8 gennaio 2014

Il Mario Monti sardo

di Daniele Basciu.


Nei tempi in cui l’austerity sta distruggendo la civiltà in un intero continente si terranno in Sardegna le elezioni regionali. Il PD presenta come candidato per la presidenza l’economista Francesco Pigliaru, schierato con Matteo Renzi ed ex assessore della giunta Soru.
Bisogna aver chiaro qual è la vision di Pigliaru, è sufficiente leggere le sue parole di due anni fa. Commentando la lettera del 2011 della BCE inviata all’Italia, Pigliaru scriveva:
“Mentre aspettiamo che Berlino abbia il coraggio politico di fare la cosa giusta, noi italiani abbiamo una precisa agenda di cose da fare. L’elenco stilato il 5 agosto scorso da Draghi e Trichet nella lettera a Berlusconi basta e avanza per fare chiarezza tecnica sulle questioni principali: si tratta, in sostanza, di liberalizzare i servizi pubblici locali e i servizi professionali; di ridurre la rigidità della contrattazione salariale, per riconoscere differenze fra aziende e fra territori; di adottare la flexsecurity proposta da Pietro Ichino per avere più occupazione insieme a più garanzie per chi perde il lavoro; di mettere ordine nel sistema pensionistico, “rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità”
In altre parole perorava l’ABC del credo che sta devastando l’Europa: liberalizzazioni, privatizzazione dei servizi pubblici, deregolamentazione del lavoro, irrigidimento sulle pensioni. Interventi che, è stato già abbondamente evidenziato anche in contesto accademico (nel caso in cui qualcuno non si accorgesse di ciò che avviene guardandosi intorno), hanno avuto esiti disastrosi per la collettività. Si veda ad esempio questo ottimo documento di Stefano Lucarelli, docente di Economia Monetaria Internazionale presso l’Università di Bergamo nel dipartimento intitolato ad Hyman Minsky.

Ma perchè Pigliaru è convinto che si debbano applicare le ricette della BCE ? Semplice, perchè secondo Pigliaru il bilancio dello Stato è come quello di una famiglia, scrive: “Basta far finta che si tratti di una famiglia e il meccanismo appare in tutta la sua semplicità“.
 Questa affermazione applicata agli Stati sovrani è totalmente priva di senso, e fa parte dei “manuali di fantascienza” che vengono studiati e insegnati in molte facoltà di Economia al posto del funzionamento dell’economia reale.  Viene presentata da Pigliaru come una “condizione naturale” ma in realtà è la peculiare condizione creata in  eurozona, in cui gli Stati da monopolisti della valuta sono stati ridotti ad esserne utilizzatori, come accade nel terzo mondo. “Facendo finta” che lo Stato sia una famiglia, e che il debito pubblico debba essere gestito come il debito privato, un gruppetto di tecnocrati non eletti sta devastando un continente intero, imponendo una deflazione indotta che annienta il mercato interno per costruire una “macchina da export”, come spiega Mario Monti in questo delirio. È spaventoso che un economista Prorettore Delegato per la ricerca scientifica dell’Università di Cagliari sia portatore di questa superstizione economica, ed è grottesco il fatto che a sostenere questo economista sponsor delle ricette della BCE ci sarà anche il partito di cui fa parte il sindaco di Cagliari, che sulle “ricette della BCE” diceva queste cose qui: LINK
Dove portano queste ricette? qui (fonte tradingeconomics):


Questa è la lista dei 21 paesi al mondo con la peggior crescita anno su anno: 13 su 21 sono paesi Eurozona, che stanno “facendo le riforme”, trattano il debito pubblico come se fosse debito privato, e ignorano che la disoccupazione e la crisi economica sono una conseguenza dei deficit pubblici troppo bassi, e non del contrario.
Ma c’è in Sardegna una deformazione di lunga data, che considera come assolutamente “speciale e peculiare” quello che accade nell’isola, come se fosse un mondo a parte. Così ad esempio la deindustrializzazione in corso da oltre vent’anni è vista come una conseguenza del fatto che “l’industria petrolchimica non faceva parte delle nostre tradizioni“, ignorando completamente l’evidenza oggi lampante che la deindustrializzazione della Sardegna è stata un pezzo di un processo di smantellamento industriale molto più ampio consapevolmente condotto in Italia a vantaggio della Germania, con la svendita del sistema misto Stato-impresa che Letta intende completare da qui a breve. Il corollario è che spesso i soggetti politici locali sono visti e descritti come slegati dai partiti che li esprimono, ma qualsiasi ipotetico scenario futuro in una regione italiana deve necessariamente essere inquadrato nella realtà concreta costituita dall’Eurozona di concentramento e dall’isteria religiosa anti-debito pubblico che domina l’Europa.
E Pigliaru non è un entità autonoma. È l’espressione del partito che ha votato il pareggio di bilancio in Costituzione, il Fiscal compact, che ha sostenuto i governi Monti e Letta, e che ha posizionato un ex FMI come Cottarelli a capo della commissione spending review. É uno che scrive che “Il problema della crisi in Italia è che ha colpito un organismo economico molto debole, abituato a cavarsela con svalutazioni competitive e creazione di debito pubblico”
La Sardegna non è su Marte, è in Unione Europea. C’è la deindustrializzazione (c’è stata in anteprima), c’è la crisi, 700mila persone che vivono sotto la soglia di povertà, c’è il 41% di disoccupazione giovanile. Se Pigliaru vince le elezioni, ci sarà anche un sacerdote dell’austerity al governo dell’isola, esattamente come accade in tutta Europa, e con gli stessi risultati.
Se ne uscirà l’Italia ne uscirà anche la Sardegna, altrimenti non cambierà niente. A meno che la Sardegna non diventi uno Stato indipendente, che emette e spende come monopolista la propria moneta, di cui impone l’uso con la tassazione. Uno Stato consapevole del funzionamento dei sistemi monetari moderni fiat e del fatto che il deficit dello Stato diventa la ricchezza materiale e finanziaria del settore privato, e che spende per ottenere il benessere della collettività e la piena occupazione. Niente di nuovo, ma solo quello che Warren Mosler ha spiegato al Quebec quasi vent’anni fa e a Cagliari per due giorni interi, nel 2012, si chiama MMT.

Fonte: http://econommt.wordpress.com/2014/01/07/il-mario-monti-sardo/.



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