22 dicembre 2008

Gli avvocati: Cheney e Rumsfeld in tribunale per l’11/9? Difficile ma non impossibile

di Stephen C. Webster – da www.rawstory.com

da
«Megachip»



Quando ricevette una medaglia al valore per le lesioni subite durante l’attacco al Pentagono dell’undici settembre 2001, April Gallop fu definita una "eroina" dall’agenzia di stampa dell’esercito USA. Ma è improbabile che gli organi di stampa del governo le riservino un entusiasmo del genere per la seconda volta.

Lunedì scorso (15 dicembre 2008, ndt), April Gallop, che ha prestato servizio militare presso il NISA (Network Infrastructure Services Agency) come specialista amministrativa, ed il suo avvocato William Veale hanno intentato una causa civile contro l’ex-ministro della Difesa Donald Rumsfield, il vicepresidente Dick Cheney e l’ex-generale dell’Aeronautica statunitense Richard Myers, capo degli Stati Maggiori Riuniti durante gli attentati del 9/11.
La Gallop accusa i tre imputati di aver partecipato ad un’associazione a delinquere con lo scopo di facilitare gli attacchi e di aver occultato il pericolo al personale del Pentagono, contribuendo fattivamente alle lesioni che lei e suo figlio di due mesi hanno riportato durante l’attentato. Nel testo della causa si citano anche altri anonimi che sarebbero stati a conoscenza degli attentati.
Questa storia è stata rivelata in esclusiva da RAW STORY. Il testo integrale delle dichiarazioni è reperibile a questo link.

«Tutto è accaduto molto rapidamente. Pensavo che ci stessero bombardando» ha dichiarato la Gallop in un rapporto pubblicato nell’ottobre del 2001.
Dopo aver soccorso un suo collega, la donna ha iniziato a setacciare le macerie fumanti del suo ufficio alla ricerca della figlia, Elisha. Dopo averla estratta dai detriti, ha attraversato i corridoi invasi dal fumo fino a raggiungere il prato esteriore, in cui è crollata.
Nonostante la gioia di essere sopravvissuta, la Gallop è «ancora inferocita con il nemico: me la pagheranno». Sono passati molti anni ed ora si aspetta che questo pagamento arrivi tramite una causa civile.
«Ero molto seccata dalla frequenza delle esercitazioni anti-incendio e dalle evacuazioni simulate» dichiarò la Gallop al George Washington Blog in un’intervista del 2006. «Capitavano sempre quando avevo altro da fare. Ciononostante l’undici settembre, proprio il giorno in cui tutte le nostre vite erano in pericolo, non è suonato un solo allarme.»
April ha subito un lieve lesione cerebrale, ma ancora lotta con la sindrome post-traumatica e la perdita di udito. Anche sua figlia ha subito una lieve lesione cerebrale che è degenerata in un deficit dell’apprendimento.
Per ciò che riguarda la ricostruzione dell’attentato, i ricordi della Gallop si discostano dalla versione ufficiale. «Le mie dichiarazioni sono state travisate in molte occasioni. Questo accade quando si hanno secondi fini. Per la cronaca, ecco la mia versione dei fatti: mi trovavo nell’anello E. Dall’interno dell’edificio, e senza alcun indizio su cosa fosse successo all’esterno, mi parve che fosse stata detonata una bomba. Siamo stati costretti a fuggire dalla struttura prima che ci cascasse addosso. E non ricordo di aver visto alcun rottame aereo. Ovviamente non ho idea di che aspetto abbia un aereo dopo l’impatto con un edificio. Ma penso che avrei notato almeno qualche frammento inusuale, qualcosa che almeno somigliasse ad un pezzo di aereo».
«Non vogliono si avvii un’indagine conoscitiva», ha dichiarato l’avvocato Veale. «Se riuscissimo a superare la loro mozione iniziale, tesa a stralciare le dichiarazioni della mia cliente, otterremo un’incriminazione. In questo caso, avremmo ottime probabilità di arrivare fino in fondo a questa faccenda. La legge è dalla nostra parte.»

La causa ha qualche possibilità?

RAW STORY ha chiesto il proprio parere ad avvocati esperti in cause civili contro il governo federale. «Le quindici pagine del reclamo sembrano il prodotto di un’indagine approfondita, che dimostra con dovizia di particolari l’esistenza di un’associazione a delinquere che coinvolge gli imputati. Questo sodalizio mirava a causare gli attentati o permettere che avessero luogo e ci colpissero mentre eravamo totalmente impreparati» ha dichiarato Gerald A. Sterns, dello studio legale Sterns & Walker di San Francisco. «Abbiamo già svolto processi per associazione a delinquere e permane un fondo di dubbio su cosa sia successo quel giorno e soprattutto sul perché. È stato un punto di svolta positivo per la presidenza Bush, che fino ad allora si era dimostrata tutt’altro che notevole, sopratutto a causa della sua controversa ascesa alla carica pochi mesi prima.»
Secondo ciò che afferma il sito di Sterns & Walker, lo studio rappresenta i sopravvissuti di incidenti aerei o altri disastri di una certa entità. Lo studio «è stato coinvolto in quasi tutte le principali cause seguite a incidenti aerei, e centinaia di altri processi civili con accuse ad imputati eccellenti», compresi gli Stati Uniti d’America.
«La causa della Gallop ha un precedente simile. Sfortunatamente per la parte lesa, può essere un indizio del suo destino. Si tratta del caso di Valerie Plame, un ex-agente della CIA la cui copertura è stata fatta saltare di proposito da Dick Cheney e, probabilmente, altri funzionari della Casa Bianca. La rivelazione è stata una rappresaglia per alcune affermazioni poco gentili fatte dal marito della Plame, il quale stava indagando sulle affermazioni di Bush riguardo all’ipotetico acquisto, da parte di Saddam Hussein, di materie prime per armi di distruzione di massa da uno stato africano» dice Sterns. «La Plame ha intentato una causa contro Cheney ed altri per averle distrutto la carriera.»
Ed aggiunge: «A prescindere dalla nostra disposizione verso questi individui ed il loro impatto sugli Stati Uniti, temiamo che la signora Gallop rimarrà molto delusa da questo suo tentativo di ottenere risposte per via giudiziaria.»
La profezia pessimista di Sterns è stata sdrammatizzata da Phillip L. Marcus, un avvocato del Maryland, specializzato in proprietà intellettuale e leggi sul copyright. Marcus ha discusso con RAW STORY del caso Bivens vs. Six Unknown Federal Narcotics Agents, un processo in cui la Corte Suprema ha decretato che il governo può essere oggetto di cause civili se si prefigura la violazione di un diritto costituzionale, anche se non esiste alcuno statuto federale a supporto di un’azione legale di questo tipo.
«La giurisdizione è un grosso ostacolo alla parte lesa, ma ci sono due strade per aggirarla» ha affermato Marcus, «la prima è la Dottrina Bivens (per cui, se i fatti dimostrano una grave trasgressione da parte di agenti federali, esiste una sorta di giurisdizione del diritto federale; senza di essa, le violazioni del Bill of Rights non potrebbero oggetto di causa civile) e la seconda è la 28 USC sec. 1331, ovvero il Federal Tort Claims Act (FTCA). Veale ha lanciato accuse straordinarie. Normalmente, se ci si limita a segnalare un quantitativo sufficiente di fatti significativi, la corte non accetta una linea difensiva basata sulla giurisdizione. Ma con accadimenti così singolari, il giudice vorrà stabilire se esistono le prove necessarie per applicare la giurisdizione Bivens o il FTCA, prima di lasciare che Veale proceda con quella che sarà un’indagine conoscitiva colossale – tonnellate di documenti, deposizioni sotto giuramento di Cheney, Rummy e molti altri, sia imputati che semplici testimoni. Scommetto che questa faccenda proseguirà per altri quattro o cinque anni. Ci sarà materiale per molti altri articoli.»

Segue il testo integrale dei pareri di entrambi gli avvocati sulla causa di April Gallop.

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In che circostanze gli Stati Uniti o qualcuno dei suoi funzionari, agenti o impiegati possono essere ritenuti civilmente responsabili in un tribunale? Può il potere giudiziario ricompensare i danni in un processo civile che mira a dimostrare non tanto l’erroneità dei comportamenti, ma l’attività criminale di membri del governo? Le risposte a queste domande possono rivelarsi complesse, ma è chiaro che la causa della Gallop non ha molte chance di successo. Questo processo, che si svolgerà nel Distretto Orientale di New York, riflette le frustrazioni di moltissimi americani. La donna, infatti, chiede i danni al vicepresidente in carica Dick Cheney, al ministro della Difesa Donald Rumsfeld e ad altri, in relazione agli eventi dell’undici settembre 2001. Le quindici pagine del reclamo sembrano il prodotto di un’indagine approfondita, che dimostra con dovizia di particolari l’esistenza di un’associazione a delinquere che coinvolge gli imputati. Questo sodalizio mirava a causare gli attentati o permettere che avessero luogo e ci colpissero mentre eravamo totalmente impreparati. Abbiamo già svolto processi per associazione a delinquere e permane un fondo di dubbio su cosa sia successo quel giorno e soprattutto sul perché. È stato un punto di svolta positivo per la presidenza Bush, che fino ad allora si era dimostrata tutt’altro che notevole, sopratutto a causa della sua controversa ascesa alla carica pochi mesi prima. Comunque, anche se si sottoscrivono alcune delle critiche e delle accuse mosse a Cheney, Rumsfeld e gli altri (curiosamente, Bush non viene citato in causa) per le loro attività in questi ultimi otto anni, e a prescindere dalla nostra disposizione verso questi individui ed il loro impatto sugli Stati Uniti, temiamo che la signora Gallop rimarrà molto delusa dal suo tentativo di ottenere risposte per via giudiziaria. La causa della Gallop ha un precedente simile. Sfortunatamente per la parte lesa, può essere un indizio del suo destino. Si tratta del caso di Valerie Plame, un ex-agente della CIA la cui copertura è stata fatta saltare di proposito da Dick Cheney e, probabilmente, altri funzionari della Casa Bianca. La rivelazione è stata una rappresaglia per alcune affermazioni poco gentili fatte dal marito della Plame, il quale stava indagando sulle affermazioni di Bush riguardo all’ipotetico acquisto, da parte di Saddam Hussein, di materie prime per armi di distruzione di massa da uno stato africano. La Plame ha intentato una causa contro Cheney ed altri per averle distrutto la carriera. La corte ha sbrigativamente decretato che la causa non aveva alcun fondamento: le questioni politiche di questo tipo non fanno parte della routine processuale. La corte ha inoltre decretato che il vicepresidente è immune a tutti i livelli per le attività che ha svolto o che ha omesso di svolgere nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche. Un discorso analogo vale, ovviamente, anche per Bush sia durante che dopo il suo mandato. Mi sembra chiaro che nel caso della Gallop valgano le medesime considerazioni e si otterranno gli stessi risultati. La corte, in seguito alla mozione degli imputati, stralcerà la causa con le medesime argomentazioni. A prescindere dall’opinione che ciascuno di noi può avere di Dick Cheney, - a cui taluni si riferiscono con l’appellativo di "Principe delle Tenebre" o peggio - le sue azioni nell’esercizio delle funzioni di vicepresidente degli Stati Uniti sono protette dallo scrutinio del potere giudiziario. L’unica misura per punire i funzionari indegni che la Costituzione ci offre è l’impeachment. Però questo non vuol dire che la causa non possa essere intentata contro il governo. Si può fare e viene fatto ogni giorno per un’ampia casistica. Il nostro studio legale ne ha condotte molte con successo. I tribunali hanno decretato che gli Stati Uniti godono di un’immunità generalizzata, ma i giudici possono non tenerne conto e permettere le cause, in conformità alle decisioni del Congresso. Un esempio classico è il Federal Tort Claims Act del 1946, che autorizza le cause civili contro gli Stati Uniti per i danni causati da atti o omissioni da parte del governo, attraverso i suoi agenti o le sue agenzie, se tale condotta non è permessa dallo stato in cui l’atto o l’omissione ha avuto luogo. Esistono alcune eccezioni ed alcune difese speciali a disposizione del governo: principalmente la linea di difesa basata sulla Funzione Discrezionale, che protegge gli impiegati del governo, presidente compreso. Può essere applicata quando l’esercizio della discrezionalità ha avuto ripercussioni che in seguito si sono rivelate negative. Per esempio, questa linea di difesa ha protetto gli Stati Uniti da ogni responsabilità sugli attentati alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998. Ma la lotta continua. Gerald A. Sterns, Esq. Sterns & Walker www.Trial-Law.com ** Questa non è una semplice accusa di negligenza. Veale fa a brandelli l’argomentazione giurisdizionale nel paragrafo 8 del reclamo. Dovreste leggere qualcosa sul caso Bivens. La giurisdizione è un grosso ostacolo alla parte lesa, ma ci sono due strade per aggirarla: la prima è la Dottrina Bivens (per cui, se i fatti dimostrano una grave trasgressione da parte di agenti federali, esiste una sorta di giurisdizione del diritto federale; senza di essa, le violazioni del Bill of Rights non potrebbero oggetto di causa civile) e la seconda è la 28 USC sec. 1331, ovvero il Federal Tort Claims Act. Veale ha lanciato accuse straordinarie. Di solito, se ci si limita a segnalare un quantitativo sufficiente di fatti significativi, la corte non accetta una linea difensiva basata sulla giurisdizione. Ma con accadimenti così singolari, il giudice vorrà stabilire se esistono le prove necessarie per applicare la giurisdizione Bivens o la FTCA, prima di lasciare che Veale proceda con quella che sarà un’indagine conoscitiva colossale – tonnellate di documenti, deposizioni sotto giuramento di Cheney, Rummy e molti altri, sia imputati che semplici testimoni. Questo processo mi ricorda il caso Hatfill, il tizio che era "d’interesse" nella faccenda delle buste all’antrace e poi non lo era più. Ma stiamo parlando di un altro distretto. Veale svolge la sua causa nel distretto meridionale di New York, mentre Hatfill era da tutt’altra parte. Scommetto che questa causa proseguirà per altri quattro o cinque anni. Ci sarà materiale per molti altri articoli. --Philip L. Marcus, Esq. Business Negotiations & Agreements & Intellectual Property
www.negotiationpro.com

Fonte: Stephen C. Webster
18 dicembre 2008
Link: http://rawstory.com/news/2008/Legal_minds_respond_to_landmark_911_1218.html
Titolo nell’originale: “Legal minds respond to landmark 9/11 civil suit against Rumsfeld, Cheney”.

(traduzione di Massimo Spiga - Megachip)

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