuo lavoro ed ovviamente, Grazie a Vittorio e tutti che stanno in trincea con i popoli che soffrono.

Framaulo ha detto...

Ma Beppe Grillo – per anni numero uno dei blogger italiani e ben collocato anche nel mondo - ha rivelato ancora una volta, come già l’estate scorsa per le vicende dell’Ossetia del Sud, l’amaro limite culturale della sua avventura informativa, al punto di dedicare solo poche righe a un fatto così rilevante, Gaza

Beh... ciò che può essere rilevante per uno può essere irrilevante per un altro. Per fortuna i post non si fanno per fare audience, ma per dire la propria.

Ad ogni modo, sia lode alla meritoria (e gratuita) informazione di Arrigoni: dimostra ancora una volta che il "pluralismo" lo garantisce solo la Rete.

Cordiali saluti