21 marzo 2017

Il MES ormai dietro l'angolo

di Alberto Micalizzi.


Due giorni fa il Sole24Ore ha riportato la notizia che Popolare Vicenza e Veneto Banca hanno inviato una lettera al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed alla BCE per richiedere l’applicazione della ricapitalizzazione preventiva, già applicata lo scorso Dicembre al Monte dei Paschi (“Popolare Vicenza e Veneto Banca chiedono l’aiuto di Stato”).
Si tratta della forma più morbida di gestione di una crisi bancaria, applicabile solo a certe condizioni, senza le quali occorre procedere con il Bail-in. La ricapitalizzazione preventiva è stata introdotta dalla stessa direttiva europea che regolamenta il Bail-in ed è finalizzata alla ricostituzione del capitale della banca. In particolare, si basa sull’intervento dello Stato prima che la situazione diventi critica tant’è che per potervi accedere la banca deve essere solvibile, criterio tutt’altro che oggettivo. Lo Stato italiano, in questo caso, può intervenire direttamente o tramite la Cassa Depositi e Prestiti. Con la ricapitalizzazione preventiva l’onere del salvataggio ricade dunque sugli azionisti, che vengono diluiti, sugli obbligazionisti subordinati e certamente sulla collettività ma non sui correntisti.
Nel caso di Popolare Vicenza e Veneto Banca si parla di una necessità di ricapitalizzazione fino a €5 miliardi. Ciò dipenderà anche dall’esito del progetto di fusione che le due banche stanno studiando, che però è ostacolato sia dalla BCE che dall’agenzia di rating Fitch, a processo a Trani per manipolazione di mercato, che lo scorso Venerdì ha tagliato il rating della Popolare di Vicenza.
Laddove la banca non sia ritenuta solvibile, si dovrebbe optare per la forma di salvataggio più drastica, quella del Bail-in, che espande il perimetro di inclusione dei soggetti che contribuiscono alle perdite, arrivando a toccare i correntisti con depositi maggiori di €100.000, oltre naturalmente agli azionisti e a tutti gli obbligazionisti della banca.
Ma cosa succede se lo Stato non avesse i mezzi necessari per intervenire, né per una ricapitalizzazione preventiva né per un Bail-in? Si aprirebbe la terza via, quella del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES).
Avevo ammonito circa questo rischio durante l’intervista a Pandora TV del Gennaio 2017 (“L’intrigo Politico del MES – Parte 2”) nella quale facevo notare che sinora il MES ha eseguito 5 interventi su Stati dell’Eurozona ma mai interventi diretti su banche, che sono tuttavia ampiamente previsti dal regolamento istitutivo il MES.
Rimandando al mio articolo introduttivo sul MES (“Pronto il MES per commissariarci: alzare gli scudi – Parte 1) mi limito qui a ricordare che il MES non è un “meccanismo” ma un vero e proprio fondo che ha la veste di organizzazione intergovernativa (sul modello FMI) embrione del primo governo direttamente espressione di organismi internazionali. Raccoglie contributi da parte degli Stati (l’Italia si impegna con €125 miliardi) ma interviene prestando denari ai Paesi sottoscrittori a fronte dell’accettazione di programmi di governo prestabiliti. In poche parole, a fronte del commissariamento del Paese richiedente.
Se leggiamo i criteri di ammissibilità al programma MES che riguardano specificamente le banche, apprendiamo che uno Stato può accedere al MES a 3 condizioni: i) non essere in grado di gestire la situazione con risorse dei privati; ii) non essere in grado di intervenire con finanze pubbliche senza compromettere la stabilità finanziaria; iii) la banca deve essere di rilevanza sistemica o porre rischi alla stabilità finanziaria dell’area Euro.
Ove ricorrano queste condizioni, lo Stato italiano dovrà impegnarsi ad applicare un programma di riforme stabilito dal MES che riguardano misure di taglio alla spesa pubblica, privatizzazione e incremento di imposte e tasse, oltre a riforme a favore della ricapitalizzazione del settore bancario (tradotto letteralmente dal sito del MES).
Qual è la probabilità che si finisca nella rete del MES? Direi piuttosto alta, considerando che con Popolare Vicenza e Veneto Banca sono già tre le banche che entrano nella ricapitalizzazione preventiva, ma ce ne sono almeno un ventina in condizioni di simile sotto-capitalizzazione.
A ciò aggiungerei i circa €330 miliardi di crediti incagliati nei bilanci delle banche italiane, iscritti mediamente al 41% del valore nominale, che con elevata probabilità saranno ceduti a prezzi inferiori ai valori di bilancio, generando ulteriori ammanchi di capitale che richiederanno ulteriori interventi di ricapitalizzazione (vedi mio articolo Si orchestra la svendita di 330 miliardi di crediti bancari: bad bank/good profit”).
D’ora in avanti, se non mettiamo mano seriamente e rapidamente ad un piano urgente di rilancio dell’economia, dovremo abituarci a convivere con il MES benché, a pensarci bene, qualcuno dirà che non sarà poi così traumatico dato che con governi non eletti che stanno distruggendo l’economia nazionale abbiamo a che fare ormai da anni.
Non abbiamo però molto tempo. Dobbiamo aprire subito una fase di transizione basata su un piano giuridico ed economico attuabile in breve tempo (vedi mio articoloLe basi economiche di un New Deal italiano”) e soprattutto occorre: 1) convertire la Cassa Depositi e Prestiti in una vera banca pubblica, visto che è essenziale per il salvataggio delle banche commerciali; ed 2) istituire una bad bank pubblica per le sofferenze bancarie gestita dal Tesoro, visto che è comunque lo Stato a dover intervenire sul capitale delle banche. Solo così potremo schivare il MES e ridare fiato ad un’azione più ampia di ricostruzione di sovranità politica ed economica.


15 marzo 2017

Il fondamentalismo hollywoodista


PANDORATV - The Jolly.
di Roberto Quaglia.


Il fondamentalismo hollywoodista ovvero l’invisibile ideologia dell’Occidente. Un’ideologia invisibile, che non si dichiara, i cui testi sacri sono le migliaia e migliaia di film e telefilm che veicolano i modi di pensare e di vedere il mondo dell’Occidente, caricandoli quotidianamente in miliardi di cervelli. Così si forma la nostra visione del mondo. Ma In quali modi i film prodotti da Hollywood modificano il nostro modo di percepire ed interpretare la realtà? E in quale misura questo fenomeno è il frutto di un preciso progetto ed in quale è invece solo la conseguenza del conformismo agli stereotipi vigenti?

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IL TESTO DEL VIDEO, tratto da roberto.info.


Ho appena terminato di scrivere Il fondamentalismo hollywoodista.

Cos’è il fondamentalismo hollywoodista? Per capirlo, dobbiamo innanzitutto renderci conto che non è vero che tutte le ideologie siano morte, come si usa dire. Anche il mondo delle ideologia è probabilmente soggetto alla selezione naturale di Darwin, alcune ideologie agonizzano, altre si estinguono, ma le nicchie ecologiche che si liberano vengono subito occupate da qualche nuovo arrivato. La natura aborrisce il vuoto. In molti casi assistiamo all’insorgere di piccoli culti più o meno strampalati, culti pseudoreligiosi o pseudoscientifici. Di solito rimangono confinati a quattro gatti e durano poco. Ma in altri casi compare un nuovo grande predatore, una super ideologia che in quattro e quattr’otto si pappa tutto e tutti in vastissime porzioni del mondo. Il paradosso è che più questa ideologia è vasta, più chiunque ne venga assorbito non la riconosce più in quanto ideologia. Quando ci si è dentro, l’ideologia assume la forma della realtà, e tutto ciò che si trova al di fuori dell’ideologia diventa un’eresia. Quando la Chiesa perseguiva gli eretici, era proprio perché per lei essi si collocavano al di fuori della realtà, e così facendo mettevano in crisi, per la Chiesa, il concetto stesso di realtà. Per quanto possa suonare strano alle nostre orecchie, un fenomeno analogo è in atto proprio ora, ed il “Vaticano” di questa nuova ideologia-religione – i due concetti in parte si sovrappongono – è situato a Hollywood.


L’Occidente oggi non si rende conto di essere ideologico, profondamente ideologico, così ideologico da fare impallidire le altre grandi ideologie del passato. No, no sto parlando del capitalismo, del liberismo, e nemmeno della democrazia – queste sono tutte cosucce nel confronto dell’ideologia di cui sto parlando, ed in una certa misura ne sono parte. La grande ideologia della quale non siamo bene consapevoli di essere succubi in Occidente è l’Hollywoodismo, un vero e proprio sistema completo di valori, di modelli di comportamento e di pensiero, di come ci si debba abbigliare e cosa si debba mangiare, eccetera eccetera. Insomma, un intero modello di realtà, a cui in varia misura finiamo per credere. Ed è proprio chi non è consapevole della natura fideistica della fede che lo attanaglia che in men che non si dica si ritrova essere un fondamentalista, cioè qualcuno che crede ciecamente ai propri modelli di riferimento senza rendersi conto in nessuna misura della loro relatività. Ci piaccia o no siamo quindi tutti fondamentalisti hollywoodisti – in vita nostra abbiamo guardato troppo cinema e televisione americani per non esserlo. Alcuni lo saranno più di altri, ma nessuno sfugge.
Da cento anni Hollywood rappresenta l’immaginario occidentale all’interno dei propri prodotti cinematografici, e così facendo lo costruisce, lo omogenizza, ne stabilisce gli standard. Ma da quale momento in poi possiamo cominciare a chiamare questa attività di strutturazione dei nostri gusti e costumi, una vera e propria attività di manipolazione? Difficile da stabilire, tuttavia c’è evidenza del fatto che negli ultimi decenni la cinematografia statunitense è sempre più traboccante di elementi di manipolazione di massa chiaramente intenzionali, possiamo identificarli, riconoscerli e descriverli, e queste tecniche di manipolazione sono frutto di conoscenze straordinarie sui modi esatti nei quali le masse di persone possano venire condizionate. Il quadro è quindi quello di una lucidissima scienza di ingegneria sociologica, roba nuova, roba che non si insegna neppure nelle migliori università – a parte eventualmente qualche università militare della quale sappiamo poco o nulla. Di tutto ciò ignoriamo quasi tutto, ma possiamo tuttavia scoprire molto sottoponendo a rigorosa analisi i vettori di tale presunta manipolazione – cioè i film con cui Hollywood ci tempesta. Vogliono che guardiamo i loro film? Va bene, facciamo però un passo ulteriore – oltre a guardarli, studiamoceli ben bene, per capire esattamente cosa contengono, visto che di qualsiasi cosa si tratti, poi ce la ritroviamo nei nostri cervelli.

E questo è esattamente quello che ho voluto fare nel mio nuovo libro, Il fondamentalismo hollywoodista. Ho identificato undici tecniche principali di manipolazione, che tipicamente troviamo in molti film di Hollywood. Nel mio libro assegno ad ognuna di esse un nome e ne spiego il funzionamento e le finalità. La seconda parte del libro consiste in una rassegna di film e serie televisive americane che io ho analizzato – questo spiega perché mi ci siano voluti 4 anni per scrivere questo libro, uno non è che ha voglia di guardarsi film americani tutti i giorni – e per ognuno dei quali elenco le tecniche di manipolazione che in esso sono state utilizzate. Imparare a conoscere i trucchi e le leve psicologiche che vengono utilizzate per influenzare la nostra mente è il primo passo per difenderci dalle intrusioni nella nostra testa e per riappropriarci di noi stessi. In questo senso il mio è anche un libro di autodifesa, ma non è leggendo il mio libro soltanto, ahimé, che terremo la nostra mente al riparo dagli artifici degli apprendisti stregoni dell’hollywoodismo. Troppo potente la loro potenza di fuoco, che va sistematicamente a colpire i nostri inconsci. Tuttavia, bisogna pur iniziare da qualche parte se vogliamo avviare una guerra di indipendenza della nostra mente. Una guerra puramente mentale, beninteso, dato che di guerra esclusivamente mentale si tratta.

I gerarchi dell’hollywoodismo vogliono possedere e controllare la tua mente, così come quella di tutti gli altri, ed il possesso si manifesta ogniqualvolta tu pensi nei termini da loro prefissati. E loro la tua mente già la posseggono, almeno in parte , anche se tu credi di no. Magari ogni tanto ti piace citare Matrix, nei tuoi discorsi controcorrente, oppure film come V come vendetta…. ma in questo caso ho una brutta notizia per te, amico mio, anche Matrix, anche V come vendetta ti sono stati iniettati in testa dagli stregoni dell’hollywoodismo, sono allegorie che hanno messo in circolazione loro, non è farina del tuo sacco. E loro lo hanno fatto per te. Per aiutarti ad esprimere meglio il tuo dissenso. Ed esprimendo il tuo dissenso negli esatti termini che essi hanno disposto per te, tu dimostri di fare interamente parte del loro regno immateriale, e così facendo lo rendi più stabile. Non ci credi? Pensaci meglio. Magari aiutandoti con la lettura de Il fondamentalismo hollywoodista. Non ci facciamo troppe illusioni. Continuerai anche in seguito a citare Matrix, così come dopotutto ho appena fatto anch’io – chi è senza influsso dall’hollywoodismo scagli la prima pietra – ma per lo meno lo farai con un più elevato senso di consapevolezza di cosa sia accaduto nella tua mente. La prima tappa di un cambiamento è la comprensione, non ci sono altre vie. Dobbiamo capire perché pensiamo nel modo in cui pensiamo, e quali parti di questo processo siano state progettate a tavolino. Solo così, forse, potremo cessare di essere i fondamentalisti hollywoodisti che a nostra insaputa siamo, limitandoci ad un più dignitoso ruolo di hollywoodisti moderati consapevoli.

Il libro contiene anche una breve cronaca di un mio viaggio in Iran, qualche anno fa, ad una conferenza sull’hollywoodismo, dove per la prima volta ho udito di questo termine, questo vocabolo immaginifico che mi ha ispirato in questa ricerca. Su tale mio viaggio in Iran ho raccontato estensivamente in un mio precedente video, che se vi interessa vi invito a cercare.

Per il momento Il fondamentalismo hollywoodista è pubblicato soltanto su Amazon, quindi in libreria non lo trovate. Se qualche editore serio vuole portarlo in libreria, si accomodi pure. Nel frattempo, chiunque sia interessato se lo può procurare su Amazon.it con un paio di click ed in men che non si dica verrà recapitato a casa vostra. Un ultimo consiglio che vi do in quanto genovese: se volete risparmiare le spese di spedizione, ordinate anche qualche altro libro, non necessariamente mio. A partire da 29 euro di spesa godrete infatti della spedizione gratuita. Un’ultima raccomandazione: dato che Il fondamentalismo hollywoodista non esiste in libreria e nessun editore lo promuove, se l’argomento vi appassiona e non volete vederlo morire nel nulla, fate voi stessi qualcosa per farlo conoscere. Se avete un sito o un blog parlate di questo libro ai vostri lettori, condividete questo video, sul blog e sui social network. Ci sono e ci saranno anche miei altri video nei quali dirà altre cose sui contenuti de Il fondamentalismo hollywoodista. Li trovate su Pandora TV e su YoutubeFate del vostro meglio per far girare queste informazioni ed a questo modo avrete dato il vostro contributo alla lotta di liberazione delle nostre menti dal caleidoscopio di sogni, miti, illusioni e fantasie che gli apprendisti stregoni dell’hollywoodismo ci hanno intrufolato in testa. Infine un grazie sentito a Pandora TV, unica voce televisiva fuori dal coro in Italia oggi, senza la quale queste mie parole non sarebbero mai giunte a voi. Tutto questo detto, a tutti i migliori auguri di una felice dehollywoodismizzazione da Roberto Quaglia.


Marzo 2017



“Il fondamentalismo hollywoodista ovvero l’invisibile ideologia dell’Occidente. Un’ideologia invisibile, che non si dichiara, i cui testi sacri sono le migliaia e migliaia di film e telefilm che veicolano i modi di pensare e di vedere il mondo dell’Occidente, caricandoli quotidianamente in miliardi di cervelli. Così si forma la nostra visione del mondo. Ma In quali modi i film prodotti da Hollywood modificano il nostro modo di percepire ed interpretare la realtà? E in quale misura questo fenomeno è il frutto di un preciso progetto ed in quale è invece solo la conseguenza del conformismo agli stereotipi vigenti?”



ARTICOLI CORRELATI:

Antonello Cresti, Fuori i rossi da Hollywood!, 27 ottobre 2013


Pino Cabras:  Iran e Hollywoodismo: un progetto per cambiare la fabbrica dei sogni, 14 febbraio 2013.


2 marzo 2017

Il potere fabbrica le vere fake news

PANDORA TV  -  Pino Cabras


Negli ultimi anni i media tradizionali hanno vissuto una doppia crisi: una crisi di identità e una crisi di credibilità
I grandi quotidiani perdono ogni anno quantità pazzesche di lettori, e intanto milioni di persone si comportano in modo contrario rispetto a ciò che vorrebbero i grandi media.